Il Piano procede a rilento: 7.986 progetti attivi, nessun intervento chiuso sulle reti stradali e ferroviarie. La Corte dei conti segnala criticità sui tempi, sostenibilità e gestione delle opere dopo il 2026
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Sei missioni, dodicimila e 382 progetti finanziati e risorse economiche pari a 10 miliardi e 369 milioni di euro. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza per la Calabria procede, ma procede a rilento. I progetti chiusi sono 4.396, il 35% del totale, mentre la maggior parte degli interventi ammessi, 7.986, il 65%, risultano attualmente “attivi” cioè ancora in fase di realizzazione. Nessun progetto della missione 3 per l’ammodernamento delle reti infrastrutturali stradali e ferroviarie è stato chiuso. Lo dicono i dati pubblicati dal sistema ReGiS, sviluppato dalla Ragioneria Generale dello Stato per monitorare lo stato di avanzamento del Pnrr. Ultima data disponibile per la verifica, attraverso il portale Calabria Europa, è il 2 aprile 2025. Il ReGiS rappresenta la modalità unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali, gli uffici e le strutture coinvolte nell’attuazione del Piano possono adempiere agli obblighi di rendicontazione e di controllo dei progetti finanziati. La provincia con la quota di finanziamento maggiore è Cosenza con 2 miliardi e 371 milioni di euro. Seguono Reggio Calabria con 1 miliardo e 411 milioni, Catanzaro con 1 miliardo e 405 milioni, Crotone con 594 milioni e Vibo valentia con 546 milioni di euro. La Regione Calabria è soggetto attuatore di 1.236 dei 12.382 progetti finanziati con i fondi del Pnrr. Quelli chiusi sono 201. La Regione ha ottenuto da Bruxelles 724 milioni di finanziamenti. Il Pnrr Calabria vale il 5% del Piano nazionale da 194,4 miliardi di euro. Le missioni con il budget più corposo sono la numero 3, che riguarda le infrastrutture stradali e ferroviarie, l’intermodalità e la logistica integrata e la numero 1, che riguarda la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività insieme a turismo e cultura. La mobilità vale 3 miliardi e 298 milioni di euro mentre per l’ammodernamento tecnologico sono a disposizione 3 miliardi e 277 milioni di euro. Istruzione e ricerca raccolgono 1 miliardo e 315 milioni di euro, la rivoluzione verde e la transizione ecologica mettono insieme 1 miliardo e 258 milioni di euro. Inclusione e coesione hanno avuto finanziamenti per 723 milioni di euro e la salute 496 milioni di euro.
Ma se le caselle sono piene in 5 dei 6 prospetti delle sei missioni, quella più importante, sulle infrastrutture stradali e ferroviarie risulta ancora vuota. Nessuno dei 22 progetti previsti è stato chiuso e i costi al momento ammessi sono pari a 351,5 milioni di euro, su 3,2 miliardi di finanziamento, nelle sole province di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza.
Il 4 agosto scorso, nella sua relazione sul primo semestre del 2025 sullo stato di attuazione degli interventi del Pnrr e del Pnc, la Sezione centrale di controllo della Corte dei conti sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha evidenziato i ritardi sottolineando il mancato rispetto dei cronoprogrammi proprio in relazione ai progetti di ammodernamento delle reti stradali e ferroviarie. Come pure i ritardi nell’aggiornamento del ReGiS. Avviato nel gennaio del 2021, il Pnrr avrà termine nel 2026. A creare preoccupazione sono i tempi di realizzazione delle infrastrutture. Le più costose e al contempo le più difficili da attivare e da portare a compimento. Altra preoccupazione espressa dalla Corte dei conti riguarda la sostenibilità economica ed organizzativa degli interventi finanziati pensando al dopo Pnrr. La magistratura contabile invita gli enti attuatori ad approntare adeguati strumenti amministrativi e normativi per non trovarsi in difficoltà o del tutto impreparati nel momento in cui i cantieri saranno consegnati a chi dovrà gestire i progetti.