Cittadini esasperati nel centro storico di Cosenza: le testimonianze drammatiche tra anziani, famiglie e attività in ginocchio
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Residenti del Rione Massa scendono in strada per protestare contro la mancanza d'acqua
Ecco le voci dei residenti del Rione Massa, a Cosenza, che questa sera sono scesi in strada bloccando una via in segno di protesta per la totale mancanza d’acqua. Un problema che, denunciano, va avanti da giorni. Cittadini e commercianti si dicono ormai esasperati.
«L’acqua è vita, senza acqua non si può vivere. Siamo a dieci giorni che non ci possiamo lavare, non possiamo lavare una verdura. Siamo rovinati, non ne possiamo più, devono prendere una decisione. Quando arriva l’autobotte non ci serve perché abitiamo nei vicoli: non abbiamo più i “rizzuoli” come una volta. C’è gente anziana che non riesce ad andarci e quindi non riesce a prenderla. Non ci serve», afferma una donna.
«Ci sono bambini che devono andare a scuola, persone allettate. È diventato un problema sanitario: persone malate, anziane, con patologie importanti. Non è più una questione di “voglio bere l’acqua” o “voglio farmi la doccia”. Che spiegazioni ci hanno dato? Che dobbiamo andare al Comune come delegazione e parlare con chi di dovere per cercare di risolvere il problema. Ma i blocchi stradali li abbiamo fatti già abbastanza, siamo stanchi», ribadisce una signora.
«Siamo senza acqua. Siamo costretti a spendere soldi per comprare bidoni vuoti, perché acqua non ce n’è. E poi devo portarli fino all’ultimo piano, io abito al terzo, e devo salire tutto questo peso. Stiamo aspettando l’autobotte, che secondo me non arriverà».
«Non si riempiono le cisterne, non si riempiono gli scarichi. Per scaricare — per un minimo di igiene — stiamo andando a prendere l’acqua dietro al Magistrale, all’ex Gil. È una vergogna, un’indecenza, da denuncia all’Ufficio igiene e profilassi», sottolineano i residenti del Rione Massa.
A parlare è anche una commerciante: «Io sono la parrucciera della Massa. C’è un disagio incredibile: le mie clienti se ne vanno perché non c’è acqua. Io mi sono attrezzata con un fornellino, sempre se riesco a prendere l’acqua. La devo portare la mattina con i bidoni, ma la gente se ne va. Io con questa attività ci vivo. Mi dicono della Sorical, ok, ma una risposta me la dà? Stiamo aspettando l’autobotte: già l’altra volta doveva arrivare».
Un’ultima testimonianza racconta la gravità della situazione familiare: «Mio padre è uscito dal Pronto soccorso, dalla Terapia intensiva, dopo 40 giorni. Non può tornare a casa sua perché non abbiamo acqua. L’ho dovuto portare in un B&B: non si può lavare, non possiamo fare le medicazioni. Non ho potuto chiamare un’agenzia di pulizia per sistemare casa, perché non ho acqua a disposizione».

