Deposizione del presidente dell’Ordine di Vibo e dirigente Asp. Che ricorda la sua assoluzione dall’accusa di stalking dopo la denuncia di Nicolina Corigliano e i sequestri agli Accorinti di Zungri: «Abbiamo sempre fatto il nostro dovere anche se lì il 20% degli allevatori ha guai con la giustizia»
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E’ stata la volta venerdì scorso anche della deposizione in aula del dottore Francesco Massara, presidente dell’Ordine dei veterinari di Vibo Valentia e dirigente dell’Asp, nel processo nato dalla maxioperazione antimafia denominata “Maestrale-Carthago”. Una deposizione servita per chiarire diversi aspetti rispetto alla contestazione che gli viene mossa dalla Dda di Catanzaro - tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso – per via del trasferimento disposto dallo stesso nei confronti della veterinaria dell’Asp Nicolina Corigliano. “Era il 25 gennaio 2012 – ha ricordato Francesco Massara in aula – ed in attuazione della decisione della Regione Calabria, che nel novembre del 2011 aveva istituito una task force sulla brucellosi, la Corigliano è stata assegnata al distretto sanitario di Spilinga. Da lì è iniziato il mio calvario, con la Corigliano che si recava ogni giorno a Zungri da Giuseppe Accorinti – ha spiegato Massara – parlandogli male di me e cercando di farlo intervenire contro di me affinché io ritrasferissi la veterinaria a Vibo. La Corigliano ha creato problemi continui, non avevo stima di lei e dal suo trasferimento è iniziato il mio calvario che perdura sino ad oggi. All’Asp aveva atteggiamenti continuamente provocatori nei miei confronti, tanto da arrivare in ufficio persino con una maglietta recante la scritta: “Mi fai un baffo”. Si vantava di essere amica all’epoca di un pm della Procura di Vibo al quale curava i cani e di essere anche parente di un finanziere dicendo che me l’avrebbe fatta pagare. Il 17 gennaio del 2015 ho aperto un procedimento disciplinare contro di lei, insieme al direttivo dell’Ordine dei veterinari, perché era stata denunciata da una collega. Il 28 gennaio 2015 lei mi denuncia dicendo che io l’avevo mandata a Zungri in un covo di delinquenti e con un carico di lavoro enorme. Il pm Santi Cutroneo rigetta tutte le accuse della Corigliano contro di me, ma la Corigliano si appella e presenta opposizione all’archiviazione. Dopo ben dieci anni – ha ricordato un emozionato Francesco Massara in aula – sono stato assolto con formula ampia, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di stalking che mi aveva mosso la Corigliano la quale nella stessa aula di Tribunale mi ha però urlato che mi avrebbe distrutto”.
Accorinti e i “consigli” a Massara
Francesco Massara, rispondendo alle domande del suo difensore – l’avvocato Salvatore Pronestì – ha quindi ricordato che la “veterinaria Corigliano dava del tu a Giuseppe Accorinti e di tale circostanza si accorse pure una marescialla. Tra il 2012 e il 2013 in un bar a Mesiano mi si è invece avvicinato casualmente un imbarazzato Giuseppe Accorinti il quale mi disse di lasciare stare quella pazza della Corigliano che andava ogni giorno a trovarlo nella sua azienda agricola per parlare male di me. Io ho risposto ad Accorinti di continuare a fare l’allevatore e di non intromettersi e lui si è messo a ridere per la mia risposta sprezzante”.
L’accusa sostiene che il boss di Zungri Giuseppe Accorinti e Nazzareno Cichello (cl. ’60) di Filandari, in concorso con il dottore Massara, avrebbero cercato di far ritirare alla veterinaria le denunce per stalking sporte dalla stessa Corigliano nei confronti di Massara. Accusa per stalking poi in realtà mai ritirata dalla Corigliano e per la quale Francesco Massara è stato invece assolto dal Tribunale di Vibo con formula ampia.
“Nazzareno Cichello, che aveva un’azienda sul Poro, era amico della Corigliano e si era messo a disposizione della veterinaria per accompagnarla presso le altre aziende agricole. Anche Cichello mi diceva che la Corigliano parlava male di me con tutti gli allevatori ai quali era anche solita mostrare il giornale con scritto “Massara rinviato a giudizio per stalking”. Gli allevatori – ha riferito Massara in aula – sentendo queste cose l’hanno però allontanata difendendomi e ricordando che i Massara sono persone perbene e rappresentano da sempre la storia della medicina veterinaria nel Vibonese”.
Francesco Massara, già protagonista di diverse accuse contro il dirigente Asp Cesare Pasqua (quest’ultimo sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa) rispondendo alle domande del pm della Dda Irene Crea, ha quindi ricordato di aver denunciato diverse volte anche la veterinaria Corigliano, denunce però tutte archiviate dalla Procura di Vibo tra il 2013 e il 2015.
I sequestri a Zungri
Francesco Massara ha quindi ricordato in aula i sequestri e gli abbattimenti di bovini fatti effettuare - nel corso della propria attività di dirigente amministrativo del settore veterinaria dell’Asp di Vibo - ai danni degli Accorinti di Zungri unitamente ai carabinieri. Ha richiamato in particolare i sequestri ai danni del boss Giuseppe Accorinti, ma anche quelli nei confronti di Ambrogio e Pietro Accorinti (fratelli di Giuseppe), le multe comminate ai boss di Zungri per le irregolarità nella tenuta delle stalle e degli animali che in diversi casi sono stati abbattuti. Quindi, alcuni dati particolarmente significativi e che la dicono lunga sui pericoli per i veterinari addetti ai controlli nelle stalle del Vibonese: “Su 2.200 allevatori che ci sono in provincia – ha concluso Massara – almeno il 20 per cento ha problemi con la giustizia, chi per tentato omicidio, chi per sequestro di persona, chi per droga, altri ancora per lesioni e detenzione di armi. Una situazione di grave pericolo per i veterinari, ma per la quale io e altri colleghi abbiamo sempre coraggiosamente fatto il nostro dovere”.