E’ Pasquale Puglia, 51 anni, nativo di Polla (in provincia di Salerno), ma imputato nel processo “Costa Pulita” contro i clan di Briatico, nel Vibonese, il latitante estradato nei giorni scorsi dagli Emirati Arabi Uniti e arrestato una volta giunto all’aeroporto di Fiumicino. E’ ritenuto legato al clan Melluso di Briatico (anche per via di vincoli familiari) ed in tale veste il 13 marzo 2024 è stato condannato in primo grado alla pena di 9 anni di reclusione dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel processo nato dall’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata “Costa Pulita”. Il processo d’appello (dove è imputato a piede libero) deve ancora essere fissato.


Pasquale Puglia era latitante dal 2023 e ad arrestarlo sono stati i finanzieri del comando provinciale di Milano unitamente a personale dell'Ufficio di Polizia di Fiumicino. Si era infatti sottratto al mandato del gip di Milano nell’ambito di un’indagine sviluppata dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Gorgonzola che aveva consentito di disarticolare un'organizzazione criminale - della quale Pasquale Puglia è considerato soggetto di vertice con l’obiettivo di generare proventi illeciti per la cosca Melluso - dedita alla commissione di reati economico-finanziari (emissione ed utilizzo di fatture per operazioni insistenti, indebite compensazioni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, omesso versamento dell’Iva, reati fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, somministrazione illecita di manodopera e successivo riciclaggio di denaro), taluni dei quali, compiuti con l'aggravante dall'agevolazione mafiosa.


Nei confronti di Pasquale Puglia, rifugiatosi negli Emirati Arabi Uniti, era stato emesso un provvedimento di ricerca in campo internazionale con richiesta di estradizione e, una volta giunto in Italia con volo da Dubai, è stato scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Attualmente si trova ristretto nel carcere di Civitavecchia, in attesa del trasferimento definitivo nel carcere San Vittore di Milano.

Le indagini su Pasquale Puglia hanno accertato “una sensibile sproporzione tra i redditi dichiarati e il suo tenore di vita”. In particolare, è stato accertato “l'acquisto e il possesso” di immobili a Milano e provincia, oltre a “disponibilità liquide su conti correnti, incompatibili rispetto alle disponibilità lecite attribuibili al nucleo familiare, per un valore complessivo di oltre tre milioni di euro”. I beni sono stati posti sotto sequestro. Stando all’inchiesta della Dda di Milano, Pasquale Puglia avrebbe gestito, come riportato nelle imputazioni, “cooperative di servizi” in Lombardia con sede a Gorgonzola, nel Milanese, “per conto della cosca e in particolare di Leonardo Melluso”, indicato quale capo promotore dell’omonimo clan di Briatico. Pasquale Puglia avrebbe inoltre “imposto” la manodopera, facendo poi giungere i “proventi” illeciti al clan.