Gli attivisti denunciano un’aggressione «in acque internazionali». Il leader pentastellato: «Nessuno tocchi loro un capello». La segretaria dem: «Illegale e inaccettabile, l’Italia intervenga»
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L’arrembaggio è in corso, ma la resistenza della Flotilla non si spegne. A 65 miglia dalla costa di Gaza, la Global Sumud Flotilla continua a subire la pressione della Marina israeliana, che nelle ultime ore ha intensificato le manovre d’assedio. «Le navi militari israeliane continuano a dirigersi verso la Flotilla e ad accerchiare le varie unità. Lanciano acqua per intimorire gli equipaggi e creare confusione. Ma noi non ci fermiamo», scrivono gli attivisti sui loro canali social.
A farne le spese, in particolare, la nave Yulara, colpita da «pesanti attacchi con idranti», come riferiscono i partecipanti alla missione. Immagini e video – quando riescono a sfuggire ai blocchi elettronici – mostrano fiotti d’acqua ad alta pressione che investono i ponti, costringendo gli attivisti a stringersi con giubbotti di salvataggio.
La denuncia più grave riguarda però le «esplosioni udite in lontananza», che i passeggeri attribuiscono a «granate stordenti lanciate da droni». Non ci sarebbero feriti, ma la tensione cresce di minuto in minuto. «Si tratta di un atto di aggressione diretta contro una missione umanitaria, un attacco illegale in acque internazionali», accusano.
Dai canali ufficiali della Flotilla arriva anche la conferma di difficoltà crescenti nelle comunicazioni: «Le telecamere sono offline e le imbarcazioni sono state abbordate da personale militare. Stiamo lavorando per verificare la sicurezza e la situazione di tutti i partecipanti».
Il fronte politico italiano non resta in silenzio. L’ex premier Giuseppe Conte parla apertamente di violazione del diritto internazionale: «Quel che sta succedendo è grave. Ho tenuto i contatti con il senatore del M5S Marco Croatti finché possibile. Ora apprendo che la Marina israeliana sta completando l’abbordaggio di cittadini che pacificamente erano diretti a Gaza. È un blocco illegale e una violazione del diritto internazionale, mentre i nostri governi si sono girati dall’altra parte davanti a due anni di genocidio».
Conte alza i toni: «Nessuno tocchi loro un capello. Chi guida il governo, di fronte a un’iniziativa umanitaria di questo valore, dovrebbe garantire la massima incolumità dei nostri concittadini, non insultare chi alza la testa contro uno dei più grandi crimini della storia recente».
Dura anche la segretaria del Pd Elly Schlein, che conferma di aver perso i contatti diretti con alcuni parlamentari a bordo: «Abbiamo perso comunicazione dalle 19.30 con i nostri deputati, ma seguiamo con attenzione attraverso altri canali. Ricordiamo che la Flotilla è una missione pacifica, disarmata e non violenta. Ciò che sta facendo Israele in acque internazionali è del tutto illegale e i governi europei non devono tollerarlo».
Schlein invoca un intervento immediato: «Chiedo al governo italiano di fare tutto il possibile per garantire l’incolumità degli attivisti a bordo e di insistere affinché venga aperto un corridoio umanitario permanente verso Gaza».
Intanto, da altre imbarcazioni della Flotilla arrivano messaggi a singhiozzo, spesso interrotti da disturbi elettronici. «Andiamo avanti – scrivono dall’Aurora –. Nonostante idranti, esplosioni e blocchi, la nostra rotta resta verso Gaza. Il nostro obiettivo è rompere il blocco e portare aiuti».
Il quadro resta incerto: Israele sembra procedere per step, isolando progressivamente le unità e rimorchiandole verso Ashdod. Le autorità di Tel Aviv, secondo fonti locali, intendono sottoporre gli attivisti a controlli e procedere con l’espulsione immediata, come già annunciato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Ma in Italia le voci critiche si moltiplicano e la tensione politica cresce. Mentre le luci e i suoni delle esplosioni risuonano in mare aperto, resta sospesa la domanda che attraversa la notte: cosa sta accadendo davvero, in questo momento, a bordo delle barche che resistono?