La questione della precedenza per gli idonei ai concorsi è al centro del dibattito. È essenziale che, anche all'interno della seconda fascia, si dia priorità a coloro che hanno superato i concorsi, dimostrando la loro idoneità ma che si sono trovati senza una cattedra a causa delle politiche di reclutamento del governo in carica
Tutti gli articoli di Opinioni
PHOTO
In qualità di consulente nel campo dell'istruzione, osservo con crescente preoccupazione i disagi che affliggono il sistema scolastico, in particolare le scelte politiche che continuano a penalizzare una categoria fondamentale per la nostra società: i docenti.
La questione della precedenza per gli idonei ai concorsi è al centro di un dibattito che non può più essere ignorato. È essenziale che, anche all'interno della seconda fascia, si dia priorità a coloro che hanno superato i concorsi, dimostrando la loro idoneità, quindi professori con titolo, ma che si sono trovati senza una cattedra a causa delle politiche di reclutamento del governo in carica.
Questa è una contraddizione palese, inaccettabile soprattutto alla luce dei continui richiami dell'Unione Europea, a partire dal PNRR 1, per dare la giusta precedenza a questi professionisti. A loro si aggiungono da idonei, quindi vincitori senza posto che sono andati a dimostrare le competenze disciplinari davanti una commissione di esperti, gli abilitati con l'ex articolo 7, che hanno affrontato dopo i concorsi un'altra selezione, seguito corsi e tirocini in presenza, e che ora si vedono lasciati fuori, persino dagli elenchi aggiuntivi in coda alla prima fascia GPS e non hanno alcun riconoscimento nella seconda fascia sempre delle supplenze annuali dove era sacrosanto metterli in cima.
Questo governo, con le sue politiche, sembra voler umiliare questa categoria, fingendo di ignorare che si tratta di professori e professoresse a tutti gli effetti, che dovrebbero avere la precedenza assoluta. È un fallimento morale che ha ripercussioni dirette sulla qualità dell'insegnamento e sulla vita di migliaia di persone.
La situazione si è ulteriormente aggravata con la recente pubblicazione del bollettino 1 del reclutamento docenti da GPS per gli ambiti territoriali di Reggio Calabria e Cosenza. È una vera vergogna per i molti docenti che, come ogni anno, aspettavano con speranza l'opportunità di lavorare e che, con amara sorpresa, si sono ritrovati fuori dai giochi. Dopo anni di insegnamento, sebbene precari, queste persone riuscivano a portare il pane a casa. Ora, anche questa minima certezza viene meno. Mentre i partiti che gestiscono l'istruzione si riempiono la bocca di promesse su assunzioni e posti in deroga, questi benefici arrivano solo per il Nord Italia, lasciando il Sud a sentirsi figlio di un Dio minore. Nonostante la propaganda elettorale, sia quella precedente alle politiche che quella appena iniziata in Calabria, gridi allo svuotamento del Sud, le azioni concrete sembrano andare in direzione opposta.
Le parole del candidato presidente Occhiuto in un comizio a Reggio Calabria, che affermava “lavoriamo per tenerci i calabresi in Calabria”, per non parlare di Scopelliti che leggo essere ritornato in politica e poteva abbracciare questa battaglia e non l’ha fatto, suonano vuote alla luce di ciò che sta accadendo con i professionisti della scuola. La volontà politica di svuotare il Sud appare chiara. La situazione è aggravata anche dal fatto che il secondo sindacato nazionale, da sempre filogovernativo, ha ora pieni poteri nell'azione di governo e non muove un dito. Si spera che i calabresi, e in generale tutti i cittadini, si rendano conto della profonda differenza tra le parole e i danni gravissimi che queste politiche stanno creando in una società già povera e sofferente.