Il sindacato denuncia lo stallo del Piano: a fronte di oltre 284mila progetti attivati, la spesa effettiva è indietro. Preoccupano i ritardi e l’assenza di confronto con le parti sociali dal dicembre 2023
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
PHOTO
L’attuazione concreta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza procede a rilento. A lanciare l’allarme è la Uil, attraverso un’analisi condotta dal servizio Lavoro, coesione e territorio guidato dalla segretaria confederale Ivana Veronese, basata sui dati aggiornati a marzo 2025 del portale Italia Domani. Nonostante l’attivazione di oltre 284 mila progetti, per un valore complessivo di 146,2 miliardi di euro (pari al 75,2% del totale del Pnrr), la spesa effettiva si attesta a soli 65,7 miliardi, ossia il 33,8%.
Progetti avviati ma spesa ferma
L’analisi Uil mette in luce il divario tra risorse assegnate e spesa reale all’interno delle sette missioni del Piano. Le percentuali più alte di fondi assegnati si registrano nella Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile) con il 98,5%, nella Missione 4 (Istruzione e ricerca) al 93,4% e nella Missione 6 (Salute) al 93,3%. Seguono l’Inclusione e coesione (79,4%), la Rivoluzione verde e transizione ecologica (76,3%) e la Digitalizzazione, Innovazione e Cultura (53,8%). Fanalino di coda la Missione 7 relativa al REPowerEU, con appena il 18,7% di risorse assegnate.
La vera criticità: la spesa effettiva
Il quadro peggiora ulteriormente se si considera la spesa effettiva. Solo la Missione 1 (Digitalizzazione) supera il 40%, attestandosi al 48,9%. Le altre restano al di sotto: la Missione 2 è al 36,9%, la Missione 3 al 36,6%, la Missione 4 al 33,6%, mentre Missioni 5 e 6 sono ferme rispettivamente al 18,6% e al 18,9%. La Missione 7 è praticamente bloccata, con una spesa effettiva di appena l’1,2%.
Ministeri: performance molto disomogenee
Anche tra i ministeri si registrano forti disparità nell’utilizzo delle risorse. In testa, il Ministero degli Affari Esteri (50,3%), seguito da quello delle Imprese e del Made in Italy (50,2%), dell’Ambiente (47,6%), della Giustizia (47,5%) e dell’Università e Ricerca (38,4%). Ben più indietro il Ministero del Lavoro (11,2%), dell’Agricoltura (11,3%), della Cultura (14,8%), del Turismo (16,2%) e della Salute (18,9%).
Veronese (Uil): «Siamo molto preoccupati»
«Siamo molto preoccupati dalla performance del piano – ha commentato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese – e per nulla rassicurati dalle parole contraddittorie che provengono dal governo: da una parte, il Ministro Giorgetti sostiene sia vitale chiedere una proroga del piano a Bruxelles, dall’altra, il Ministro Foti indica, da mesi, che la strada da perseguire è quella di un’altra revisione del Piano. Il risultato è che da mesi siamo bloccati su questo dibattito, senza che si sia trovata la chiave per uscirne».
Obiettivi a rischio e cabina di regia assente
Secondo Veronese, i continui ripensamenti stanno compromettendo la realizzazione del Piano: «Noi crediamo – ha rimarcato – che l’attuazione del Pnrr non possa essere fatta attraverso continue revisioni, tagli e rinvii. Una delle poche certezze che abbiamo, ad oggi, è che molti degli obiettivi e dei target, previsti in origine, sono stati spostati al 2025 e al 2026, con il rischio concreto di creare un collo di bottiglia e di non riuscire a raggiungere tutti i risultati».
Più coesione, meno ritardi
Veronese invita il governo a invertire la rotta per evitare che i ritardi aggravino ulteriormente le disuguaglianze: «Occorre contrastare il rallentamento degli investimenti per fermare le crescenti disparità regionali, generazionali e di genere, con azioni volte a garantire uno sviluppo sostenibile che metta al centro il lavoro di qualità. Dobbiamo rivendicare la piena applicazione del Piano – ha spiegato – per creare coesione e sviluppo, ponendo allo stesso tempo attenzione al raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi attraverso un più efficace coinvolgimento del partenariato».
Appello al governo: «Convocate la cabina di regia»
Infine, la segretaria confederale della Uil sollecita la ripresa del dialogo istituzionale con le parti sociali: «A tal proposito sollecitiamo la convocazione della cabina di regia con le parti sociali dal momento che – ha concluso Veronese – non si riunisce ormai dal lontano mese di dicembre 2023».