I carabinieri della Stazione di Lattarico, coordinati dal maresciallo Gerardo Paldino, hanno condotto le indagini avviate dal pubblico ministero della Procura di Cosenza, Rossella Torrusio. I militari dell’Arma hanno acquisito gli atti relativi al trasferimento della vittima a Roma, la documentazione del 118 cosentino e il triage dell’ospedale Annunziata di Cosenza.

Interrogate diverse persone

Inoltre, i carabinieri hanno ascoltato a sommarie informazioni la preside della scuola frequentata dalla giovane vittima, i collaboratori scolastici e gli insegnanti. Sentiti anche i soccorritori e i familiari. Dalle indagini sarebbe emerso che nessuno fosse a conoscenza della malformazione di Desirèe, scoperta solo all’esito della TAC eseguita a Cosenza.

Tra gli atti acquisiti figura anche la TAC. Non è escluso che la Procura possa affidarsi a un consulente tecnico per analizzare i dischetti e ricostruire quanto avvenuto attraverso il carteggio posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Al momento non è dato sapere se la Procura abbia proceduto a iscrivere uno o più sanitari nel registro degli indagati.

Morte di Isabel Desirèe, la ricostruzione

Il dramma di Isabel Desirèe è stato raccontato con forza dalla sorella e dal padre, che sui social hanno espresso la loro disperazione denunciando ritardi e carenze nei soccorsi. La sorella ha ricordato gli ultimi istanti prima dell’arrivo in ospedale: «Mi ha chiamata il 18 settembre dicendo che stava poco bene, accusava inattività di braccio e gamba destra. Sono arrivata a scuola e Isabel non riusciva a muoversi, era confusa, vomitava più volte durante il tragitto. Stava morendo davanti ai miei occhi e loro mi rassicuravano dicendo: “Tranquilla, è solo un attacco di panico”».

Una volta giunta al pronto soccorso, la giovane è entrata in codice giallo, con una diagnosi iniziale di crisi epilettica, successivamente esclusa dopo ulteriori accertamenti. Solo con la TAC è emersa la gravità della situazione: un’emorragia cerebrale causata da una MAV, malformazione artero-venosa congenita. Nonostante gli interventi chirurgici, la pressione intracranica di Isabel non si è abbassata nei tre giorni successivi, provocando sofferenza e angoscia tra i familiari. La sorella ha ribadito l’incomprensibile ritardo nel trasferimento: «Perché non era trasportabile e poi invece lo è stata? Perché devo perdere mia sorella a 16 anni?».

Il padre, Maurizio Porco, ha accompagnato il ricordo della figlia con un accorato appello alla sanità calabrese: «È inconcepibile entrare in pronto soccorso in codice giallo senza soccorritori presenti in ambulanza. Il tempo è fondamentale per diagnosticare un evento grave come quello che ha colpito Isabel. Non chiedo colpe, chiedo verità. Oggi è capitato a me, domani può capitare a chiunque. Insieme dobbiamo lottare per un primo soccorso più efficiente e per un pronto intervento che salvi vite».