La vertenza

Crotone, il presidente di Akrea: «Non vogliamo far perdere alcun posto di lavoro»

VIDEO | Gianluca Giglio parla ai nostri microfoni dopo l’infruttuoso incontro con i sindacati. E sui lavoratori del verde pubblico: «C’è il massimo impegno a ritrovare una corretta ricollocazione»

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di Francesca Caiazzo
6 gennaio 2022
07:32

«Una visione esiste, un punto verso il quale l’azienda si sta orientando ed è quel progetto relativo al servizio della raccolta differenziata. L’azienda ha presentato quelli che sono i fabbisogni, in sede ufficiale con il Comune, e ha anche fatto una proposta di pianta organica, sulla base di quella si sta orientando. Il fatto che qualche sindacato non ne sia a conoscenza non vuol dire che, ragionando per slogan, possa arrivare a dire che vi sia una mancanza di visione». Il presidente di Akrea, Gianluca Giglio, ai nostri microfoni replica alle dichiarazioni dei sindacati (qui quella di Fabio Tomaino della Uil) nei confronti della società partecipata dal Comune di Crotone, dopo l’incontro infruttuoso del 3 gennaio scorso.

«Per quanto concerne l’organizzazione del lavoro, so perfettamente il compito importante e nobile del sindacato ma non può entrare nel merito delle scelte organizzative aziendali nel rispetto dei contratti. Si entra nel merito quando vi siano delle palesi violazioni, delle quali ho chiesto sempre di avere evidenza, qualora vi fossero» aggiunge Giglio.


La questione dei lavoratori del verde pubblico

Un’accusa che viene mossa alla società è quella di improvvisazione, che sarebbe anche alla base del problema degli 11 lavoratori del verde pubblico, che attendono di essere reimpiegati dopo che il Comune ha avocato a sé il servizio su cui operavano: «Non è improvvisazione, ma – spiega - forse mancanza di informazione da parte di qualcuno. Ricordo a tutti che a inizio anno, ci furono degli indirizzi di Giunta, che determinarono qual era in futuro del verde: la revoca del servizio da parte del Comune con la conseguente internalizzazione e il mantenimento in capo alla società delle 11 risorse».

Giglio tiene, poi, a sottolineare: «Abbiamo lavorato un anno per cercare di trovare soluzioni e salvaguardare questi posti di lavoro. Non ho mai parlato di chiudere rapporti di lavoro, generare disoccupati nella città di Crotone, significa generare un dramma sociale, perché dietro a questi lavoratori ci sono famiglie. Quindi, c’è il massimo impegno a trovare una corretta ricollocazione. Però, questa è un’azienda che ha bisogno di mantenere un equilibrio economico finanziario, pertanto qualsiasi strada sarà intrapresa dovrà garantire continuità occupazionale all’interno di un’azienda che abbia la possibilità di continuare a lavorare per il futuro. Quindi, scelte più o meno piacevoli o drastiche non vengono fatte perché ci si improvvisa, ma perché serve per tutelare tutti i lavoratori».

Secondo il presidente di Akrea, non c’è stata una vera e propria protesta dei lavoratori del verde, che avevano stazionato nella sede aziendale: «Io ho visto qui la giusta risposta responsabile e matura di lavoratori che, dopo tanti anni di lavoro, chiedono un minimo di sicurezza sul loro futuro. Abbiamo avuto dei confronti, ci siamo parlati in maniera schietta, hanno capito che la situazione non è delle più semplici. Ma di sicuro, la loro non è una protesta, quanto la volontà di far capire che vogliono continuare a dare il loro contributo. L’azienda è attenta e non vuole mettere in difficoltà alcuno, ma vanno prese delle scelte e su questo sono molto rispettosi».

Questi lavoratori potrebbero, dunque, restare in Akrea con altre mansioni o essere assorbiti dal Comune, che ha preso in carico il servizio del verde pubblico: «Due strade entrambe perseguibili» commenta.

Sicurezza sul lavoro e carenze igienico sanitarie nelle isole ecologiche

I sindacati hanno sollevato anche la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro e la distribuzione dei dispositivi individuale di protezione: «Esistono degli adempimenti in materia da parte dell’azienda, c’è anche una figura che se ne occupa. Quello a cui si riferiscono i sindacati è che oggi Akrea non è in grado, con maggiore frequenza di quanto sta facendo, di garantire un reintegro non tanto dei dpi ma di alcuni capi di abbigliamento. Però qualora vi fosse un’evidenza di eventuali mancanze da parte dell’azienda, basta farlo presente: se qualche lavoratore fosse sguarnito delle dotazioni minime previste, io ci terrei a saperlo. Di certo possiamo migliorare in termini di rimpiazzo, ma noi spendiamo centinaia di migliaia di euro all’anno per questi acquisti».

C’è il tema di presunte carenze igienico sanitarie nelle isole ecologiche della città: «Le isole ecologiche hanno caratteristiche strutturali particolari e abbiamo lì degli operatori con un doppio compito, della custodia e della manutenzione ordinaria. L’azienda garantisce le condizioni igienico sanitarie, se poi ci sono specifiche esigenze anche in relaziona al tema Covid, ho chiesto di avere evidenza puntuale di cosa si trattasse, perché se vi fossero criticità che compromettano la salute dei lavoratori, ci si attiva attraverso gli enti competenti. Ad oggi non ho avuto denunce di condizioni igienico sanitarie non all’altezza, ma ho avuto evidenza che sicuramente in certi periodi quello che dovevamo garantire non è stato garantito nel migliore dei modi, su questo faccio ammenda e ho assicurato il mio impegno ai sindacati che avremmo lavorato per migliorare».

I crediti vantati da Akrea

Akrea vanta crediti per circa 2,1 milioni di euro dal Comune di Crotone, soldi che darebbero «liquidità all’azienda per anticipare alcune somme, ma non possono essere utilizzati per investimenti. Il Comune, probabilmente, una parte di questi crediti li sta mettendo in discussione, ma di certo occorre una risposta e soprattutto definire in maniera chiara il piano di rientro, perché la liquidità garantisce all’azienda di potersi organizzare al meglio».

L'incontro in Prefettura

Le questioni sollevate dalle sigle sindacali, alla base dello stato di agitazione, saranno discusse in un tavolo in Prefettura e, in assenza di risposte, si andrà verso lo sciopero. «Il percorso avviato dai sindacati - osserva Giglio - porta inevitabilmente a questo passaggio, in termini di conciliazione fra le parti. Io ci arrivo con uno spirito collaborativo, con la volontà di mettere bene in chiaro quali sono i problemi e cercare soluzioni. Una cosa è sicura: in questi incontri si arriva preparati ed è giusto che poi ognuno ne esca con la propria responsabilità. L’azienda farà quello che ha fatto sempre in ogni tavolo e confronto, risponderà e darà il massimo contributo per risolvere tutte le questioni economiche, finanziarie, sociali, lavorative, organizzative, sicurezza, insomma tutte».

La differenziata sopra 20%

A conclusione dell’intervista, abbiamo chiesto a Giglio cosa ritiene l’azienda abbia fatto bene nell’anno appena trascorso e cosa invece andrebbe ancora migliorato. Il presidente non ha dubbi: «Siamo riusciti finalmente a stabilizzare la raccolta differenziata sopra il 20%, sembrano numeri bassi, ma non è stato semplice, laddove non c’era niente, riuscire a costruire in poco tempo e con uno sforzo importante. Ad oggi quasi il 25% della popolazione è servito dalla differenziata completa (o di porta a porta, o di prossimità o con lo stradale) e a un numero sempre maggiore di cittadini si offre questa opportunità. È importante, poi, il contributo anche loro. Un aspetto sul quale possiamo migliorare è quello di far comprendere meglio al cittadino l’importanza e la corretta gestione dei propri rifiuti. Il conferimento separato non è solo dovuto in ottica di un’ordinanza, ma anche un impegno nei confronti della propria città e del futuro dei propri figli, oltre che un ritorno economico. Dobbiamo migliorare sulla sensibilizzazione e sul coinvolgimento e per questo chiedo la collaborazione de cittadini: dateci delle idee su quelle che possono essere iniziative idonee per aiutarci a fare meglio questo servizio».

Giornalista
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