Reintegrati altri due lavoratori licenziati dalla Simet, tra loro l’unica donna autista: «Il cielo della Calabria si è tinto di rosa»
Le sentenze sono arrivate ieri. Elda Renna, la portavoce del gruppo: «Una bellissima pagina scritta sulla giustizia di genere, spero dia il coraggio ad altre di denunciare perché di schifezze in giro ce ne sono tante»
Reintegrati altri due lavoratori licenziati a settembre dello scorso anno da Simet: le sentenze sono arrivate nella giornata di ieri. Tra di loro c’è Elda Renna, la portavoce del gruppo dei 38 la cui causa era incentrata sul rispetto delle quote rosa, essendo lei l’unica donna autista dell’azienda.
Il giudice del lavoro di Castrovillari le ha dato ragione, ritenendo che «non colgono nel segno le eccezioni sollevate dalla difesa della resistente che pongono in evidenza una proporzione tra lavoratrici assunte prima della procedura e lavoratrici rimaste in azienda all’esito della procedura, giacché proprio la disposizione normativa richiamata evidenzia come il raffronto vada operato con riferimento “alle mansioni prese in considerazioni” e pertanto, nel caso in esame, con riferimento alle funzioni di operatore di esercizio, autista».
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Si gode dunque il meritato riposo dalla battaglia oggi Elda Renna: «Ho bisogno di resettare la mia testa e il mio cuore», dichiara a LaC con il tono esausto ma sollevato di chi alla fine ha portato a casa il risultato sperato. Il primo, almeno. «Il cielo della Calabria si è tinto di rosa», dice.
Ma non si ferma, la «femmina fastidiosa». Perché sotto questo cielo tinto di rosa c’è ancora molto da fare. «Non è finita perché il mio è ormai un impegno sociale che ho abbracciato e porterò avanti fino a che tutti non saranno reintegrati», sottolinea. Nei prossimi giorni sono attese infatti altre sei sentenze, fuori restano poi gli altri che non hanno impugnato il licenziamento.
La gioia, però, è tanta per questa vittoria personale. «Sono contenta, è una bellissima pagina scritta in Calabria sulla giustizia di genere, che spero apra le porte e dia a tante donne il coraggio di denunciare i soprusi sul lavoro, perché di schifezze in giro ce ne sono tante. Molti giudici ci stanno chiedendo la sentenza, anche dei consiglieri di parità. È bello».
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Le donne ma non solo. Elda Renna non dimentica l’altra metà del cielo. Perché certe battaglie – e i diritti che difendono – sono di tutti. «Vale anche per gli uomini: tutti i lavoratori devono farsi rispettare».
Una sentenza questa che, commenta il sindacato Faisa Cisal che fin dall’inizio ha seguito la vertenza, «potremmo dire valere doppio: perché indefessa sostenitrice della lotta, insieme con i propri colleghi, e perché, sebbene costituisse l’unica donna autista presente in azienda, non fu risparmiata dal licenziamento, come invece la legge prevede».
La difesa, rappresentata dall’avvocato Susanna Cecere, ha dunque avuto la meglio. «L’epilogo di queste vertenze dimostra, principalmente, quanto improduttivo e dannoso sia percorrere la via della solitudine e delle scelte non condivise, in luogo del dialogo e della ricerca di soluzioni alternative e ragionate, assai meno dolorose per tutti - affermano Francesco Bruno e Francesco Antonio Sibio, rispettivamente segretario provinciale di Cosenza e regionale della Faisa Cisal -. Ora attendiamo di vedere nuovamente alla guida degli autobus, in Birs, anche Elda e gli altri colleghi che con lei hanno posto nelle mani della legge la vicenda che li aveva visti coinvolti nel licenziamento. A tutti, formuliamo i migliori auguri di buon lavoro e di un futuro ricco di prosperità, che sia anche, all’interno della nuova realtà datoriale Birs, l’occasione per l’avvio di relazioni industriali sempre leali e incentrate sul benessere complessivo e mai di una sola parte».
Il riferimento del sindacato è al recente accordo firmato da Simet con Busitalia Rail Services, di proprietà di Ferrovie dello Stato, che prevede l’affitto di un ramo d’azienda con il passaggio di 46 dipendenti attualmente in attività, diventato effettivo proprio a partire da oggi per una durata di sei mesi rinnovabili per altri sei. Un’intesa che ha scatenato le ire dei lavoratori licenziati, rimasti tagliati fuori, almeno in questa prima fase. Ora, dalla loro, c'è anche la parola di un giudice. E la luce in fondo al tunnel potrebbe riaccendersi.
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