Il reato che ha investito il politico non rientra tra quelli contemplati dalla legge Severino. Sentenza più severa per fratello e marito dell’imputata: quattro anni di reclusione. Assolta la sorella minore
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Il Tribunale collegiale di Lamezia Terme - Silvestri presidente, a latere Aracri e Angelini – al termine di oltre due ore di camera di consiglio ha emesso sentenza per quanto riguarda il fallimento della società Caruso Group i cui componenti dovevano rispondere, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, peculato e riciclaggio. La vicenda riguardava in particolar modo la contestazione ai fratelli Caruso e a Giuseppe Cristaudo (marito di Titina Caruso) di aver distratto dei soldi dal patrimonio della società creando un danno ai creditori e procurando un ingiusto profitto a se stessi.
I giudici di primo grado hanno condannato Antonio Pietro Caruso e Giuseppe Cristaudo, amministratori di fatto della società, a 4 anni di reclusione (chiesti 5 anni), per i reati di bancarotta fraudolenta (con esclusione della condotta dal 26 ottobre 2007 al 27 dicembre 2007), per aver tenuto i libri e le altre scritture contabili della società in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari della medesima. Condannati anche per non aver tenuto alcun libro o altra scrittura contabile a partire dal primo febbraio 2008. Cristado e Caruso sono stati condannati alle pene accessorie di 5 anni interdizione pubblici uffici e incapacità ad avere ruoli direttivi in qualsiasi impresa per 4 anni.
Antonio Pietro Caruso è stato assolto dall’accusa di aver evaso l’imposta sui redditi
Il collegio ha condannato la consigliera comunale di Forza Italia Titina Caruso, a due anni di reclusione (chiesti 4 anni), con sospensione condizionale della pena, per bancarotta fraudolenta, (con esclusione della condotta dal 26 ottobre 2007 al 27 dicembre 2007). Per la consigliera sono state riconosciute le attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità. Titina Caruso è stata condannata alla pena accessoria dell’incapacità ad avere ruoli direttivi in qualsiasi impresa per 2 anni. Il reato che ha investito il politico non rientra tra quelli contemplati dalla legge Severino.
Assolta Anna Maria Caruso (chiesti 4 anni) dai reati di bancarotta fraudolenta per non aver commesso il fatto. Assolta anche Antonella Vitiello dall’accusa di riciclaggio per intervenuta prescrizione (era stata chiesta l’assoluzione).
Assolti, poi, per intervenuta prescrizione Anna Maria Caruso, Antonio Pietro Caruso, Titina Caruso e Giuseppe Cristaudo, per i reati, a vario titolo contestati, di un’ipotesi di bancarotta fraudolenta e peculato.
Anna Maria Caruso è difesa dall’avvocato Domenico Villella. Pietro Antonio Caruso e Antonella Vitiello sono difesi dall’avvocato Salvatore Cerra; Giuseppe Cristaudo e Titina Caruso dagli avvocati Salvatore Gigliotti e Giuseppe Spinelli.