VIDEO | Studenti e cittadini hanno chiesto il rilascio degli equipaggi della Freedom Flotilla e sottolineato l’importanza di manifestare anche nelle piccole realtà
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Un gruppo determinato di cittadini, attivisti e studenti si è ritrovato ieri sera in piazza Bernardino Le Fosse a Rossano per tenere vivo il sostegno alla popolazione palestinese. Un presidio “degli equipaggi di terra”, come lo definiscono gli organizzatori del Coordinamento Corigliano-Rossano per la Palestina, che rientra nello stato di mobilitazione permanente in corso in diverse città italiane. Cartelli, bandiere e qualche megafono. Nessuno slogan urlato, ma una presenza costante, silenziosa, voluta. Il motivo: il nuovo sequestro da parte delle forze armate israeliane di una delle navi della Freedom Flotilla, diretta a Gaza con a bordo medici, giornalisti e volontari, tra cui anche l’attivista calabrese Vincenzo Fullone, da anni impegnato nel documentare la realtà palestinese e nel promuovere canali di solidarietà.
«Non un atto ostile, ma una missione umanitaria»
A spiegare le ragioni della mobilitazione è Antonio Viteritti, del Coordinamento Corigliano-Rossano per la Palestina. «Siamo scesi in piazza – racconta – per rispondere all’appello della Freedom Flotilla Coalition e di tutte le realtà palestinesi in Italia e in Europa. Chiediamo la liberazione immediata degli attivisti sequestrati illegalmente in acque internazionali. La loro missione è umanitaria: portavano aiuti e medicine alla popolazione di Gaza, non armi». Viteritti chiarisce che l’obiettivo del presidio è anche tenere alta l’attenzione su un conflitto ormai fuori dai riflettori: «Non parliamo di azioni violente. La Freedom Flotilla agisce nel pieno rispetto del diritto internazionale. Chiediamo di mantenere alta la vigilanza sul genocidio in corso e di garantire la liberazione dei prigionieri palestinesi, molti dei quali detenuti da anni e sottoposti a torture in violazione delle convenzioni umanitarie».
Poi un pensiero al concittadino Vincenzo Fullone, tra i fondatori nel 2013 di iMedia Gaza, la prima agenzia di comunicazione indipendente nata nella Striscia: «Vincenzo è un nostro compagno, un amico. Ha dedicato anni alla causa palestinese, anche dal nostro territorio. Siamo pronti a mobilitarci per lui e per tutti gli attivisti detenuti nelle carceri israeliane».
«Le piccole piazze contano»
Tra i partecipanti anche Emanuele Pinto, del coordinamento di Cassano all’Ionio. Il suo intervento in piazza è stato uno dei più accesi. «Siamo venuti appositamente per manifestare – ha spiegato – dopo che questa notte l’ennesima imbarcazione della Global Freedom Flotilla è stata rapita dall’esercito israeliano. È imbarazzante che, dopo una denuncia per complicità nel genocidio, il governo italiano continui a restare al suo posto e a mantenere la propria complicità». Pinto ha voluto rimarcare il valore dei gesti locali, anche in un contesto mondiale così grande: «Contano anche le piccole piazze. È da ogni centro, da ogni scuola e da ogni luogo culturale che bisogna ripartire per costruire consapevolezza. Ognuno di noi può fare la propria parte, anche attraverso il boicottaggio dei prodotti e delle aziende che finanziano Israele, e raccontando la verità storica: Israele è uno Stato coloniale, come lo furono il Sudafrica e l’Algeria. Solo riconoscendo questo si può pensare a una pace autentica».
«Complicità italiana»
Nel suo intervento, Pinto ha affrontato anche la questione politica e legale: «La denuncia presentata alla Corte di Giustizia Internazionale è sacrosanta. Il governo italiano afferma di aver sospeso la vendita di armi a Israele dopo il 7 ottobre, ma non è vero. Amnesty International e altre organizzazioni hanno dimostrato che Leonardo S.p.A. ha continuato a fornire armamenti e componenti, anche tramite triangolazioni o spedizioni di pezzi da assemblare. È una complicità evidente e spero che un giorno arrivi un mandato di cattura internazionale anche per chi governa oggi il nostro Paese». Parole forti, accolte con un lungo applauso dal gruppo presente in piazza. Un messaggio chiaro: anche le comunità periferiche possono e devono prendere posizione su temi che toccano la coscienza collettiva.
«Serve un dibattito vero anche nella nostra città»
Alla manifestazione era presente anche Giuseppe Fusaro, consigliere comunale di Corigliano-Rossano, che ha parlato in qualità di membro del comitato civico nato nelle ultime settimane per sostenere la causa palestinese. «Questo comitato è nato spontaneamente – ha raccontato – per appoggiare una battaglia che, prima ancora di essere politica, è umanitaria». Fusaro ha evidenziato la necessità di una maggiore partecipazione civile e culturale: «Ci aspettiamo di sensibilizzare l’opinione pubblica nella nostra città, soprattutto tra i giovani e gli studenti, che su questo tema sono rimasti un po’ fermi. Vogliamo stimolare un dibattito vero, perché rispetto ad altre piazze calabresi qui il confronto è ancora statico. È importante che anche Corigliano-Rossano si muova e si faccia sentire su una causa come questa».