Il racconto del rapimento è incredibile, addirittura farsesco se non fosse drammatico. È il momento di riflettere sulle cause che hanno portato al gesto folle di Rosa Vespa
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Il racconto del rapimento della neonata in una clinica di Cosenza è incredibile in ogni suo aspetto. Nemmeno uno sceneggiatore l’avrebbe potuto pensare per la sua inverosimile autenticità e disarmante ingenuità, tanto da renderlo inattendibile persino come finzione cinematografica.
In un film drammatico, anche l’impossibile non può essere poco credibile, ne svilirebbe ogni pathos riducendolo a commedia brillante, se non del tutto comica. In questa storia assurda, è proprio il caso di dire che la realtà supera la fantasia, per la capacità di sbalordire, lasciare senza fiato e pensieri. Qui non c’è una trama complessa, la mente diabolica di un giallo intricato per uno dei cento commissari delle varie fiction, un traffico internazionale, un sequestro di mafie; siamo al cospetto di una vicenda che sorprende e sconcerta, disorienta, proprio perché realmente pensata, architettata e dilettantisticamente messa in atto da persone apparentemente normali.
Gli aspetti umani, psicologici e psichiatrici, giuridici, esistenziali, sono molteplici e tutti complessi, proprio per la semplicità di un progetto dalla parvenza criminale che, di fatto, si è rivelato talmente infantile e folle da non riuscire a farci credere che sia potuto accadere. Come poteva durare a lungo tutta questa messa in scena capace, finanche, di strappare qualche sorriso amaro? Annunci gravidanza e figlio maschio, per la fretta rapisci una bimba, con tanto di festa e fiocchi azzurri, ospiti in attesa a casa, pronti a brindare; poi, non potendo cambiare sesso alla bimba, la vesti da bel maschietto e la immortali in una foto con la cuginetta, immediatamente postata sui social dai parenti, mentre ti cerca la polizia di tutta Italia!
Dimenticavo, con tanto di rapimento ben ripreso dalle telecamere a volti scoperti, come se fossero due tipi così comuni da non essere identificabili o riconoscibili neanche dai vicini! E, in futuro, che ne sarebbe stato di questa bimba travestita da bimbo? E’ tutto perfino buffo e grottesco, forse inimmaginabile finanche in un film di Totò e Peppino o nel geniale teatro di Edoardo pieno di miseria e nobiltà. Purtroppo, è semplicemente una storia vera, molto triste, che riempie d'amarezza e interrogativi. Può il desiderio di essere genitori far perdere i lumi della ragione fino a questo punto? E, se era una donna già debole psichicamente, forse malata mentalmente, come mai non è stata compresa e assistita da familiari, amici, servizi sociali? Per altri aspetti, non meno preoccupanti, possibile che in una clinica non ci sia un servizio di registrazione all’entrata e di controllo all’uscita? In un momento in cui in molti si stanno scagliando contro Rosa Vespa, che di fatto ha punto tragicamente se stessa, credo che l'umanità, la cultura del comprendere e aiutare, il senso cristiano per chi ha fede, debbano prevalere su sentimenti vendicativi o persecutori. Nessuna giustificazione, ci saranno giudizi ed eventuali condanne, ma infierire su chi, chiaramente, ha perso ogni ragione per un insano desiderio materno, se così fosse, credo che sia sbagliato e non meno disdicevole.
Il dolore che hanno provato i genitori della bimba e i familiari, lo sgomento di tutti alla notizia, sono stati tremendi. Questa donna ha fatto molto male ai due ragazzi, ha rischiato di fare male alla bimba, ma anche distrutto se stessa per essere o, ancora più terribilmente, mostrarsi mamma in una società pronta anche a condannare o emarginare chi non lo sia. Comprensibile ogni reazione a caldo, ma la lucidità deve prevalere. E’ stata una follia, per fortuna tanto folle quanto incredibilmente ingenua, surreale, inverosimile. Un gesto insano dettato dall’innato istinto o convinzione che può maturare una donna, certamente nato in una situazione psicologica, culturale, umana, di estrema criticità e fragilità, di carenza di sostegni adeguati, ma non sembrerebbe frutto di tipiche menti criminali. Se fosse solo pazzia e ignoranza, desiderio delirante di aver un figlio, sarebbe il caso di calare il silenzio e lasciare alla giustizia di fare il suo corso. Troppo drammatica è questa storia per tutti, per essere trattata con leggerezza e rancore. Auguriamo alla bimba e ai suoi genitori serenità, salute e fortuna, ma anche la capacità di perdonare. Auguriamo a chi vuole essere genitore di poterlo diventare, con norme adeguate e favorevoli, procedure meno farraginose, burocrazia snella e veloce. Ci sono tanti bambini soli in istituti, abbandonati da cicogne sbadate che hanno perso l’orientamento, in attesa di abbracciare il loro papà e la loro mamma, di ricevere baci e carezze. Si aiutino i genitori che li cercano in giro per il mondo a trovarli, riportarli nelle loro case, costruire famiglie!