Quando anche in Italia è già il 14 giugno, nuovi allarmi a Teheran per un altro attacco sul distretto Pastour, dove vivono l'ayatollah Ali Khamenei e il presidente Masoud Pezeskhian. Esplosioni vengono segnalate in altre zone della città, con colonne di fumo dall'aeroporto Mehrabad. In Israele la popolazione deve tornare nei rifugi per una nuova ondata di decine di missili iraniani - la terza - che a notte fonda scuote Gerusalemme e Tel Aviv.

Il film della giornata

Dopo la prima fiammata israeliana, nelle prime ore di venerdì, la tensione torna a salire nella serata con la ripresa dell'attacco di Israele: numerose esplosioni segnalate nell'area della capitale Teheran, in particolare nelle nelle zone orientali e occidentali della città. L'operazione punta anche ai siti nucleari, in particolare a Isfahan. Quasi contemporaneamente, ecco la replica iraniana con il lancio di circa 100 missili: "Tutto Israele è sotto attacco mentre l'Iran lancia missili", si legge in un post pubblicato su X dalle Forze di difesa israeliane.

Diverse esplosioni vengono avvertite a Tel Aviv, la popolazione viene esortata a rimanere nei rifugi e abbandona i bunker solo dopo un paio d'ore. Una donna muore, i feriti sono 63 come riferiscono i servizi di emergenza.

"Le forze armate dell'Iran devasteranno il malvagio regime sionista", dice la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, in un messaggio. "La Nazione iraniana può stare certa che non ci sarà negligenza nella nostra risposta", prosegue Khamenei, secondo cui Israele "non uscirà indenne da questo crimine". I Guardiani della Rivoluzione, quando a Teheran sono passate le 22, annunciano che le forze iraniane "hanno eseguito la loro risposta schiacciante e precisa contro decine di obiettivi, centri militari e basi aeree" in Israele nell'ambito dell' Operazione Vera Promessa 3.

Per Israele, i missili lanciati dall'Iran in due ondate sono meno di 100: la maggior parte, secondo le forze di difesa, sono stati intercettati dalla contraerea o sono caduti prima di entrare in territorio israeliano: "C'è un numero limitato di impatti sugli edifici, alcuni dei quali sono stati causati da frammenti provocati dall'intercettazione" dei missili.

Israele: "Attacco avanti tutta"

Lo scontro è totale e sembra destinato a proseguire. Il capo di stato maggiore israeliano, Eyal Zamir, rende noto che l'esercito sta portando gli attacchi contro l'Iran "a piena forza e a ritmo elevato" con l'obiettivo di completare la missione lanciata nella giornata stessa, che ha visto colpiti siti militari e nucleari iraniani. Zamir sottolinea l'importanza di mantenere un alto livello di preparazione e disciplina sul fronte interno, anticipando "momenti difficili" e la necessità di essere pronti a fronteggiare diversi scenari.
 

Il sito nucleare di Fordow nel mirino

L'offensiva israeliana nell'ambito dell'operazione Rising Lion sarebbe arrivata all'impianto nucleare di Fordow, che si trova a centinaia di metri di profondità. L'agenzia Fars fa riferimento a due esplosioni nella zona, mentre l'emittente iraniana Press Tv afferma che le difese aree della Repubblica islamica hanno abbattuto un drone israeliano nei pressi di Fordow, che si trova a sud di Qom, città santa per gli sciiti.

Gli attacchi israeliani si sviluppano ad ampio raggio e non si limitano a Teheran. Esplosioni vengono segnalate anche nell'area di Isfahan, nell'Iran Centrale, in una provincia che ospita diversi impianti collegati ai programmi nucleari, evidenzia l'agenzia Mehr.

Le Forze di difesa israeliane a stretto giro confermano di aver colpito un sito nucleare nei pressi di Isfahan. "Non permetteremo all'Iran di avanzare verso la bomba nucleare, non permetteremo lo sviluppo di missili che hanno come obiettivo quello di colpirci", dice il portavoce delle Idf, generale Effie Defrin.

Per l'Organizzazione per l'energia atomica iraniana (Oeai), gli impianti nucleari di Fordow e di Isfahan hanno subito "danni limitati" dopo gli attacchi israeliani. "I danni sono stati limitati ad aree che non hanno causato danni urbani nel caso di Fordow" e "anche a Isfahan ci sono stati attacchi in diversi punti, legati a magazzini che hanno preso fuoco", ha dichiarato il portavoce dell'organizzazione, Behrouz Kamalvandi, aggiungendo che "i danni non sono stati estesi e non vi è motivo di preoccupazione in termini di contaminazione".