Superato lo scontro tra Forza Italia e FdI-Lega sulla tassa sugli extraprofitti: nessuna imposta straordinaria, ma un contributo strutturale che alleggerisce la legge di Bilancio
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Due miliardi e 900mila euro dalle banche e un miliardo e mezzo dalle assicurazioni. A tanto ammonta il “contributo” dei due settori finanziari alla copertura della manovra. Quattro miliardi e 400 milioni di euro per il 2026, 11 miliardi in tutto fino al 2028. Si tratta dello 0,19% del Pil, percentuale che verrà replicata anche nel 2027 e che nel 2028 scenderà allo 0,10%. È scritto nel Documento programmatico di bilancio inviato all’Unione europea.
Il testo precisa che il contributo «non sarà una tantum». La misura diventa strutturale nella prospettiva della programmazione economica del Governo. Nelle scorse settimane si era discusso a lungo sulla possibilità di tassare gli extra profitti di banche ed assicurazioni. Argomento su cui la maggioranza si è ritrovata divisa. Abi e Ania, le associazioni di categoria, si erano dette contrarie al prelievo e avevano incassato l’appoggio di Forza Italia che non ha nascosto di essere in totale disaccordo con Lega e FdI che, al contrario, premono da tempo in questa direzione.
I partiti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni avevano proposto l’applicazione di una tassa del 27,5% sugli utili non distribuiti. La tassa non è stata applicata ma le banche e le assicurazioni sosterranno lo stesso la manovra finanziaria del Governo. A inizio settimana l’incertezza aveva causato la flessione dei principali titoli bancari in Borsa.
Domani nuova riunione del Consiglio dei ministri con i numeri ufficiali della legge di Bilancio. Sciolto il nodo banche ed assicurazioni, l’attenzione si sposta su pensioni e rottamazione delle cartelle esattoriali. I 4,4 miliardi arrivati dal settore finanziario potrebbero aprire spiragli sull’uscita anticipata dal lavoro e sulla pace fiscale.