Il fotografo di Limbadi denunciato da Magda Varvusova. I fatti risalgono al 20 maggio dello scorso anno: il mostro sacro del cinema francese accusato di lesioni dopo lo scontro all’Harry’s Bar
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Lo scontro tra Gérard Depardieu e Rino Barillari si arricchisce di un nuovo capitolo. Mentre l’attore francese, 76 anni, si prepara a comparire in aula a Roma con l'accusa di lesioni per aver colpito con tre pugni il “Re dei paparazzi”, quest’ultimo, 80 anni, è a sua volta indagato per violenza privata ai danni di Magda Varvusova, compagna di Depardieu. A darne notizia il Corriere della Sera.
All’origine di tutto la denuncia della donna, presentata subito dopo i fatti avvenuti il 20 maggio dello scorso anno all’Harry’s Bar, quando il fotografo originario di Limbadi l’avrebbe strattonata con forza per raggiungere l’attore e scattare le foto, toccandole il busto e il petto in maniera brusca. «Mi ha fatto male», ha dichiarato Varvusova agli inquirenti, sostenuta ora da una perizia medica e da testimoni convocati dalla difesa dell’attore, tra cui i due commensali presenti al pranzo e il cardiologo che ha visitato la donna al rientro in Francia.
Fino a oggi, la cronaca si era concentrata sulla violenta reazione dell’attore francese, che secondo Barillari avrebbe reagito con spropositata aggressività a uno scatto non autorizzato: tre pugni in pieno volto, dopo avergli tirato addosso del ghiaccio. Un’aggressione – così la descrive il fotografo – che gli avrebbe lasciato un segno evidente sul sopracciglio, documentato anche nel fascicolo dell’accusa: «Per una foto mi sono preso tre cazzotti sul volto con una violenza che non m’aspettavo. Prima però Depardieu mi ha tirato del ghiaccio in faccia. Mamma quanto era grosso».
La Procura ha citato come testimone Gianni Riotta, che quel pomeriggio ha assistito alla scena. L’altro teste chiave è Pietro Lepore, proprietario dell’Harry’s Bar che aveva soccorso Barillari.
Depardieu, che non sarà presente all’udienza, è rappresentato in aula dall’avvocato Fabrizio Siggia. Il suo racconto è diverso: l’attore sostiene che Barillari si sarebbe fatto sempre più insistente, invadente, arrivando a spintonare e disturbare il pranzo, fino a causare una reazione involontaria nella concitazione del momento: «Nella foga ho perso l’equilibrio. Si è fatto una escoriazione, eppure continuava a fotografare». Dal canto suo, Barillari si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Pino Ioppolo.
«La nostra difesa è molto solida, siamo convinti delle nostre ragioni», dichiara l’avvocato Siggia.
La battaglia legale tra il mostro sacro del cinema francese e il “King” della Dolce Vita romana, dunque, si complica. E lo scontro tra diritto alla riservatezza e diritto di cronaca si trasforma in un duello giudiziario in piena regola. Dove mostri sacri e re appaiono come nient'altro che comuni mortali.