Il regalo di Natale a San Giovanni in Fiore arriva dai giochi da tavola. Da anni non nevica più in Sila ma i caminetti e le feste natalizie, intorno a tavolate imbandite, daranno spazio a lunghe ore di gioco e risate. L’idea arriva dal quarantenne Eugenio Giorno che ha presentato nei giorni scorsi "Mercante in Fiore", edito da Mariano Spina Editore, una versione speciale del classico Mercante in Fiera, che porta in tavola le tradizioni, i luoghi e le storie della Città di Gioacchino da Fiore. Un gioco che non è solo divertente, ma anche un’occasione per riscoprire usi, costumi e curiosità locali. Perfetto per divertirsi con amici e famiglia, soprattutto durante le feste natalizie e non solo.

«Questo gioco nasce da un legame profondo con la mia terra. Nasce dai ricordi, dai racconti, dai volti delle persone di San Giovanni in Fiore, che custodisco da sempre dentro di me e che nessuna distanza e nessun tempo possono cancellare». È quanto racconta attraverso il suo profilo social Eugenio Giorno. «Nasce dal desiderio di dare forma alla memoria, di non lasciare che tradizioni, usanze, mestieri, pietanze o persino gesti quotidiani si perdano nel silenzio, ma di trasformarli in un racconto vivo, condivisibile, capace di viaggiare di mano in mano così come un tempo viaggiavano le storie tra i nonni e i nipoti attorno al caminetto di casa».

«Ogni carta, dunque, è un omaggio alla nostra gente, alla loro forza, alla loro creatività e soprattutto alla loro dignità. È anche un modo per ricordare chi siamo e da dove veniamo. Siamo una comunità straordinaria, – spiega Giorno - ricca di radici, capace di trasformare il proprio vissuto in racconto, il ricordo in identità, la tradizione in eredità. Pertanto, questo gioco non nasce soltanto come intrattenimento, ma come un invito a ricordare, a conoscere e a tramandare».

«Ovviamente, queste poche pagine non hanno la presunzione di raccontare tutta la storia di San Giovanni in Fiore. Nessun mazzo di carte riuscirebbe mai ad abbracciare l’immensità della nostra cultura, la complessità dei nostri riti, la profondità della nostra memoria. Vuole essere, piuttosto, un invito, una scintilla, un piccolo ponte che unisce più generazioni, tra chi ha vissuto quei gesti e chi potrà conoscerli per la prima volta grazie a questo gioco. E così, carta dopo carta, questo gioco diventa un modo per tenere vive – conclude l’autore del “Mercante in Fiore” - le nostre radici. Per ritornare, in qualche modo, sempre a casa».