Grido di dolore

L’orto sociale di Scalea semina amore e raccoglie fuoco, ennesimo incendio dopo anni di soprusi: «Siamo soli»

VIDEO | Da una prima stima, il danno economico si aggirerebbe intorno ai 20mila euro. Nelle fiamme è andata distrutta anche una roulotte che viene utilizzata per il ricovero di persone bisognose. La solidarietà delle istituzioni e l'amarezza della cooperativa "Progetto Germano" guidata da Fabio Cifuni

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di Francesca  Lagatta
5 settembre 2023
20:30

Nella notte un vasto incendio ha divorato parte dell'orto sociale di Scalea in cui ormai da anni la cooperativa "Progetto Germano" guidata da Fabio Cifuni semina piante e speranze, cercando di aiutare persone in difficoltà o con storie difficili alle spalle. Da una prima stima, risulta che i danni si aggirino intorno ai ventimila euro. Il fuoco, partito da un terreno adiacente, è risalito verso nord grazie al vento a favore e si è diretto nell'area su cui erano custoditi gli attrezzi di lavoro e una roulotte, spesso utilizzata anche per il ricovero di persone bisognose. Per fortuna questa notte la roulotte era vuota e nessuno è rimasto ferito, ma i continui atti vandalici registrati nel campo di località Pantano stanno mettendo a dura la prova la resistenza di Cifuni, che oggi appare stanco e provato: «Non possiamo dire che sia un'azione indirizzata a noi, voglio essere buono e non voglio pensarlo. Però sappiamo con precisione da dove è partito l'incendio e sappiamo che il vento soffiava forte in questa direzione -, dice mentre guarda con gli occhi lucidi l'ammasso di roba bruciata ancora fumante -, e il dubbio mi assale».

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Anni di silenzi e soprusi

«È il quinto anno che accade questo e sono cinque anni che lo segnaliamo - dice ancora Cifuni -, ma questo è quanto». Il riferimento è agli incessanti episodi che si sono verificati entro il perimetro di questo campo di proprietà comunale, grazie al quale la cooperativa di Cifuni ha potuto finanziare tantissimi progetti con finalità sociali. Negli anni, con lui hanno collaborato anche ex detenuti o donne fuggite da situazioni di disagio e violenza. Frittour, l'ultimo progetto realizzato in ordine di tempo, dà l'opportunità di lavoro a ragazzi extracomunitari o uomini e donne che per questioni di età non riescono a trovare un impiego. Eppure, nonostante il bene seminato, dall'orto sociale di Scalea non sempre si è raccolto solo i frutti sperati. Alberi sradicati, danni alla recinzione e persino quattro galline sgozzate, sono soltanto alcuni dei "segnali" inviati in questi anni a Cifuni e i suoi ragazzi. Inoltre, molte volte la cooperativa è stata lasciata sola e chi doveva difenderla e tutelarla si è girata dall'altra parte. Ma non stavolta. L'amministrazione di Scalea ha pubblicamente condannato il gesto, manifestando subito piena solidarietà a Fabio Cifuni e ai suoi collaboratori.


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La condanna delle istituzioni

Tra i primi a mostrare il disappunto per quanto accaduto è proprio il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta. «Fabio  - ha scritto sotto il video dell'orto in fiamme - non ho parole, solo tanto sdegno credimi, tanto. Verrebbe voglia di desistere ma non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo». Dopo il suo intervento, è arrivato anche quello della sua vice, Annalisa Alfano: «Non sei solo, non sei solo! Si fatica veramente a trovare le parole giuste».

Cifuni ha però risposto: «Sono solo, siamo soli». Si è trattato di un commento dal sapore amaro a cui la Alfano ha prontamente replicato: «Questo mai. Capisco la rabbia, lo sconforto di questo momento, ma non siamo soli. Vedrai». Ai tanti messaggi di solidarietà, si è aggiunto anche quello del presidente del consiglio dell'assise cittadina, Gaetano Bruno: «Questi episodi mi fanno capire che c'è ancora tanto, tantissimo da fare. Che essere divisivi, fomentare frizioni e contrasti, anche con toni denigratori verso l'altro, che alimentare la cultura del sospetto verso l'altro, sono tutti male da estirpare alla radice perché sono la base ignorante delle prevaricazioni che, quando l'ignoranza è all'apice, sfociano in questi gesti. Andare sempre oltre a questi gesti e trovare la forza di andare avanti è dura, durissima, ma sai bene, Fabio, che non sei solo e anche stavolta la città saprà starti vicino. Abbiamo tutti il dovere di dire no a questi atteggiamenti e a questi gesti».

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