La protesta pacifica è andata in scena nella sede della Network Contacts contro il taglio dei posti, motivato dalla proprietà con il calo dei volumi della commessa di Poste Italiane. Nei prossimi giorni incontro in Regione
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Una distesa di 90 candele accese, un grande cartellone con la scritta "La guerra tra Poste Italiane e Network Contacts: 90 licenziamenti = 90 vittime", un silenzio carico di significato. È questa l'immagine che arriva dal terrazzo della sede della Network Contacts di Crotone dove, nella tarda serata di ieri, i lavoratori hanno inscenato una protesta pacifica per dire no ai licenziamenti annunciati dall'azienda.
«Abbiamo voluto manifestare uno stato d'animo che ci opprime da settimane - ha detto Francesco Foglia, tra i promotori della manifestazione -. È un'iniziativa simbolica organizzata spontaneamente dai dipendenti senza il coinvolgimento delle sigle sindacali. Il cartellone (con novanta figure anonime, ndr) rappresenta in modo crudo ciò che stiamo subendo: un'ingiustizia. Protestiamo in silenzio, senza clamore, per far capire che dietro i numeri ci sono volti, famiglie e vite».
La crisi occupazionale è stata innescata dalla decisione di Network Contacts di tagliare 90 posti di lavoro - 86 operatori e 4 team leader - nel sito di Crotone dove lavorano 233 persone. Una scelta che l'azienda ha motivato con il calo dei volumi della commessa di Poste Italiane. In particolare i dipendenti di Crotone si occupano di gestire le chiamate per Digital, sito e assistenza Poste Pay.
Durante un incontro tenutosi lo scorso 5 maggio con le segreterie nazionali e regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, la posizione dell'azienda è rimasta ferma, sfociando nella redazione di un verbale di mancato accordo e nell'avvio ufficiale della procedura di licenziamento. Una delegazione di lavoratori era stata ricevuta anche dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto.
Nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro tra sindacati, azienda e Regione Calabria. «Ci auguriamo - ha aggiunto Foglia - che si arrivi a una soluzione che permetta di salvare questi 90 posti di lavoro. Non protestiamo contro nessuno, non ci sono bandiere, né slogan politici. Abbiamo fiducia che sindacati e istituzioni, anche senza proclami, stiano lavorando per tutelarci».
Se la situazione non troverà una svolta, la normativa prevede che, trascorsi 120 giorni, si potrà procedere con i licenziamenti effettivi.