Alcuni retroscena nazionali raccontano del rapporto privilegiato tra la figlia del Cavaliere e l'altro vicesegretario e governatore del Piemonte. La vera scalata al partito è tutta da scrivere
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Prima il pranzo con Roberto Occhiuto. Poi quello con Alberto Cirio, vicesegretario nazionale pure lui e governatore del Piemonte. In assoluta riservatezza tutti e due, almeno nelle intenzioni e raccomandazioni della "padrona di casa" e di marchio, Marina Berlusconi. Qualcosa di mediatico però va storto e alla "fuga in avanti" de il Fatto Quotidiano (Occhiuto leader della nuova corrente "in Libertà" che taglia il nastro il 17) si aggiunge quella persino più coraggiosa di Dagospia che racconta il pranzo tra Marina Berlusconi e Occhiuto con il "nostro" ormai futuribile testimonial del prossimo comando al posto di Tajani. Sempre in nome e per conto della "famiglia" di Arcore.
Da qui l'irritazione della primogenita del Cavaliere, secondo quanto trapela dalle indiscrezioni giornalistiche circolate su scala nazionale. La major di famiglia non avrebbe gradito né la fuga di notizie attorno al pranzo con Occhiuto né, tantomeno, la fuga in avanti con la descrizione del governatore di Calabria quale prossimo destinatario dell'investimento della famiglia Berlusconi dentro Forza Italia.
Nel doppio (e separato) pranzo di Marina con i due vice vi sarebbe sì la ferma volontà di "svegliare" il suo segretario e l'intero partito, gloriosa sigla relegata ormai a scenari subalterni rispetto a quelli prefigurati per Giorgia Meloni e la sua di sigla. Ma senza indicare né nuove successioni né tantomeno correnti, sia pure evocative come quella che farà parlare di sé il 17 a Palazzo Grazioli, "in Libertà". Con Occhiuto sul pulpito ma anche con Porro e con la regia di Andrea Ruggieri, nipote di Bruno Vespa. Nuovo perimetro culturale che si prefige di prendere al più lo spazio correntizio in Forza Italia che era di Licia Ronzulli e Giorgio Mulè.
Poco, troppo poco per Marina Berlusconi. Che punta invece a rinvigorire tutto il partito, «nel simbolo c'è il nome di papà». Della serie, fuori i secondi. Poco fascino quindi per le correnti e pochissima attrazione per il ruolo di principale testimonial di una di queste che peraltro deve ancora vedere la luce, "in Libertà". Marina Berlusconi punterebbe a ben altro. Alla "grandeur" dei bei tempi, almeno in parte. Col cognome di famiglia degnamente rappresentato in politica così come lo è sul mercato delle grandi imprese europee. Dopotutto l'ossigeno di cassa nelle banche arriva ancora da qui per gli azzurri, sempre dalla "famiglia". Ed è ora di tirare qualche somma a cominciare da un partito che s'è fatto voler bene troppo poco in questi anni dai coraggiosi imprenditori del Nord. Nicchia che papà Silvio non hai smesso di coccolare finchè ha potuto.
Sarà forse anche per questo che le stesse indiscrezioni circolate nelle ultime ore sussurrano di un rapporto piuttosto consolidato, e solido, tra Marina e il governatore del Piemonte Cirio. Vice pure lui, come Occhiuto. A pranzo pure lui, come Occhiuto. Rapporto di stima, avrebbero riferito fonti di famiglia. Costruito con pazienza.
La scalata nazionale dentro Forza Italia è appena iniziata. Quella dentro casa di Marina, invece, la conosce solo lei.



