La donna era andata a trovare la nipotina appena nata ed è rientrata ieri in città. Il marito e la vita stravolta: «Io sono un uomo forte ma non so dire come mi sento nel cuore». La figlia Marisa: «Mia madre è ammalata, non può stare in albergo»
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«Io sono mancata quattro giorni, ho lasciato una bella casa e trovo un mucchio di macerie». La signora Franchina Isabella Valenzi è rientrata ieri dalla Svizzera dove era andata a trovare la nipotina. Quello che ha trovato è una casa sventrata, con una intera facciata crollata. Ha gli occhi lucidi mentre, sorretta dal nipote, va a visitare il luogo pieno di macerie che era la sua abitazione. «Io sono malata – dice – non so cosa devo fare». La signora è paziente oncologica e la preoccupazione di suo marito Alberico Zaffina è che le cartelle cliniche della moglie, che dovrebbero essere presentate all’ospedale, si trovano nella casa resa inagibile dal crollo. Una vita stravolta quella della famiglia Zaffina che è stata alloggiata temporaneamente dal Comune in un albergo. Ma questa è una soluzione che, secondo la figlia Marisa, non può andare bene per un ammalato come la madre.
«La situazione attuale è che a noi è stata messa a disposizione una camera in hotel – spiega Marisa Zaffina – che per il momento è andata bene. Ma mia madre è una paziente oncologica che ha gravi problemi di salute e ha bisogno di una situazione stabile e confortevole per tutto quello che le occorre, ossia in una casa dove possa ricevere le prestazioni che le occorrono».
Nonostante il servizio di vigilanza attiva disposto dal prefetto su input del sindaco, il signor Zaffina da tre giorni veglia di notte sulla casa sventrata e aperta per evitare furti e vandalismi perché, racconta ai microfoni di LaC News24, la sua vita è tutta dentro quell’edificio pericolante. Quello che ricorda del crollo è una grossa nuvola di polvere «che non vedevi niente». La mattina di martedì era stato a casa fino alle otto poi era uscito. «Verso le dodici e un quarto – spiega – mia figlia mi telefona e mi dice che la casa sta crollando. Sono arrivato sul posto, c’era un escavatore che stava uscendo. Pochi secondi dopo è crollata la facciata della casa dove ho vissuto una vita». Al momento del crollo si stava scavando per costruire un nuovo edificio attiguo a quello crollato. Secondo il signor Alberico il fatto che non ci siano state vittime è stato «un miracolo». «Mia figlia – prosegue – è andata a fermare l’operaio. Gli ha detto “vedi che sta per crollare la casa”. Ha fatto in tempo a fare dieci metri che c’è stato il crollo».
Alberico Zaffina ci racconta di «lavorare in agricoltura da una vita. Ci sono stati anni belli e anni tristi nella vita durante la quale ho sempre lavorato per aiutare i figli e mandare avanti una famiglia. Adesso mi trovo in una situazione problematica anche per via della malattia di mia moglie. Io sono un uomo forte ma non so dire come mi sento nel mio cuore. È una situazione orribile». Su questa vicenda ora la Procura di Lamezia Terme ha aperto un’inchiesta. In tutto sono state sfollate, per ragioni di sicurezza, 15 famiglie del quartiere.