Rapida carrellata sugli aspiranti ai 30 posti in consiglio regionale. La parte del leone la fanno i sindaci, presenti in massa in tutti gli schieramenti. Poi ci sono un europarlamentare come Lucano, ex deputati e persino il sottosegretario agli Interni
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Con il deposito ufficiale delle liste, la campagna elettorale entra nel vivo. In realtà è già iniziata da un po’ visti i tempi strettissimi con cui si è andati al voto. Sono quindici le liste presentate: otto per Roberto Occhiuto, sei per Pasquale Tridico e una sola per Francesco Toscano. Un esercito di oltre 300 candidati che le tenteranno tutte per accaparrarsi uno dei trenta posti al sole. Statisticamente meglio di un concorso pubblico ai quali si sottopongono i nostri ragazzi, quindi.
Nelle liste, ovviamente, la parte del leone la fanno gli uscenti che ritroviamo in massa schierati ad eccezione dell’ex capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua che dopo una giornata di frenesia e passione ha deciso di non ricandidarsi. Altro gran rifiuto da sottolineare è quello di Mimmo Tallini. L’ex presidente del consiglio regionale, spesso critico con la sua ex Forza Italia, era sul punto di candidarsi ma alla fine non ha accettato di piazzarsi fuori dalle liste di quello che fu il suo partito.
Non mancano i ritorni di chi ha passato anni in Parlamento e ora si è fatto sedurre dalle sirene della Cittadella. A destra troviamo l’ex grillina Dalila Nesci, candidata oggi con FdI; nell’altro campo l’ex deputata del Pd Enza Bruno Bossio. Immancabile la pletora di sindaci piazzati in ogni schieramento per drenare consenso. Fra questi c’è anche il sindaco della più grande città della Calabria ovvero Giuseppe Falcomatà, uno che fino all’ultimo era in predicato di fare il candidato presidente. Non hanno fatto la stessa scelta altri suoi colleghi che pure aspiravano al ruolo. Uno su tutti quello di Corigliano Rossano, Flavio Stasi. Proposto pervicacemente come candidato da Avs alla fine ha scelto di non candidarsi consigliere e candida la sua presidente del consiglio, Rosellina Madeo però nel Pd. Franz Caruso, invece, ha candidato praticamente quasi tutta la giunta e pure il suo presidente del consiglio Giuseppe Mazzuca, ma lui è rimasto in panchina. Così come Nicola Fiorita da Catanzaro che però candida il suo presidente del consiglio comunale, Gianmichele Bosco, in Avs.
Nelle liste non mancano i simboli politici. Uno su tutti è Mimmo Lucano. L’europarlamentare è il simbolo dell’accoglienza per il centrosinistra e si candida per dar man forte alle liste di Avs, forte dei diecimila voti presi alle scorse regionali nel raggruppamento De Magistris. Altro simbolo, ma nel centrodestra, è Gabriella Castelletti, la madre della ragazza violentata dal branco a Seminara e che poi ha dovuto persino subire l’isolamento dei suoi cittadini. Altro segnale politico è la candidatura, crediamo inedita nel panorama delle regionali, del Sottosegretario agli Interni Wanda Ferro che guiderà Fratelli d’Italia nella circoscrizione centro. C’è chi dice che questa sia una mossa di Giorgia Meloni che chiederà per la Ferro la vicepresidenza in modo che, qualora l’inchiesta su Occhiuto dovesse prendere una brutta piega, prenderà le redini del Governo regionale. Nessuno chiarisce però se e quando la Ferro si dimetterà dal suo ruolo istituzionale.
Il centrodestra, poi, cala anche i presidenti di Provincia come quella cosentina, Rosaria Succurro e quello di Crotone, Sergio Ferrari che è anche sindaco di Cirò Marina ed ha lasciato senza guida l’Arrical per tentare l'avventura elettorale. Fra i sindaci candidati col centrodestra va segnalato anche quello di Castrolibero, Orlandino Greco, che dopo aver diffuso un video in cui giurava che non avrebbe tradito il mandato elettorale dei suoi concittadini si è candidato con la Lega. A proposito del Carroccio, il plenipotenziario di Matteo Salvini, Claudio Duringon in Calabria si è mosso benissimo. Oltre Greco ha candidato anche l’ex sindaco di Vibo, Maria Limardo e l’underdog di Lamezia Terme, Gianpaolo Bevilacqua. Ma soprattutto ha attirato alla causa leghista Giuseppe Scopelliti.
Insomma ai punti il centrodestra sembra più forte e certamente in questa campagna elettorale Roberto Occhiuto veste i panni della lepre. Del resto la sua mossa di dimettersi e ricandidarsi è tutto tranne che improvvisata. La Calabria, poi, da sempre è una roccaforte di Forza Italia. Nelle sue liste ci sono campioni di preferenze come Gianluca Gallo, 20mila voti alle ultime. Non è un caso se Forza Italia ha deciso di inaugurare la sua campagna elettorale proprio da Cassano all’Jonio, città natale dell’ex assessore all’Agricoltura.
Da qui a dire che la partita è chiusa, però, ce ne corre. Il centrosinistra per la prima volta si presenta compatto, con un campo che qualcuno definisce larghissimo, arricchito com’è dal blocco moderato-riformista. Un laboratorio nazionale, lo definisce qualcuno.
La stessa Elly Schlein esulta per l’unità del centrosinistra raggiunta in tutte le regioni, mentre Giuseppe Conte pregusta la possibilità di vincere in Campania e ribaltare il pronostico in Calabria per riaprire la discussione sulla leadership nel centrosinistra.
Insomma le regionali calabresi hanno un valore politico che va oltre il Pollino. Per ribaltare i pronostici Tridico punta sul reddito di dignità che coniuga anche verso politiche attive per il lavoro e sulla sanità che da sempre in Calabria è sinonimo di emergenza. Punterà anche sulla sua storia, quella di un calabrese con sette fratelli, emigrato per cercare fortuna, partito come lavapiatti e finito come professore universitario. Identità e competenza, insomma, come parole d’ordine per cercare voti pure a destra e nell’astensione, che è la vera sfida per il campo larghissimo. Per certi versi, la stessa ricetta con cui Alessandra Todde, altra grillina, vinse in Sardegna.
Occhiuto metterà sul tavolo non solo i portatori di voti, ma anche i risultati che ritiene di aver brillantemente raggiunto in questi anni. La vera battaglia sarà sulla comunicazione con Tridico che dovrà contrastare la costosa ed efficiente macchina da propaganda messa su da Occhiuto. In tutto questo non bisogna dimenticare il sovranista di sinistra Francesco Toscano che con la sua lista è pronto a fare il terzo incomodo, provando ad intercettare i delusi della politica tradizionale. Buon voto a tutti.