La fascia più ambita della tv diventa un terreno minato: Rai1 punta sui pacchi e Vespa, Mediaset scopre l’arma vincente della Ruota della Fortuna
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L’access prime time, la fascia più ambita e redditizia della televisione italiana, è diventato il terreno di scontro più feroce tra Rai e Mediaset. È il momento della giornata che vale pubblicità, influenza e prestigio, e che più di ogni altro stabilisce le sorti della prima serata. Mai come quest’anno i palinsesti sembrano muoversi su un equilibrio precario, fatto di mosse azzardate e contromosse disperate, con un pubblico che appare meno fedele e più pronto a cambiare canale.
Rai1 ha deciso di puntare tutte le sue carte su Stefano De Martino, l’ex ballerino diventato conduttore di punta con “Affari tuoi”. Il programma dei pacchi continua a macinare ascolti importanti, ma la supremazia che sembrava inattaccabile ha subito una scossa inaspettata. A Cologno Monzese, infatti, Pier Silvio Berlusconi ha giocato una mossa che molti consideravano nostalgica e senza futuro: riportare in vita “La Ruota della Fortuna”, storico game show nato negli Stati Uniti e approdato in Italia nel 1987 con Mike Bongiorno. Affidata a Gerry Scotti, la Ruota ha sorpreso tutti, trasformandosi in un successo estivo e conquistando una platea vasta e fedele.
Il risultato è stato sorprendente. Nei mesi più caldi, mentre milioni di italiani restavano a casa con il telecomando in mano, Scotti è riuscito a riportare il game show a numeri che hanno fatto impallidire i pacchi di De Martino. Una vittoria che a Mediaset è stata accolta come un miracolo, ribaltando la sensazione che Rai1 fosse destinata a dominare incontrastata. Il ritorno di “Affari tuoi” a settembre ha ridato ossigeno alla rete pubblica, ma il segnale è chiaro: il pubblico non è più impermeabile al richiamo della nostalgia.
A Viale Mazzini, l’amministratore delegato Giampaolo Rossi ha capito che era necessario muoversi con cautela. La decisione di posticipare al 29 settembre il ritorno di “Cinque minuti”, la striscia di Bruno Vespa collocata subito dopo il Tg1, è stata presentata come un favore a De Martino. In realtà, segnala la volontà di proteggere il nuovo volto della rete e, al tempo stesso, di gestire con discrezione il ridimensionamento del decano del giornalismo televisivo. Vespa, ottant’anni e un curriculum che attraversa mezzo secolo di storia italiana, ha dovuto accettare il rinvio con diplomazia, ma negli ambienti Rai serpeggia la convinzione che il suo ruolo stia per cambiare definitivamente.
In casa Mediaset, però, l’entusiasmo per la Ruota non cancella i problemi. Il successo di Gerry Scotti apre un conflitto diretto con Antonio Ricci e il suo “Striscia la notizia”, lo storico tg satirico che da 37 anni è una colonna del Biscione. Gli ascolti calanti – tra il 13 e il 14% di share nella passata stagione – hanno fatto storcere il naso a Pier Silvio Berlusconi, che pur dichiarando di avere un ottimo rapporto con Ricci non ha escluso scenari alternativi. «Striscia è un pilastro, ma in futuro non è escluso che ci possano essere altri prodotti», aveva detto in estate, lasciando intendere che l’epoca d’oro potrebbe essere finita.
La replica di Ricci è arrivata puntuale: «Sono tranquillissimo, questi sono momenti già vissuti. Striscia resta la trasmissione più vista della serata di Canale 5». Ma la tensione resta alta. Negli uffici di Cologno sono state discusse varie ipotesi: spostare il programma su Italia 1, ridurne la programmazione ai soli weekend, o addirittura rivedere format e collocazione. Una prospettiva che Ricci non accoglierebbe a cuor leggero, visto che “Striscia”, insieme a “Paperissima” e “Drive In”, fa parte del suo patrimonio creativo.
Intanto i dati confermano l’impatto della Ruota anche sui telegiornali. Il Tg5 diretto da Clemente Mimun ha superato il Tg1 in più di un’occasione, sfiorando i quattro milioni di spettatori e il 22,3% di share. Un risultato che non si registrava da tempo e che si spiega con il cosiddetto “traino”: il pubblico della Ruota resta su Canale 5 e consegna al telegiornale una curva in crescita. Rai1, invece, non riesce a trattenere l’eredità di “Reazione a catena”, fermandosi poco sopra i 3,6 milioni di spettatori.
Le difficoltà di Mediaset non si limitano alla fascia serale. Nel pomeriggio, “Dentro la notizia” condotto da Gianluigi Nuzzi non riesce a insidiare “La vita in diretta” di Alberto Matano, che continua a dominare con il 21% di share contro il 16% del competitor. Il salto dalle soap all’attualità appare troppo brusco e una parte del pubblico preferisce rifugiarsi nella narrazione più equilibrata della Rai.
Eppure è chiaro che la vera partita si gioca alle 20.30. De Martino è chiamato a dimostrare di essere più di un volto del momento, Gerry Scotti si ritrova a incarnare la forza della memoria televisiva, Bruno Vespa combatte per non essere confinato ai margini. Pier Silvio Berlusconi e Giampaolo Rossi, da registi invisibili, devono orchestrare mosse e contromosse, sapendo che il pubblico è il giudice supremo.
La stagione è appena cominciata, ma la sensazione è che la sfida tra pacchi e ruote, tra satira e telegiornali, tra tradizione e innovazione, sia solo all’inizio. E che i palinsesti, più che mai, siano destinati a ballare al ritmo di un braccio di ferro senza esclusione di colpi.