È stato rimesso in libertà Michele Bentornato, condannato in via definitiva per due estorsioni commesse rispettivamente nel 2016 e nel 2017 ai danni di imprenditori commerciali di Lamezia Terme con l’applicazione di una pena di quasi nove anni di reclusione, fatti commessi con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.

La prima nell’ambito dell’operazione Filo Rosso, Bentornato era stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa e di una estorsione e condannato per altra estorsione sempre aggravata dall’agevolazione mafiosa e dal metodo mafioso.

La seconda estorsione nel 2021 ai danni di un imprenditore esercente la vendita di ricambi per auto. La scarcerazione segue l’accoglimento della questione difensiva sulla rideterminazione della pena a seguito di disciplina della continuazione in sede esecutiva sollevata dall’avvocato Antonio Larussa del foro di Lamezia Terme, difensore di Bentornato.

Il provvedimento di scarcerazione

Il provvedimento di scarcerazione emesso dalla Procura di Catanzaro segue l’accoglimento da parte del gip distrettuale della sollevata questione dell’applicazione della disciplina della continuazione in sede esecutiva in ordine ai reati per cui Bentornato è stato condannato con due distinte sentenze.

Il gip di Catanzaro in funzione di giudice dell’esecuzione penale riteneva che «rilevato, pertanto, che in entrambe le sentenze il Bentornato è chiamato a rispondere di condotte estorsive espressione del contesto criminale del territorio di Lamezia Terme imperante negli anni di riferimento, trattasi di reati contro il patrimonio che costituiscono una componente genetica del clan Giampà per il quale il Bentornato ha posto in essere i fatti estorsivi.

Dalla lettura delle sentenze in oggetto, si apprende, chiaramente, che i reati commessi si inseriscono nelle logiche ndranghetistiche del clan Giampa, operando nel territorio con le medesime modalità e le medesime caratteristiche di azione per garantire l'operatività ed il funzionamento della cosca sulla cittadina di Lamezia Terme.

Ed invero, le estorsioni attuate dal Bentornato venivano effettuate per ovvie esigenze di agevolazione del summenzionato clan e, di fatti, le merci che venivano consegnate da Giampà Antonio (carne da consumare) erano destinate a soddisfare i bisogni dei detenuti e delle loro famiglie, facenti parte del clan Giampa.

Va, dunque, ritenuta la sussistenza, alla luce dei dati processuali sopra esposti che precedono, dell'unicità del disegno criminoso e della connessa preordinazione di fondo». A seguito dell’accoglimento della disciplina della continuazione la pena complessiva veniva diminuita di tre anni, un mese e dieci giorni di reclusione con conseguente scarcerazione di Bentornato che ora è completamente libero.