È stanca una giovane mamma di Isola Capo Rizzuto che vive nella contrada di Capo Rizzuto: «Gestire due bambini piccoli con la situazione legata all'acqua è diventato impossibile. Sono costretta a lavare i miei bambini con l'ausilio delle bottiglie di acqua minerale. Credo che nel 2025 la situazione non sia così lontana dai paesi del Terzo Mondo».
Per il gestore di un bar di Isola centro, poi, la situazione è divenuta insostenibile: «Così non si può andare avanti – dice Giovanni –. La situazione legata all'acqua danneggia profondamente chi come me lavora con il pubblico. Da quando è esplosa la vicenda la gente preferisce non prendere il caffè al bar».
C’è poi chi minimizza, come Domenico, imprenditore in zona Capo Rizzuto: «Tantissimi anni fa la situazione era anche peggio. L’acqua non la beviamo però si fa doccia e cuciniamo».

L’ordinanza di non potabilità

Da due anni nel comune di Isola Capo Rizzuto l’acqua non è potabile. Lo dice l’ordinanza sindacale numero 50 del due agosto 2023, integrata da un’altra ordinanza, la 68, del 30 ottobre successivo. Questi due documenti sono ancora in vigore e impongono «il divieto di utilizzo per uso e consumo umano diretto dell’acqua proveniente dalla condotta idrica che interessa l’abitato di Isola di Capo Rizzuto». L’acqua «può essere utilizzata – scrive il sindaco Maria Grazia Vittimberga – solo previa bollitura e per gli usi igienici». Insomma non si beve, non si cucina.
E questo vale «per tutte le utenze anche per gli esercenti di pubblici esercizi che utilizzano direttamente dette acque per le fasi di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande».

Le analisi dell’Asp

L’esigenza è nata dopo le analisi effettuate dall’Asp di Crotone, Dipartimento di prevenzione servizio igiene degli alimenti e della nutrizione, in sei punti di prelievo effettuati nella città di Isola. Il rapporto dell’Asp parla di «non conformità microbiologica».
L’ordinanza rimarrà valida fino «alla comunicazione da parte dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) dipartimento di Prevenzione servizio igiene degli alimenti e della nutrizione di Crotone, dell’avvenuto ripristino delle condizioni di conformità dell’acqua erogata ai parametri di legge». Sono trascorsi due anni e ancora l’ordinanza sta in piedi con tutte le sue prescrizioni.

Da Congesi a Sorical

Nel 2023 il Comune aveva dato il potabilizzatore in gestione alla società Congesi alla quale, vista l’emergenza, nell’ordinanza si chiedeva di «attivarsi con ogni mezzo ed in tempi estremamente celeri per la risoluzione dei problemi evidenziati». Attualmente, però, Congesi è in fase di liquidazione e il potabilizzatore lo gestisce Sorical. E quando l’acqua di Sorical non basta si attiva il Consorzio di bonifica che, però, fornisce acqua per l’irrigazione. Ma la coperta è sempre troppo corta perché anche gli agricoltori hanno problemi con le forniture.

L’inchiesta della Procura

Su questa vicenda, da una settimana circa, ha acceso i fari anche la Procura di Crotone che ha affidato le indagini ai carabinieri del Comando Provinciale. Il 27 novembre i militari si sono presentati negli uffici del Comune, della Sorical, dell’Arpacal e dell’Arrical (Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria) per acquisire documenti e «accertare ruoli, responsabilità e modalità di intervento delle diverse agenzie ed enti locali che, nel tempo, sono stati chiamati a operare sul servizio idrico integrato relativo al comune di Isola Capo Rizzuto». La Procura guidata da Domenico Guarascio si chiede come mai dal 2023 l’acqua non sia ancora potabile e non utilizzabile a uso domestico. E questo alla luce anche delle «decine di segnalazioni da parte dei cittadini, che hanno richiesto chiarimenti e interventi immediati per garantire la sicurezza del servizio. È proprio alla luce di questo crescente malcontento - scrivono i carabinieri in un comunicato – che si è intensificata l’attenzione sul caso, poi scaturita in un’indagine approfondita che punta a fare luce su eventuali irregolarità nella gestione, sui tempi e sulle modalità dei controlli, nonché sull’effettiva efficacia dei sistemi di monitoraggio dell’acqua».

L’opposizione: «Azione amministrativa non efficace»

Il problema, ci spiega il consigliere di opposizione, già candidato a sindaco col centrodestra, Maurizio Piscitelli, è che «l’acqua di Sorical da sola non è sufficiente ad alimentare l’intero paese… Il problema c’è sempre stato ma, soprattutto, si è avvertito in questi ultimi anni perché l’azione amministrativa non è stata molto efficace, anche a causa della cattiva gestione del sistema idrico del paese da parte di Congesi». Secondo Piscitelli le responsabilità vanno in direzione di Congesi per la gestione che ha condotto ma c’è anche l’attività del Comune «che nella manutenzione o nell’acquisto di nuovi filtri o nella realizzazione di un potabilizzatore ex novo è rimasta inerme. Ha cercato di rimediare alla crisi idrica con dei pozzi che poi si sono rivelati inefficienti». Si è provveduto a superare la crisi anche attingendo a pozzi privati che si trovano più a monte però questo «non poteva soddisfare la sete di un intero paese».

Abusivismo dilagante

Un paese di 18mila abitanti che si è lamentato con l’autorità giudiziaria ma che, pubblicamente, tace. In questi due anni non sono sorti comitati o associazioni. Qualche tempo fa hanno protestato i gestori di alcuni villaggi turistici ma la cosa è finita lì. Il problema di questo silenzio sarebbe racchiuso nel fatto che tanti abitanti non sono in regola con gli allacci. Insomma, l’abusivismo dilaga anche se, ci assicura Piscitelli, oggi Sorical sta sanando i contratti abusivi. «Si stanno regolarizzando tutti», dice.

Rete idrica vetusta

Nelle scorse ore abbiamo provato a telefonare e a scrivere al sindaco Vittimberga che non ci ha dato risposte. In difesa del suo operato è intervenuto un geometra residente nel rione Colosimo. «Non si può pretendere dal Comune la potabilità al cento per cento», dice e punta il dito contro «Sorical e Regione» perché la causa di questa acqua non bevibile starebbe nel sistema di tubature che conduce le risorse idriche dal lago Sant’Anna al potabilizzatore. E, in effetti, dal 10 novembre al 15 gennaio 2023 il lago Sant’Anna è stato svuotato perché necessitava «necessita di urgenti lavori di manutenzione sulla condotta adduttrice a valle della presa sul torrente Tacina». Il rischio era, come prospettato dai tecnici della regione, che «se non si interviene subito c'è il forte rischio che qualche condotta inizi a saltare, perché ormai troppo obsolete e piene di crepe».
Si tratterebbe, dice il geomtera, di tubi in ferro «fatti dalla Cassa del Mezzogiorno», insomma un colabrodo che farebbe arrivare all’impianto un’acqua così inquinata e piena di detriti da intasare in fretta i filtri e compromettere la depurazione. Ma la soluzione dovrebbe arrivare con una nuova opera di collegamento per prendere l’acqua dal lago Sant’Anna e portarla al potabilizzatore.

A interessarsi per primo al problema sarebbe stato l’ex assessore regionale Ultimo, in epoca Santelli. Ora si attende che il lavoro venga completato anche se, ci avverte il consigliere Piscitelli che anche la rete idrica cittadina non è messa ovunque benissimo. «L’ultimo ammodernamento l’ha fatto il sindaco Carolina Girasole nei quartieri a ridosso del centro storico. Ma in altre zone, come Madonna degli Angeli o Parco Insiti Vecchio, le condutture sono vetuste, per non dire un colabrodo.

Acqua marrone dai rubinetti

«La gente – dice l’avvocato Piscitelli – è molto arrabbiata perché alla carenza idrica si è aggiunto il problema della potabilità dell’acqua che scendeva marrone dai rubinetti. E questo avviene perché se entrano più di 20 litri di acqua al secondo nel potabilizzatore il meccanismo di filtraggio non è efficiente, non ce la fa».

«Altro punto controverso è che - ribatte il consigliere – noi non sappiamo se c’è stato un passaggio di consegne tra Comune e Sorical (nella gestione dell’impianto, ndr)». Secondo il consigliere il passaggio doveva essere fatto tra il Comune, proprietario dell’impianto, e Sorical. «Sappiamo che il passaggio è stato fatto tra Congesi e Sorical ma Congesi non può disporre di beni che non gli appartengono».

L’attivazione del Coc

Questioni tecniche a parte, restano i problemi pratici per la popolazione che hanno portato «in più occasioni», dice Piscitelli, l’amministrazione ad attivare il Coc (Centro operativo comunale).
«Quando c’è stata la crisi idrica si è attivato il Coc – spiega il consigliere –. C’è stata la Protezione civile per portare soccorso a quelle abitazioni che si trovavano più lontane dagli impianti e che non prendevano acqua».

Poca acqua per agricoltori e allevatori

Esiste un altro problema a Isola, non ultimo tra tutti. Ce lo spiega il geometra di rione Colosimo: il consumo d’acqua a Isola è enorme perché siamo in presenza «della più grande estensione di territorio dedicata all’agricoltura intensiva degli ortaggi». Senza contare il mantenimento di «25mila capi di bestiame». Il consumo è enorme, l’acqua è un bene preziosissimo che però non viene raccolto e viene spesso sprecato.
I canali di scolo da pulire da parte del Consorzio di bonifica «sono ostruiti», dice il geometra. L’acqua non si incanala, non si raccoglie.

La questione A2A

E poi c’è anche la questione A2A, la società con sede legale a Brescia che sfrutta l’acqua dei bacini Calabresi per produrre energia elettrica. I suoi principali azionisti sono il comune di Brescia e quello di Milano e ogni anno «A2A – dice il geometra – butta in mare 57 milioni di litri d’acqua che potrebbero essere riutilizzati».
Il contratto tra A2A e Regione, spiega Piscitelli, è in scadenza, «abbiamo avuto interlocuzioni con l’assessore all’agricoltura Gallo e col presidente che hanno preso impegni che il contratto con A2A verrà senz’altro rivisto in senso più favorevole all’utilizzo dei laghi silani anche per la popolazione e per l’agricoltura».