Presentati i risultati delle ultime campagne di scavo condotte dall’Università di Siena in sinergia con Comune e Soprintendenza. Il sindaco Zicchinella: «Fino a poco tempo fa si poteva osservare solo il perimetro del castello. Presto sarà possibile visitarne anche gli interni»
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Un nuovo, importante capitolo si aggiunge alla storia millenaria del Castello Bizantino di Simeri. Nel corso delle attività di scavo condotte dal Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena, in stretta collaborazione con il Comune di Simeri Crichi e la Soprintendenza Abap di Catanzaro e Crotone, sono stati presentati gli ultimi risultati delle indagini archeologiche che stanno restituendo alla comunità un patrimonio di eccezionale valore.
Nell’area padronale del Castello, si legge in una nota stampa, è stata individuata e studiata una nuova sezione, denominata “Area 1000”, che ha rivelato evidenze di straordinario interesse. Gli archeologi hanno potuto osservare un ambiente che, in origine, doveva essere uno spazio aperto, successivamente tamponato e chiuso attraverso modifiche murarie. Sono chiaramente visibili i piedritti di un’apertura arcuata, elementi che testimoniano le trasformazioni architettoniche avvenute nei secoli.
Particolare rilievo assume anche la presenza di lacerti di intonaco alle pareti, a indicare la cura decorativa originaria, e l’evidenza negativa di una camera fumaria, segno che, dopo la chiusura dell’ambiente, lo stesso fu adattato come spazio riscaldato. Ulteriore elemento di grande interesse è il pavimento parzialmente conservato: in alcuni tratti sono visibili le tracce della preparazione originaria, mentre in altri il piano di calpestio sembra essere stato tagliato per un’attività successiva che sarà oggetto di ulteriori indagini nelle prossime settimane.
Il lavoro congiunto tra Comune, Università e Soprintendenza – prosegue il comunicato – continua a rappresentare un modello virtuoso di collaborazione scientifica e istituzionale. In particolare, il progetto è seguito dal prof. Carlo Citter, direttore del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena, e dall’archeologo Lorenzo Chiricò per la Soprintendenza Abap di Catanzaro e Crotone, in costante sinergia con l’Amministrazione comunale.
Contestualmente, anche un gruppo di ricercatori dell’Università della Polonia sta conducendo ricerche nell’area dell’antica zona della Grecìa, contribuendo così a un quadro sempre più ampio e articolato della storia e della presenza bizantina in Calabria.
Il sindaco di Simeri Crichi, Davide Zicchinella, ha espresso grande soddisfazione per i risultati ottenuti, sottolineando l’importanza storica e culturale delle scoperte in corso. «Stanno venendo alla luce delle stanze padronali di grande rilievo, testimonianza delle famiglie nobiliari che nei secoli si sono alternate nella gestione di questo castello», ha spiegato il primo cittadino.
Il primo cittadino ha poi evidenziato l’impegno dell’Amministrazione nel mettere in sicurezza gli ambienti riportati alla luce e renderli presto fruibili al pubblico: «Fino a poco tempo fa si poteva osservare solo il perimetro del castello; presto, invece, sarà possibile visitarne anche gli interni. A partire dal caminetto rinvenuto, fino agli archi e alle strutture che si stanno rivelando, un vero patrimonio sta emergendo e noi siamo orgogliosi di questo». Gli scavi in corso stanno dunque restituendo una nuova e più completa immagine del Castello Bizantino, simbolo identitario di Simeri Crichi e preziosa testimonianza della sua storia millenaria. Un impegno condiviso tra ricerca, tutela e valorizzazione – si legge infine nella nota – con l’obiettivo di rendere questo straordinario sito sempre più accessibile e fruibile alla cittadinanza e ai visitatori.