Gli ultimi giorni del 2025 portano con sé anche un importante anniversario: il centenario della morte della politica e giornalista di origine russa, la cui storia merita d’essere raccontata
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Anniversari e nuovi inizi sono momenti di bilanci e riflessioni. Certo, i primi celebrano il passato, qualcosa di già accaduto; i secondi celebrano il futuro, quello che si auspica possa accadere. Questi ultimi giorni dell’anno 2025 sono, da consuetudine, i giorni in cui si raccolgono le somme di quanto successo durante l’anno, ma quest’anno, oltre che di preparazione all’anno nuovo, gli ultimi giorni del 2025 portano con sé anche un importante anniversario: il centenario della morte di Anna Kuliscioff, avvenuta il 19 dicembre 1925.
“Dottora dei poveri”, politica e giornalista, la storia di Anna Kuliscioff è quella di una donna rivoluzionaria e decisa, la cui vicenda merita decisamente di essere raccontata. Il suo cognome svela l’origine russa di Anna, ma è l’Italia il luogo in cui sviluppa ed esercita il suo talento. Una delle prime donne ad essere medico in Italia, si laurea a Napoli e inizia a lavorare a Milano offrendo prestazioni gratuite a chi non poteva permettersele. Ma non è questo l’unico impegno sociale e politico che Anna porta avanti.
Anna partecipa e vive la nascita del Partito Socialista Italiano. La sua abitazione, insieme al compagno Filippo Turati, diventa la redazione del giornale La Critica Sociale, giornale di matrice socialista, e la casa diventa salotto e luogo d’incontro dell’intellighentia dell’epoca. Anna, oltre a dirigere il giornale, è anche autrice di importanti contributi.
È autrice, inoltre, del testo Il monopolio dell’uomo, un saggio sul maschilismo, oltre che del testo elaborato insieme ad altre militanti, che diventa la legge Carcano n. 242 nel 1902, la quale andava a regolare il lavoro di bambini e donne. Mentre resta senza successo, per quei tempi, il tentativo di Anna di estendere il voto alle donne, motivo anche di incrinatura del rapporto con Turati, il quale sosteneva fosse più efficace la strategia di estendere inizialmente il voto a tutti gli uomini, e successivamente alle donne.
Una dissidente tout court, che dopo le prime nozze con il rivoluzionario russo Pëtr Makarevič, si unisce ai due socialisti, dapprima Andrea Costa e poi a Filippo Turati. Concepì una sola figlia, Andreina, con Andrea Costa, ma al di fuori del matrimonio, decisione sicuramente lontana dalla morale comune dell’epoca.
Questo centenario non è solo il ricordo di un vivido ingegno e di una donna coraggiosa. In un mondo in cui le donne continuano a incontrare ostacoli è un monito per ciò che dovremmo augurarci di aumentare nell’anno che verrà: coraggio, eguali diritti e spirito critico.

