Secondo l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) il Comune di Lamezia Terme avrebbe affidato incarichi in modo continuativo a tre avvocati in barba al principio di rotazione. Questo sarebbe avvenuto «dal 2011 sino ad oggi, in violazione del codice dei contratti». Gli avvocati che avrebbero «gestito l’ufficio legale del Comune di Lamezia» sono Francesco Carnovale Scalzo, Salvatore Leone e Caterina Flora Restuccia. L’Anac rileva che l’ente ha stipulato con tali avvocati «quattro distinte convenzioni nelle annualità 2011, 2015, 2017 e 2022, esternalizzando, di fatto, la quasi totalità dei servizi legali a tre professionisti estranei all’organigramma dell’ente locale».

L’Anac, dopo la riunione del 23 luglio scorso, ha emesso la delibera 335 attraverso la quale afferma che il Comune di Lamezia Terme, nel corso delle passate amministrazioni, «ha impropriamente qualificato gli appalti di servizi legali contravvenendo nell’esternalizzazione degli incarichi legali ai principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità…».

Le segnalazioni

A un anno dal termine dell’amministrazione precedente, retta dal sindaco Paolo Mascaro, l’Anac ha ricevuto la segnalazione che il Comune di Lamezia Terme, con la determina numero 56 del 22 marzo 2024, «aveva deliberato di prorogare per altri due anni l’incarico di rappresentanza legale del Comune di Lamezia Terme agli avvocati Carnovale Scalzo Francesco, Restuccia Caterina Flora, Leone Salvatore…».
«In virtù di tale situazione fattuale – scrive l’Anac –, le ripetute proroghe della convenzione con i tre legali sarebbero state giustificate dal Comune di Lamezia Terme in ragione dei disparati incarichi e delle molteplici funzioni espletate dal dirigente dell’avvocatura, unitamente alla carenza di personale interno qualificato per assumere la rappresentanza in giudizio».

A settembre 2024 il Comune fa presente «la carenza di risorse interne all’ente, in quanto non esisteva nell'organico del Comune di Lamezia Terme alcun dipendente che, per qualifica e profilo professionale, potesse espletare l'incarico di rappresentanza in giudizio del Comune, con esclusione del dirigente dell'Avvocatura».

A gennaio 2025 arriva una nuova segnalazione: «che informava l’Autorità in merito alla frequente prassi all’interno dell’ente locale di conferire gli incarichi legali di maggior valore economico ad avvocati esterni all’avvocatura Comunale, non avvalendosi delle risorse interne qualificate, pure presenti».

Il legale interno e gli esterni

Secondo i controlli dell’Anac «tale seconda segnalazione appare sostanzialmente in linea con quanto asserito dal Comune di Lamezia Terme» ovvero che «il legale interno si occupa esclusivamente dei giudizi pendenti innanzi alle Commissioni Tributarie provinciali e regionali e dei giudizi pendenti innanzi agli uffici dei Giudici di Pace conseguenti dall’irrogazione di sanzioni per violazioni del codice della strada e/o cartelle esattoriali».
Ai tre avvocati esterni risultano affidati 177 giudizi (civili) pendenti innanzi ai Tribunali; 14 giudizi (civili) pendenti innanzi alle Corti di Appello; 10 giudizi (civili e/o tributari) pendenti innanzi alla Corte di cassazione e Tribunale superiore delle acque; 64 giudizi penali, per costituzione di parte civile dell’Ente, pendenti innanzi agli Uffici di Giudice di Pace, ai Tribunali, Corti Di Appello, Corte di cassazione; 31 giudizi (amministrativi) pendenti innanzi al Tar 9 giudizi (amministrativi) pendenti innanzi al Consiglio di Stato; 67 giudizi (civili) pendenti innanzi agli Uffici dei Giudici di Pace.

Secondo la segnalazione ai tre professionisti avrebbero ricevuto «“un corrispettivo predeterminato, pagato mensilmente, che non tiene in considerazione la quantità né la qualità del servizio prestato dagli avvocati,” con un importo “pari alla retribuzione annua prevista attualmente dal Ccnl funzioni locali per l’area dei funzionari con differenziale stipendiale zero, aumentato dell’indennità di amministrazione prevista dall’ente locale”».

Il sinco Murone: «Faremo delle short list»

Interpellato sul da farsi, l’attuale sindaco, Mario Murone, ha dichiarato che già prima dei rilievi dell’Anac la questione era stata attenzionata dall’amministrazione che l’aveva fatta presente nel corso del consiglio comunale del nove settembre scorso.

«Era una questione che avevo attenzionato fin dall’inizio del mio mandato – dice – e sulla quale avevamo intenzione di mettere mano avendo già dato incarico all’ufficio legale di modificare le modalità di assegnazione degli incarichi legali. La nostra idea è quella di creare delle short list aperte a tutti i professionisti, con dei criteri di adesione a vari settori che saranno delineati. Questa dell’Anac è una decisione arrivata all’improvviso che riguarda evidentemente la vecchia gestione dell’attività amministrativa e della quale ci faremo carico cercando di valutare la fondatezza o meno dei rilievi mossi, come è doveroso fare».

Nei prossimi giorni è prevista una seduta di giunta per approntare le attività amministrative dirette alla individuazione dei criteri di assegnazione degli incarichi e della apertura delle short list. Fino ad allora il Comune si avvarrà dei professionisti dell’ufficio legale.