Parla Marisa Zaffina, la madre del 17enne che ha dato l’allarme. Ha allontanato dalla piazza l’operaio che stava scavando, ha portato i figli al sicuro e ha impedito che il genitore entrasse in casa. «Attimi di terrore»
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La tragedia questo pomeriggio a Lamezia Terme è stata davvero sfiorata. Sono stati una giovane madre e un figlio a mettere più di un’anima al riparo dalla morte.
A raccontarlo a LaC News24 è proprio Marisa Zaffina che ha allontanato dalla piazza l’operaio che stava scavando le fondamenta di un nuovo edificio, ha portato i figli al sicuro e ha impedito che il proprio padre entrasse in casa qualche minuto prima che la facciata dell’edificio, in cui vivono i genitori, si sbriciolasse sventrando il palazzo e crollando con un grande boato in una piazzetta di solito molto frequentata.
L’allarme lanciato dal 17enne
L’allarme lo ha dato il figlio di Marisa Zaffina, di 17 anni che si trovava proprio in casa della nonna a giocare con la Play station. «È stato dopo le 12 – racconta la donna – io e mia madre abitiamo porta a porta, in due appartamenti attigui. Lei non c’è perché non sta bene e si trova fuori. Mio figlio stava giocando con la Play station dalla nonna. Al palazzo era attaccato a un rudere che avevano demolito. Fuori stavano proseguendo i lavori che sono iniziati già un paio di mesi fa e ieri avevano ripreso dopo le ferie di ferragosto e stavano scavando per le fondamenta. Ad un certo punto mio figlio ha sentito dei rumori, come se stesse cadendo qualcosa nella camera che si trova accanto alla cucina. Ha lasciato la Play ed è andato a vedere cose stesse succedendo. Si è reso conto che alle pareti frontali alla cameretta c’erano tante lesioni, molto spesse, e sabbia che cadeva sul pavimento. Si è accorto che qualcosa stava accadendo mentre conducevano i lavori. È corso subito ad avvertirmi». La signora Zaffina si trovava col bambino di 10 anni nel proprio appartamento ed è corsa subito a verificare il racconto del ragazzo.
«C’era il vuoto, io vedevo fuori»
È stato quando si è recata in quella che è la stanza di sua madre che il pericolo si è manifestato in tutta la sua gravità: «Ho notato che il pavimento si era aperto, il muro non aderiva più al pavimento, i battiscopa non erano più appoggiati al muro. C’era il vuoto, io vedevo fuori».
Presa dal panico la signora è tornata in fretta a casa sua, si è affacciata dal balcone «e ho cercato di fermare il signore che stava lavorando col caterpillar. Lui non mi sentiva così sono scesa sotto. Ha subito spento il motore e ha avvisato la ditta che lo aveva convocato per quel lavoro. In quel momento giù c’erano solo lui e il ragazzo che, con un altro mezzo, raccoglieva il materiale».
«Ho pensato che mio padre fosse sotto le macerie»
Marisa ha poi chiamato suo padre, Alberico Zaffina, per avvisarlo di quanto stava accadendo. L’uomo è arrivato nel giro di pochi minuti ma sua figlia lo ha immediatamente placcato: «Papà – gli ho detto – non entrare in casa perché qui a momenti crolla qualcosa».
L’uomo, allora, ha cercato di andare a controllare da fuori lo stato dell’arte. È stato un attimo. Marisa Zaffina era sul balcone, suo padre stava andando a vedere la parete dal lato strada, l’operaio aveva smesso di scavare. Poi il crollo.
«Ho visto un gran fumo, c’è stato il boato del crollo». Il primo pensiero di Marisa è andato al padre: «Ho pensato fosse rimasto sotto le macerie, ho urlato con tutto il fiato che avevo». Mentre la donna gridava il nome di suo padre, nella polvere ha intravisto un braccio che si muoveva.
Il secondo momento drammatico è stata la corsa della mamma per abbandonare anche il proprio appartamento «perché si muoveva tutto e io sentivo anche il pavimento che si muoveva. Ho pensato che sarebbe crollato anche il nostro. Ho preso mio figlio piccolo e siamo corsi fuori».
La tragedia sfiorata
«Sono stati attimi di terrore, terrore», rimarca questa giovane madre.
Tanti piccoli e grandi particolari hanno impedito che un incidente – che ha avuto oggi come conseguenza, drammatica anche questa, il lasciare due famiglie senza abitazione – si trasformasse in lutto. I lavori, iniziati alle sei del mattino, hanno trovato un tragico epilogo a mezzogiorno, quando nella piazzetta in cui tutto è avvenuto non c’era nessuno: bambini, anziani alle panchine, auto parcheggiate. «La piazzetta di solito è una zona molto frequentata – spiega Marisa –, non si è fatto male nessuno e dobbiamo dire grazie a Dio».
Attivata la sorveglianza
Nel frattempo il sindaco Mario Murone ha allertato il prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, per evitare furti e accessi pericolosi e abusivi nell’edificio interessato dal crollo e in quelli sgomberati. Una questione di sicurezza che ha indotto il prefetto e il questore Giuseppe Linares ad attivare un servizio di sorveglianza attiva.