C’è una parte della vita di Pippo Baudo che ha sempre intrigato il pubblico almeno quanto i suoi Festival, i suoi programmi da record e le scoperte di talenti: gli amori. Una sfera privata che il conduttore ha difeso con pudore quasi ossessivo, ma che inevitabilmente, con il passare dei decenni, è diventata cronaca e talvolta scandalo.

Il primo capitolo è il più segreto, quello con Marinella Adinolfi, sposata con il dirigente Rai Tullio Formosa. Dalla relazione, difficile e proibita, nacque nel 1962 il suo primogenito Alessandro, riconosciuto soltanto nel 1996, dopo una vicenda legale che fece molto rumore. «Mirella e io siamo stati insieme anche se lei era sposata» aveva raccontato Baudo, «avevo soltanto 25 anni ed ero appena arrivato a Roma da Catania per tentare la strada dello spettacolo». Una relazione che negli anni Sessanta poteva costare perfino la galera: l’adulterio era reato, e quell’amore impossibile segnò profondamente il giovane Pippo.

Qualche anno dopo arrivò il primo matrimonio ufficiale, con Angela Lippi. Da quell’unione nacque Tiziana, nel 1970, destinata a diventare la segretaria e assistente del padre e oggi impegnata nella comunicazione radiofonica. Ma la coppia si ruppe presto e il conduttore rimase di nuovo solo, mentre la carriera esplodeva.

Negli anni Settanta e Ottanta Baudo non restò certo con le mani in mano: una lunga relazione con la showgirl Alida Chelli, durata sette anni, e un’altra, più breve, con l’attrice Adriana Russo, mostrarono il lato più mondano di un uomo che in televisione appariva sempre irreprensibile, quasi austero.

Poi, nel 1986, il colpo di scena. Pippo, a cinquant’anni, sposa la soprano Katia Ricciarelli. Le nozze, celebrate in Sicilia, furono un evento mediatico senza precedenti: telecamere, fotografi, un seguito degno di una favola. Il viaggio di nozze li portò a Mosca, dove la Ricciarelli aveva impegni di lavoro, e per diciotto anni i due furono la coppia d’oro della tv italiana. Ma sotto la superficie scintillante si nascondevano tensioni, voci di tradimenti, problemi di gioco attribuiti a lei, crisi mai del tutto sopite. Nel 2004 la separazione, nel 2007 il divorzio.

La Ricciarelli, ieri, ha rotto il silenzio: «Non ci vedevamo più, ma non si possono dimenticare 18 anni insieme. Il nostro è stato vero amore. Quando sarà per me, spero di ritrovarmi con Pippo per farci quattro risate». Parole che condensano la malinconia e l’ironia di un legame che, nonostante tutto, ha segnato entrambi.

Baudo, però, non era solo marito e amante: era anche padre e nonno. Oltre ad Alessandro e Tiziana, il conduttore ha cresciuto e seguito da vicino i suoi nipoti: Sean, figlio di Alessandro, nato nel 1990; e i gemelli Nicholas e Nicole, figli di Tiziana, arrivati nel 2010. Loro hanno restituito al nonno un senso di continuità, un calore familiare che forse il conduttore aveva inseguito tutta la vita, spesso lontano da telecamere e applausi.

Eppure, se c’è un rimpianto che Baudo ha confessato senza esitazioni, non riguarda le donne della sua vita, ma un’altra donna che non fu mai sua: Raffaella Carrà. «Il mio grande rimpianto è non aver mai lavorato con lei», disse commosso alla morte della showgirl. Un incontro mancato che, per lui, valeva quanto un amore perduto.

Il resto lo hanno scritto le cronache rosa: i sospetti, le liti, i silenzi, ma anche le passioni travolgenti, le dediche pubbliche e private. Baudo, uomo di regole, seppe comunque vivere intensamente i suoi sentimenti, difendendo fino all’ultimo la sua idea di amore, fatta di discrezione e rispetto.

Ora che il sipario è calato, resta l’immagine di un uomo che non ha mai smesso di amare: il suo lavoro, le donne che ha avuto accanto, i figli e i nipoti che lo hanno reso bisnonno, e quel paese, Militello in Val di Catania, che lui ha sempre portato nel cuore. E che adesso lo piange come si piange un parente di famiglia.