Sgomento dopo l’agguato

Medico ucciso nel Reggino, le reazioni di colleghi e politica alla notizia della morte di Francesca Romeo: «Scioccati»

L'Ordine dei medici di Reggio Calabria: «Sarebbe davvero preoccupante se questo inqualificabile atto fosse collegato all’ambiente lavorativo». Irto (Pd): «Si faccia piena luce»

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di Redazione
18 novembre 2023
14:06
Il luogo dell’omicidio
Il luogo dell’omicidio

Dolore e sgomento in Calabria e non solo per l'uccisione della dottoressa Francesca Romeo, avvenuta questa mattina mentre stava rientrando dal turno di guardia medica effettuato a Santa Cristina d'Aspromonte. Tante le reazioni e le parole di cordoglio da parte di colleghi ed esponenti politici e istituzionali. 

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«L’Ordine dei Medici della provincia di Reggio Calabria  - si legge in una nota - esprime tutto il suo sdegno e costernazione per la violenza inaudita che ha coinvolto Francesca Romeo, dottoressa di 67 anni, originaria di Seminara e in servizio alla guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, uccisa in un agguato. La donna si trovava nella sua auto insieme al marito Antonio Napoli, medico psichiatra 66enne presso il Csm di Palmi, persona perbene, quando è stata raggiunta da una serie di colpi d'arma da fuoco che hanno ferito a un braccio anche il marito».


«L’Ordine - continua la nota -, nel ribadire la vicinanza ai familiari, ritiene inaccettabile questo episodio caratterizzato da una violenza davvero inconcepibile, qualunque sia il motivo che lo abbia determinato e rimane in attesa di conoscere quali possano essere state le cause che hanno determinato questo insano gesto. La dottoressa Romeo è sempre stata una grande professionista che lavorava presso la postazione di Santa Cristina D’Aspromonte in maniera indefessa, coprendo i turni di guardia in qualsiasi orario e spesso nei giorni festivi. L’Ordine si augura che, a fronte di un delitto così efferato, le indagini della Magistratura possano fare il loro corso per assicurare alla giustizia il responsabile di un gesto così atroce. Si tratta certamente di un atto che colpisce tutta la Sanità della provincia reggina che, peraltro, si trova già in una situazione di grande precarietà. Sarebbe davvero preoccupante se questo inqualificabile atto potrebbe essere collegato all’ambiente lavorativo».

Federazione nazionale degli Ordini dei Medici: «Siamo scioccati»

«Siamo scioccati dalla notizia del brutale agguato di Santa Cristina in Aspromonte, nel Reggino, nel quale ha perso la vita una collega mentre il marito, anche lui medico, è rimasto ferito. Siamo vicini alla famiglia, ai colleghi, al Presidente dell'Ordine di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano». Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, commenta l'omicidio della guardia medica Francesca Romeo.

«Siamo fiduciosi nel lavoro delle Forze dell'Ordine - aggiunge Anelli - per chiarire il movente. Resta il fatto che un'altra donna medico è stata uccisa mentre rientrava dal lavoro. Chiediamo tutele, chiediamo sicurezza. Non si può pensare di arginare l'abbandono del Servizio sanitario nazionale, soprattutto in terre martoriate come la Calabria, se non garantiamo condizioni appropriate per l'esercizio della professione». 

«Siamo costernati e sconvolti - afferma il Presidente dell'Ordine dei Medici di Reggio Calabria, Pasquale Veneziano - per questo omicidio, per il ferimento del collega. Tutto riporta alla memoria altri assassinii che hanno funestato la nostra sanità: Francesca Romeo è la quarta vittima calabrese. Non conosciamo ancora il movente di questo atroce delitto, non sappiamo se sia o meno legato alla Professione. Se così fosse, ancora una volta, non avremmo saputo proteggere una collega nell'esercizio della sua professione. Qualsiasi intervento sulla sanità calabrese è inutile e disperato, se non viene garantita l'incolumità dei medici, la sicurezza sul lavoro».

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Il sindaco Seminara: «Vicenda atroce e assurda»

«Una vicenda terribile, atroce, e assurda. Non si può perdere la vita dopo aver svolto il proprio turno di lavoro. Gli organi competenti, ai vari livelli, devono affrontare e contrastare con maggiore forza e determinazione ogni forma di violenza che quotidianamente accade, senza limitarsi ad iniziative sterili ed occasionali con poca efficacia». Lo afferma Giovanni Piccolo, sindaco di Seminara, paese in cui viveva la dottoressa Romeo. «Da sindaco prima e da concittadino dopo - prosegue - sono vicino al dramma che ha subito il dott. Antonio Napoli e la sua famiglia. Ci auguriamo che gli autori di questo vile atto, vengano al più presto assicurati alla giustizia». 

Irto (Pd): «Si faccia piena luce»

«Mi auguro che al più presto si faccia luce e giustizia sull'assassinio della dottoressa Francesca Romeo a Santa Cristina d'Aspromonte e sul contestuale ferimento del marito, come lei medico». Lo afferma, in una nota, il senatore Nicola Irto, segretario del Partito democratico della Calabria. «A nome di tutto il Pd della Calabria - aggiunge Irto - esprimo sentite condoglianze e piena vicinanza alla famiglia della dottoressa Romeo e all'Ordine dei Medici della provincia reggina. Davanti all'episodio, la nostra comunità regionale, onesta e operosa, resta unita nella lotta contro la violenza criminale, che non appartiene affatto al popolo calabrese».  

Ex commissario Asp Santo Gioffrè: «Era preparata e disponibile»

«È un fatto che ha sconvolto la comunità perché sia Franca Romeo che il dottore Napoli erano conosciuti come persone perbene e molto riservate». A dirlo lo scrittore Santo Gioffrè, ex commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e medico ginecologo a Seminara. «Conoscevo Francesca - aggiunge Gioffrè - era una persona professionalmente preparata e disponibile così come il marito lo è altrettanto nel suo lavoro al centro di salute mentale di Palmi. La barbara uccisione di stamattina, dopo che Francesca ha finito il suo turno di lavoro, indica che sono ormai saltati i minimi principi di comunità civile. Uccidere un medico che nella sua natura ha il compito di aiutare le persone, significa che questa terra ha perso qualsiasi connotato di civiltà».  

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Loizzo: «Violenza ferisce tutta la comunità»

«Apprendo con dolore la notizia dell'omicidio della collega Romeo in provincia di Reggio Calabria. Sono certa che la Procura saprà individuare gli autori di questo barbaro atto di violenza che ferisce tutta la Calabria. Ancora una volta un medico deve pagare con la vita per motivi che dovranno essere chiariti. La Calabria dice no alla violenza e si stringe intorno al dolore di una famiglia che è il dolore di un'intera comunità». Lo afferma Simona Loizzo, deputato della Lega e componente della Commissione sanità di Montecitorio.

Il Garante della Salute: «Gravità inaudita, tutelare operatori sanitari»

«Un fatto di una gravità inaudita che ci lascia attoniti, sul quale ci auguriamo che la Magistratura faccia piena luce al più presto», commenta così l'omicidio la Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli. «Già nei mesi scorsi - aggiunge - avevo percepito la necessità di accendere i riflettori sull’importanza di tutelare gli operatori sanitari, molto spesso vittime di aggressioni fisiche e verbali, annunciando di voler costituire l’Ufficio che rappresento parte civile in tutti i procedimenti per aggressione ai danni del personale medico, ma mai avrei immaginato, qualunque siano le cause, di dover intervenire su un fatto di sangue cosi cruento, che coinvolge un medico donna, proprio in prossimità della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Nell’ esprimere i miei sentimenti di cordoglio e vicinanza ai familiari della vittima, all’Asp di Reggio Calabria e all’Ordine dei Medici, sono certa che non sarà la mano di biechi criminali a fermare un processo di cambiamento che i calabresi vogliono fortemente e che è già in atto».

«Domani stesso – conclude Stanganelli -  scriverò a tutti i Presidenti degli ordini dei medici calabresi, richiedendo il loro costante supporto per stringere nel breve termine le maglie di una rete istituzionale che consenta di  individuare e prevenire tempestivamente eventuali comportamenti o situazioni di pericolo e allo stesso tempo si adoperi con iniziative mirate a promuovere la cultura della non violenza nei confronti di una categoria che quotidianamente si adopera in prima linea con enormi sacrifici e abnegazione per garantire il nostro diritto sancito costituzionalmente».

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Molinaro: «Crudele barbarie»

«È una morte violenta forse inaspettata. Ma su questo faranno sicuramente luce gli inquirenti. Si rimane però attoniti per questa violenza senza senso verso un medico la dr.ssa Francesca Romeo che ritornava da una guardia medica a Santa Cristina d’Aspromonte dove svolgeva il suo servizio con bontà, etica e professionalità.  Ma purtroppo mani assassine si sono accanite con una violenza barbara martoriando il suo corpo. Alla sua famiglia va il mio cordoglio così come ai tanti medici che, al servizio delle persone, svolgono un servizio encomiabile e di prima assistenza sanitaria, molto spesso in condizioni difficili, anche nei posti più remoti con scarse misure di sicurezza». Lo scrive in una nota il presidente della Commissione antindrangheta della Regione Calabria Pietro Molinaro.

Cgil: «Ancor più grave se il movente è legato a ragioni professionali»

Sulla tragica vicenda si sono espressi anche i sindacati e tra questi Alessandra Baldari, segretaria generale Fp Cgil Calabria, e Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria: «È un fatto sconvolgente sul quale non possiamo non esprimere tutto il nostro orrore che potrebbe aggravarsi qualora si dovesse accertare che il movente dovesse ricondursi a ragioni professionali. Le postazioni di guardia medica, così come i pronto soccorso sono la trincea  più esposta e più a rischio per i professionisti che prestano  cure immediate a chi ha un  bisogno di salute. Altre volte, in altri luoghi, proprio le donne in servizio presso le postazioni di guardia medica hanno subito intimidazioni e tentativi di violenza ed è emersa in quei casi la necessità che dovessero essere diversamente organizzate  le postazioni dei servizi di continuità assistenziale che risultavano isolate e a rischio. Le indagini, speriamo in tempi bravi, dovranno dare risposte ai tanti interrogativi che spiegheranno perché è accaduto un delitto così efferato. Oggi sappiamo solo che una professionista dedita alla cura delle persone, rientrando a casa dal lavoro è stata vittima di un tragico agguato. Se le ragioni di tanta violenza dovessero ricondursi al lavoro svolto dalla dottoressa,  oltre che l'ennesima morte per il  lavoro,  questa si andrebbe a sommare ai gravi rischi di un professionista della salute che in questa terra possono raggiungere conseguenze estreme. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio alla famiglia e a tutti i colleghi della dottoressa per la gravissima perdita avvenuta per mano criminale».

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Falcomatà: «Tutelare comunità medica»

«L'agguato a Santa Cristina d'Aspromonte che ha causato la morte della dottoressa Francesca Romeo e il ferimento del marito, ci lascia davvero senza parole. Un episodio di una gravità assoluta, sul quale ci auguriamo che venga fatta piena luce, consegnando alla giustizia i responsabili di tale gesto». Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha commentato il gravissimo episodio avvenuto questa mattina a Santa Cristina d'Aspromonte. «La comunità dei medici - ha aggiunto Falcomatà - sempre più esposta a episodi di violenza, deve essere maggiormente tutelata e rispettata per il duro e delicato lavoro che svolge a servizio della comunità. A nome dell'intera comunità metropolitana ci stringiamo attorno al dolore della famiglia».

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