Secondo grado da rifare in accoglimento di un ricorso dei difensori degli imputati. I fratelli Cracolici si trovano sotto processo dopo la trasmissione degli atti dalla Procura di Vibo alla Dda di Catanzaro
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La Cassazione ha annullato con rinvio tre condanne emesse in secondo grado dalla Corte d’Appello di Catanzaro nei confronti di tre imputati del Vibonese: Francesco Cracolici, 49 anni, di Filogaso (condannato in appello a 6 anni); Renato Cracolici, 45 anni (fratello di Francesco, condannato in appello a 6 anni); Onofrio Arcella, 38 anni, di Sant’Onofrio (condannato in appello a 3 anni e 6 mesi). In primo grado tutti gli imputati erano stati assolti dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia: per Francesco Cracolici il reato di tentata estorsione era stato derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni e non luogo a provvedere per tale reato in mancanza di querela; Renato Cracolici e Onofrio Arcella erano stati invece assolti per non aver commesso il fatto. Per tutti i giudici di primo grado avevano escluso l’aggravante mafiosa. La Corte d’Appello di Catanzaro aveva però ribaltato il verdetto in accoglimento di un ricorso della Dda e si erano registrate le condanne.
La Cassazione ha quindi ora accolto il ricorso dei difensori degli imputati: l’avvocato Sergio Rotundo per Francesco Cracolici e Onofrio Arcella; l’avvocato Giosuè Monardo per Onofrio Arcella; gli avvocati Antonio Galati e Domenico Ceravolo per Renato Cracolici. Per gli imputati sarà quindi necessario un nuovo processo di secondo grado dinanzi ad una diversa sezione (rispetto alla precedente) della Corte d’Appello di Catanzaro. La Cassazione ha inoltre ieri rigettato il ricorso della Procura generale che chiedeva il riconoscimento dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa (esclusa in secondo grado) nei reati contestati agli imputati.
Le accuse
Gli imputati erano stati arrestati il 23 agosto 2017 per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il processo di primo grado era iniziato il 24 settembre 2018. L’inchiesta era passata alla Dda di Catanzaro dopo la trasmissione degli atti ad opera della Procura di Vibo Valentia. I carabinieri, camuffati da operai, avevano simulato l’esecuzione di alcuni lavori nel Parco eolico-fotovoltaico di Filogaso. Ad avvicinarli, secondo l’accusa, i tre imputati che, con atteggiamenti e minacce di morte, avrebbero cercato – secondo gli inquirenti – di costringere i “carabinieri-operai” ad allontanarsi dal Parco eolico interrompendo i lavori intrapresi. Sui terreni dove insiste il Parco eolico (di cui è cointestatario Francesco Cracolici e sul quale Enel Green Power esercita il diritto di superficie) sino a poco tempo prima i lavori di pulizia sarebbero stati eseguiti dai tre imputati. I due Cracolici sono figli di Alfredo Cracolici, ucciso nel febbraio del 2002 in agguato commesso nel territorio di Vallelonga (omicidio contestato a Domenico Bonavota di Sant’Onofrio nel processo Rinascita Scott).