Un affresco inedito di Galeazzo Ciano ed Edda Mussolini, tracciato dalla fine penna di Mimmo Gangemi postosi dalla loro angolazione per raccontare la loro storia d’amore e, attraverso di essa, anche la storia dell’Italia Fascista. Protagonista è Ciano, «uomo ambivalente», lo definisce lo scrittore, debole con il (suocero) Duce del quale ambiva ad essere il successore, capace di sacrificare ogni sua buona idea sull’altare di quella stessa ambizione che dà poi anche corpo al titolo del romanzo “A me la Gloria”.

Protagonista dei caffè letterari del Rhegium Julii, nella cornice del circolo del tennis Polimeni di Reggio Calabria, il romanzo è stato al centro della conversazione tra Mimmo Gangemi, il presidente del circolo Rhegium Julii, Giuseppe Bova, la professoressa Florinda Minniti e la scrittrice e attrice Daniela Scuncia.

Si snoda tra lo sfarzo di Roma e il carcere degli Scalzi di Verona, tra il 1930 e il 1944, la vicenda umana e sentimentale di Galeazzo ed Edda. Vicenda che necessariamente si intreccia con la storia del Fascismo in Italia. Mimmo Gangemi rivendica di avere scritto un romanzo innanzitutto di amore che non ha potuto esimersi dall’essere anche un romanzo a tinte storiche.

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