’Ndrangheta, gestirono la latitanza di Domenico Crea: otto arresti nel Reggino - NOMI
VIDEO | Il blitz della Polizia di Stato. Le persone arrestate sono indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena (ASCOLTA L'AUDIO)
Otto persone sono state arrestate dalla polizia nell'ambito di un'operazione della Dda di Reggio Calabria che ha colpito, tra l'altro, la rete di fiancheggiatori del boss della 'ndrangheta Domenico Crea, catturato il 2 agosto del 2019 a Ricadi (Vibo Valentia), dopo oltre 4 anni di latitanza. Associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena aggravati dalle finalità mafiose sono i reati contestati a vario titolo agli arrestati.
Arrestato il boss latitante Domenico Crea
Altre 7 persone sono indagate solo per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e dall’attuale Sezione Investigativa Servizio Centrale Operativo di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura guidata da Giovanni Bombardieri, hanno riguardato la gestione della latitanza di Domenico Crea, ritenuto reggente dell'omonimo clan di Rizziconi, dopo la detenzione del padre Teodoro e del fratello Giuseppe.
A proteggere il presunto boss, sarebbe stato un gruppo di fedelissimi, tra i quali Domenico Pillari e suo figlio Giovanni, e Rocco Versace, peraltro già condannati in passato per aver favorito la latitanza dell’anziano patriarca Teodoro Crea: sarebbero stati loro a veicolare i messaggi dei capi verso esponenti di altre articolazioni criminali.
Anche Mancuso e Gallone coinvolti
In provincia di Vibo Valentia, Crea secondo gli inquirenti era aiutato da Luigi Mancuso e Pasquale Gallone, quest'ultimo condannato in primo grado nel processo Rinascita-Scott celebrato con rito abbreviato a 20 anni di reclusione. È in corso per lui il processo di appello. Luigi Mancuso, ritenuto al vertice della omonima consorteria, si trova ancora sotto processo in primo grado, nell'ambito dell'operazione Rinascita Scott, dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia. Gallone secondo gli inquirenti ricopre un ruolo apicale della cosca di Limbadi.
L'omicidio Bruzzese
La misura cautelare è stata notificata anche a Francesco Candiloro, già arrestato nell'ottobre del 2021 e condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio di Marcello Bruzzese, fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Biagio, ucciso il 25 dicembre del 2018 a Pesaro. Nell’ambito dell’operazione, denominata dalla polizia "Declino", sono state eseguite anche diverse perquisizioni.
L’assassinio di Marcello Bruzzese, così come ulteriori progetti di attentato, per i quali Candiloro, sempre ad ottobre del 2021, è stato colpito da un fermo di indiziato di delitto disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, sono ritenuti, sulla base del quadro indiziario acquisito, azioni ritorsive rientranti nel programma criminoso della cosca Crea.
Per tali ragioni veniva avviato un proficuo scambio informativo ed un coordinamento investigativo con le Dda di Brescia ed Ancona, che permetteva di arricchire e consolidare il quadro indiziario, anche con le dichiarazioni di due degli indagati del procedimento bresciano, che nel frattempo manifestavano la volontà di collaborare con la giustizia, che avrebbero confermato l’ipotesi che l’omicidio Bruzzese e gli ulteriori propositi omicidiari scaturivano da ordini impartiti dai vertici della cosca Crea.
Per le stesse motivazioni, veniva avviato un coordinamento investigativo anche con la Dda di Catanzaro, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, titolare di procedimenti relativi ad ulteriori fatti delittuosi inquadrati nel programma criminoso della cosca Crea, per i quali la Procura di Catanzaro, ha richiesto ed ottenuto dal GIP un’ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita nelle scorse ore, contestualmente ai provvedimenti emessi dal Gip reggino.
Misura cautelare in carcere - NOMI
- PILLARI Domenico detto “Mimmo” nato a Rizziconi il 13/05/1965, per il reato di Associazione Mafiosa;
- PILLARI Giovanni nato a Polistena il 30/11/1993, per il reato di Associazione Mafiosa;
- VERSACE Rocco detto “Rocco ‘u Gemellu” nato a Taurianova il 31/10/1967, già detenuto per altra causa, per il reato di Associazione Mafiosa;
- ROTTURA Antonino detto “Nino” nato a Rizziconi il 08/08/1961, per il reato di Associazione Mafiosa;
- TRIPODI Salvatore nato a Cinquefrondi il 15/01/1993, per il reato di Associazione Mafiosa;
- CANDILORO Francesco, nato a Polistena (RC) il 6.1.1979, già detenuto per altra causa, per il reato di Associazione Mafiosa;
- GALLONE Pasquale nato a Nicotera (VV) il 30/08/1960, già detenuto per altra causa, per i reati di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose;
- MANCUSO Luigi nato a Limbadi (VV) il 16/03/1954, già detenuto per altra causa, per il reato di favoreggiamento personale, aggravato dalle finalità mafiose;
Diverse perquisizioni
Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria, oltre all’esecuzione delle misure restrittive, sono state eseguiti anche diversi decreti di perquisizione, in particolare a carico degli indagati in stato di libertà. La fase finale dell’operazione è stata supportata da personale dalle Squadre Mobili di Bologna, Nuoro e Vibo Valentia e dalle S.I.SCO di Milano, Catanzaro e L’Aquila, da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine e dal Gabinetto Polizia Scientifica.