La Camera penale farà accesso alla casa circondariale nella giornata di domani. Presenti anche rappresentanti istituzionali. Al carcere di Catanzaro il primato dei tentati suicidi in cella
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Domani 14 agosto alle ore 9.30 i rappresentanti della Camera penale di Catanzaro faranno visita ai detenuti della casa circondariale. Lo si legge in una nota. Saranno inoltre presenti il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, il vicepresidente della Provincia di Catanzaro Francesco Fragomele, il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro Gianmichele Bosco, i garanti per i diritti dei detenuti Giovanna Francesca Russo e Luciano Giacobbe.
Presenti per la Camera penale di Catanzaro l’avvocato Valerio Murgano, componente della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, e l’avvocato Pantaleone Pallone, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Catanzaro e direttore della rivista “ante litteram”. «Faremo accesso alla casa circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, per manifestare, proprio nel periodo più caldo dell’anno, la vicinanza dei penalisti a coloro che sopportano uno stato di detenzione spesso contrario ai principi costituzionali, alle norme dell’ordinamento penitenziario e al senso di umanità.
Le visite negli istituiti penitenziari promosse dall’osservatorio carcere dell’Unione delle Camere Penali Italiane negli ultimi anni ci hanno permesso di vedere e restituire un quadro d’insieme unico e importante al fine di sensibilizzare le istituzioni e la società civile alla difesa dei diritti che trovano tutela nella nostra Costituzione, ma che, quando ci si trova al cospetto di persone private della libertà personale, spesso sono dimenticati proprio da chi invece dovrebbe tutelarli.
È di pochi giorni fa la notizia che il carcere di Catanzaro detiene il primato italiano per i tentativi di suicidio. La nota del segretario regionale della UilPA Polizia Penitenziaria evidenzia che solo l’efficacia degli interventi tempestivi del personale fa sì che rimangano tentativi, ed è certamente così ma al contempo svela tutta la drammaticità della vita carceraria fatta di persone che, sebbene detenute, vivono in carceri sovraffollate, strutturalmente decadenti, in cui vengono spogliati della dignità e privati degli affetti, ma anche di personale carente che opera in condizioni spesso al limite della sopportazione.
Celle troppo piccole con spazi interni inadeguati e porte chiuse, persone tossicodipendenti, malati psichiatrici, anziani non autosufficienti e malati gravi: oggi in carcere prevale la disperazione. La riposta nei confronti di persone con problemi diversi non può essere per tutti uguale; l’attività di monitoraggio può essere un utile incentivo ad uniformare, verso condizioni migliori, tutti gli istituti penitenziari perché laddove i detenuti tornano ad essere rispettati come persone, la possibilità di reiterazione dei reati crolla».