Le coperte lasciano intravedere una capigliatura grigia. A scansare ogni dubbio su chi stia dormendo, intervengono gli addobbi della stanza e il russare insolito. Eh sì, perché l'inconfondibile “Oh Oh Oh” di Babbo Natale continua senza sosta, perfino mentre dorme!

Ma ecco che uno degli elfi arriva a svegliarlo… Si sa, chi dorme non consegna regali! E così, mentre Babbo va incontro ai suoi bambini, gli aiutanti preparano la casa per accogliere gli abitanti di Caria di Drapia - nel Vibonese - e non solo.

Come documentato da Saverio Caracciolo nella puntata Babbo e Bambino di LaC Storie, la comunità di Caria è grata a don Felice che ha pensato di unire la magica tradizione pagana di Santa Claus con la devozione per Gesù Bambino, dando vita a una iniziativa che fonde fede e divertimento, all’insegna della convivialità, della collaborazione, dell’amicizia, della gioia per le piccole cose. Come ricorda Alessandro Porcelli (sindaco di Drapia), non poteva avere desiderio differente don Felice Palamara, seguace di Don Mottola, che vedere la sua comunità unita.

Mentre i bambini giocano e le signore intonano “Tu scendi dalle stelle”, qualcuno impasta e fila “i curuni ‘e Natale” prodotti tipici di Caria che incarnano il vero concetto di semplicità culinaria nella loro composizione: acqua, lievito e farina.

Come prova del legame tra i due modi di intendere il Natale, la casa di Babbo Natale viene inaugurata la prima domenica di Avvento (il 30 novembre), attendendo l’arrivo del piccolo Gesù in compagnia del Babbo più vecchio e più amato che esista. «Un progetto che nasce dal cuore di tante persone per dare un messaggio di speranza e di gioia» – tiene a specificare don Felice. «Tutto il ricavato sarà devoluto per un'opera di carità: Natale è carità e amore. Vogliamo far nascere l’oratorio per i giovani, al cui interno costruire una piccola Betlemme in cui accogliere quelle persone che tante volte la società mette da parte».

È proprio Babbo Natale a farsi portatore della storia del Bambino di Betlemme, consegnando ai bimbi una statuetta di Gesù in fasce, accompagnata da una pergamena narrante.

Dalla casa del ghiaccio all’ultimo festone appeso per le vie del comune, la magia del Polo Nord è vissuta da ogni singolo visitatore, dal più grande al più piccino, abitante di Caria o dei paesi limitrofi e anche oltre. Chiunque abbia modo di passeggiare tra lettere pieni di desideri, caramelle, regali, lucine, bastoni di zucchero, fiocchi rossi, pinguini e pupazzi di neve giganti, respira il senso di aggregazione che lega le comunità di Caria e Drapia, percependo tutta la gioia del passare del tempo insieme lontani dalla frenesia quotidiana.

«Anche un piccolo comune come il nostro può essere un astro luminoso. Il mio augurio è che questo Natale troviamo tutti la fede e la forza di inginocchiarci davanti al Bambino, simbolo di salvezza e redenzione, trovando la pace e la gioia che i nostri cuori desiderano» -conclude don Felice.