La polemica

Conte in Calabria, Oliverio: «Il suo Governo contribuì ad affossare la sanità con il decreto Grillo»

Il candidato alla presidenza della Regione nonchè ex governatore critica il leader pentastellato: «Nè lui nè i 5 stelle hanno rivoltato l'Italia come un calzino. Il Sud e la nostra regione continuano ad essere ingannati»

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di Redazione
21 settembre 2021
19:10

«Dai governi di Conte nulla di buono». È la sintesi del contributo di Mario Oliverio, ex governatore candidato alla presidenza della Regione che commenta la discesa in terra calabra del leader pentastellato. Oliverio parte dalle parole pronunciate dall’ex premier in occasione della tappa a Corigliano-Rossano. Qui Conte aveva detto: «La Calabria è, tra le aree del sud Italia, la più dimenticata ed emarginata dalla politica nazionale. Il riscatto può ripartire da qui. Non consentiremo scippi per quanto riguarda le risorse verso queste aree».

La Sanità in Calabria e il ruolo di Conte

Immediata la replica di Oliverio il quale ha evidenziato quanto «Giuseppe Conte non sia un nuovo semplice socio 'del club dei tifosi della Calabria', ma lo stesso Conte presidente del Consiglio dall'inizio della legislatura fino a febbraio scorso». «In un primo Governo - aggiunge Oliverio - con Cinquestelle e Lega (gialloverde); in un secondo, con Cinquestelle, Pd, Italia Viva, Articolo 1 (giallorosso). Il nuovo leader dei "cinquestelle", con ben 18 tra deputati e senatori calabresi eletti nei due rami del Parlamento, componenti del partito di gran lunga più forte alla Camera ed al Senato della Repubblica, al Governo, senza interruzione, dall'inizio della legislatura (2018) ad oggi. Da questi governi, purtroppo, non è venuto nulla di buono per la Calabria ed il Sud».


Il decreto Grillo

«Da ricordare – sottolinea l’ex governatore - quel Consiglio straordinario dei ministri, convocato in pompa magna il 18 aprile del 2019 nella Prefettura di Reggio Calabria. Tutto per non decidere nulla. Per approvare un decreto (il decreto Grillo) che ha contribuito a affossare la sanità calabrese con il rafforzamento dei poteri del commissario, nominato da Roma, presentato come il toccasana della grave situazione in cui versa il servizio sanitario regionale. Un bluff, un vero e proprio inganno. Un'operazione mediatica per vendere fumo e che si è rivelata per quella che era: un vero e proprio disastro. Nessun investimento, il permanere del blocco delle assunzioni, aumenti, pari a 50 mila euro annui, degli stipendi dei commissari delle Asp nominati direttamente dal Governo, nessun piano per la riorganizzazione e la riqualificazione dei servizi sanitari ridotti allo stremo».

L'era Draghi e le risorse a favore del Nord

Terminata l’era Conte, la situazione per la Calabria non cambia: «Nel febbraio del 2021 l'avvocato Conte – rimarca Oliverio - viene sostituito da Draghi, ma i campioni dei Cinquestelle continuano, senza alcuna interruzione, a far parte del Governo nazionale. Ci sono anche loro a decidere la destinazione delle risorse del Pnrr, piano per la ripresa dell'Italia post pandemia. Un piano che, come già emerge in questa prima fase attuativa, ripropone un'utilizzazione squilibrata delle risorse a favore del nord. I 18 parlamentari calabresi dei Cinquestelle si sono 'squagliati' come neve al sole. Né loro, né Conte, hanno rigirato l’Italia come un calzino. Il Sud e la Calabria continuano ad essere ingannati. Così, ad imbrogliare il Sud insieme a tutte le altre forze politiche se n'è aggiunto un altro per 'far vedere le stelle' ai calabresi, causa l'aggravarsi ulteriore di una situazione già grave».

A giudizio del candidato governatore: «L'approccio dei partiti nazionali verso la Calabria è questo: bugie, false promesse, inganni. Oggi tutti al Governo a fare nulla per la Calabria ed il sud, ad imporre commissari come se la Calabria fosse una loro colonia o addirittura scipparla delle risorse ad essa destinate.Rispediamo al mittente - conclude l'ex presidente della Regione - i loro falsi impegni. Il 3 e 4 ottobre liberiamo la Calabria dai commissariamenti e dai commissari di Roma. Noi siamo scesi in campo per una vera autonomia e per il riscatto della nostra regione. Perché venga rispettata la dignità della Calabria e dei calabresi».

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