Il 2025 della politica calabrese si è caratterizzato certamente per le regionali anticipate. Ma, prima e dopo, il ritorno alle urne tanto è accaduto. I dati più importanti di quest'anno sono sicuramente il 31 luglio quando Roberto Occhiuto, attraverso un video, annuncia a sorpresa le sue dimissioni da presidente della giunta regionale.

L'inchiesta della Procura di Catanzaro

È il punto di caduta di due settimane ad alta tensione in cui fughe di notizie giornalistiche parlano di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro che vede lo stesso Occhiuto indagato per corruzione. Alla notizia il politico cosentino reagisce fermamente arrivando a dire di sentirsi “stuprato”, di essere pronto ad essere ascoltato dai magistrati e di sentirsi sicuro di una pronta archiviazione (che però al momento non è avvenuta). Lo fa nei suoi reel, ma anche in un'intervista sulle reti Mediaset, da Nicola Porro. Poi in una conferenza stampa appositamente convocata per i cronisti calabresi. Occhiuto dice che le continue fughe di notizie stanno immobilizzando la sua attività amministrativa con una serie di dirigenti che tremavano alla sola idea di firmare una carta e altri che lo vedevano ormai come uno zombie o un dad manwalking.

Infine andrà anche negli studi di Perfidia dove, dinanzi alla nostra Antonella Grippo, rilascia una lunga intervista in cui rivendica di aver dato tutto per la Calabria, anche la salute facendo riferimento al delicatissimo intervento al cuore subito qualche mese prima.

Non è la prima volta che un presidente di giunta regionale viene indagato. Anzi quasi tutti i predecessori di Occhiuto sono occorsi in incidenti giudiziari. «Quasi tutti poi sono stati archiviati - dirà Occhiuto - però lo sono stati anche politicamente». Lui non ci sta a farsi rosolare a fuoco lento e allora rilancia spiazzando tutti, amici e nemici politici: dimissioni e ricandidatura immediata. Il caso, fra l'altro, vuole anche che proprio in questo periodo si conclude il processo denominato “Rimborsopoli” dopo ben 15 anni. L'inchiesta, legata ai presunti rimborsi illeciti goduti da ex consiglieri regionali, si conclude con moltissime assoluzioni e ripropone con forza il tema del rapporto fra politica e magistratura in chiave garantista.

Le elezioni 

Alle elezioni si arriva in un quadro che sembra favorevole al centrosinistra. In quel momento il campo progressista governa quasi tutte le grandi città della Calabria. Tutti i capoluoghi, Corigliano Rossano e per finire anche Rende, città centrale e motore economico della Calabria del Nord, sede dell'Università della Calabria.

Soltanto il docente universitario e avvocato penalista Mario Murone riesce a far trionfare il centrodestra alle amministrative di Lamezia Terme. Un miracolo politico visto i veleni che hanno caratterizzato la campagna elettorale con il sindaco uscente Paolo Mascaro messo da parte dal centrodestra nonostante avesse aderito solo qualche mese prima a Forza Italia.

Il caso Voce

Altro centro non gestito dal centrodestra è Crotone dove il sindaco Vincenzo Voce nato come civico col tempo trova una straordinaria intesa con Occhiuto e Forza Italia pur senza aderire formalmente al partito. Proprio Voce in questo 2025 è stato protagonista di un episodio paradossale. Nel novembre scorso viene accusato da un esponente della sua stessa maggioranza di aver aggredito quest'ultimo con calci e pugni al termine di una riunione politica. Il sindaco non nega, anzi scrive una lettera aperta in cui afferma che in casi come queste le scuse non bastano. E presenta le dimissioni. Gesto che però decide di ritirarsi prima dei venti giorni che sancisce la legge per renderle definitive.

La riscossa dei riformisti

Ma l'avvenimento politico più rilevante, come accennato, si realizza a Rende con il ritorno al potere dei riformisti dopo dieci anni di amministrazione a guida civica conclusasi con lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Ma non è la lotta alla mafia a trainare la vittoria di Sandro Principe, padre nobile del riformismo rendese e calabrese, bensì l'ardita mossa del centrodestra regionale sulla fusione fra Cosenza, Rende e Castrolibero. Il referendum consultivo, tenuto il primo dicembre 2024, si trasforma in un boomerang per il centrodestra e il comitato per il No ridà vigore e visibilità ai riformisti. Sandro Principe che guida il comitato diventa candidato sindaco naturale e, riuscendo ad aggregare nelle sue liste anche nemici storici, nella sua città ottiene un vero e proprio plebiscito.

Un ritorno che cade a ridosso delle regionali anche se ancora non lo sa nessuno. Principe, però, intuisce che davanti a sè ha una prateria politica viste le evidenti difficoltà in cui navigano i suoi colleghi sindaci. Con il suo innegabile fiuto politico lancia l'idea di una “Casa Riformista” come laboratorio politico da rilanciare su tutto il territorio nazionale. Ed in effetti lo stesso Matteo Renzi farà sua questa idea politica anche per le regionali in Toscana.

I tentennamenti del centrosinistra

Con queste premesse, Occhiuto sotto inchiesta, il campo largo che arriva unito dopo le ultime due elezioni regionali, la partita sembrava potersi giocare. Ma a quel punto il centrosinistra mette in campo il suo solito spirito suicida. Le trattative per individuare un candidato vanno avanti a lungo. Il M5s si impunta nel proporre la candidatura dell'europelamentare Pasquale Tridico che solo un anno prima era stato inviato a Bruxelles a furor di popolo con oltre centomila preferenze nella circoscrizione Sud. Il diretto interessato di voglia non ne ha affatto, mentre Avs avanza il nome del sindaco di Corigliano Rossano, il giovane Flavio Stasi. È un lungo stallo; mentre il centrodestra parte con la campagna elettorale dall'altra parte del campo si discute a sfinimento.

Alla fine Tridico è costretto a dir di sì per le insistenze soprattutto del suo leader Giuseppe Conte e parte per una campagna elettorale complicatissima visto il ridottissimo tempo a disposizione per mettere insieme liste e programma. Come è andata a finire lo sanno tutti con Occhiuto che vince con 14 punti di stacco e centra una storica seconda elezione alla guida del Governo regionale. Un risultato mai raggiunto prima da nessun politico in Calabria.

I contraccolpi delle Regionali sui sindaci

Le regioni per il centrosinistra sono un vero e proprio terremoto, soprattutto a Cosenza. Qui il sindaco Franz Caruso, che per settimane coltivava il sogno di una candidatura a presidente di Regione, vede la sua maggioranza attraversata da veleni e sospetti.

Colpa dei troppi candidati partiti dalla sua giunta che producono un solo eletto ovvero Francesco De Cicco, il figlio del popolo, che nella sola città di Cosenza riesce ad ottenere 3800 voti. Restano fuori, fra gli altri, l'assessore all'Urbanistica Pina Incarnato e l'ex parlamentare Enza Bruno Bossio, moglie di Nicola Adamo che ha una influenza sul Pd cosentino e quindi sul consiglio comunale. A Cosenza, nonostante sia una delle poche città dove Tridico vince, scattano le accuse reciproche e Caruso arriva a revocare l'incarico al suo capo di gabinetto, Luigi Incarnato, papà di Pina e segretario regionale del Psi, lo stesso partito del sindaco. A quel punto senza il supporto politico di Adamo e Incarnato gli scricchiolii della maggioranza di Palazzo dei Bruzi si odono da lontano.

Fibrillazioni, a dir poco, che si registrano anche a Reggio Calabria. Giuseppe Falcomatà decide di non dimettersi da sindaco per evitare il commissariamento. Sullo sfondo restano frizioni per i ruoli nel consiglio regionale dove il giovane sindaco resta fuori praticamente da tutto. Vara una prima giunta e si crea subito attrito con il Pd, poi alla fine arriva una tregua con la nomina a vice sindaco dell'ex consigliere regionale Domenico Battaglia, figlio del sindaco dell'epoca dei Moti di Reggio Piero. Una tregua appunto.

La nuova Giunta regionale e i problemi del centrodestra

Occhiuto di tutto questo se ne frega. Incassa anche lui un risultato amplissimo e arriva a dire che senza l'inchiesta di Catanzaro sarebbe arrivato oltre il 60%. Il problema è che spesso in politica vincere va bene, stravincere comporta qualche problema. Quello di Occhiuto è che i partiti della coalizione, alla luce dei risultati elettorali, vogliono tutti un posto al sole e avvisano il presidente che non sarà più come la prima legislatura con i partiti messi nell'angolo. Il forzista però ha tutta la sua area che complessivamente rappresenta più del 30%.

Basti pensare al solo Gianluca Gallo che riesce ad ottenere 30.000 preferenze record assolute in Calabria. Insomma le trattative per la formazione della giunta vanno avanti più lunghe del previsto. Alla fine due assessorati vanno a FdI (Montuoro e Calabrese), uno alla Lega che ottiene anche la vicepresidenza del consiglio (Mancuso), tutti gli altri sono nell'orbita forzista o del presidente. A proposito di Forza Italia, la parte del leone la fa Francesco Cannizzaro che incassa quasi tutto l'ufficio di presidenza del consiglio regionale a partire dal giovane Cirillo che prende il posto di Mancuso. Una strategia ben chiara quella del deputato e coordinatore regionale di Forza Italia che punta dritto alla conquista della città di Reggio Calabria. Lui stesso si candida a sindaco in un comizio pubblico tenuto nella sua città il 17 ottobre anche per fermare le velleità di un grande ritorno sulla scena politica calabrese, quello di Peppe Scopelliti che alle regionali dà una grossa mano alla Lega sostenendo il ginecologo Sarica. Se quella di Cannizzaro, che intanto incassa il nulla osta di Fratelli d'Italia, sia solo una strategia di posizionamento o una reale intenzione si vedrà a breve.

Una cosa è certa: il centrodestra dalle regionali esce sempre più rafforzato sull'asse Occhiuto-Cannizzaro. Rafforzato a tal punto che Occhiuto nel primo consiglio regionale arriva a parafrasare Nanni Moretti dicendo che con questa classe dirigente il centrosinistra in Calabria non vincerà mai. Quasi a dargli ragione dalle opposizioni due voti vanno a Cirillo come presidente del consiglio regionale mentre nel Pd la Bruno Bossio presenta ricorso contro l'elezione di Rosellina Madeo e il segretario provinciale della federazione più grande della Calabria cioè Cosenza viene messo alla graticola. Il povero Matteo Lettieri era stato eletto solo qualche mese prima delle regionali lanciando la riconquista del partito da parte dei quarantenni.

L'allargamento della Giunta e il cambio di Statuto

Ma i problemi non mancano nemmeno dall'altra parte. Sono solo di equilibrio gestionale, però. Così Occhiuto annuncia in tutta fretta una modifica dello Statuto regionale per allargare la giunta da sette e nove membri assicurando che saranno appannaggio di Lega e Noi Moderati. Non contento il centrodestra reintroduce anche la figura del Sottosegretario prevedendo altri due strapuntini. Proprio questi sono i temi del primo consiglio regionale, nonostante a ridosso della seduta rimbalzano i dati che confermano la Calabria come la regione più povera d'Italia. Alla seduta partecipa anche Pasquale Tridico che annuncia però la sua decisione di optare per il seggio a Bruxelles. Dice che da lì sarà molto più utile alla Calabria e che continuerà il suo impegno per tenere compatto il campo progressista e costruire un'alternativa politica al centrodestra che in cinque anni ha vinto tre elezioni regionali.

La scalata a Forza Italia

Si sa, vincere aiuta a vincere e così Occhiuto archiviata la pratica Calabria inizia a sognare in grande. L'obiettivo è la conquista di Forza Italia, la stura arriva direttamente da Piersilvio Berlusconi. Il patron di Mediaset parlando con i giornalisti a margine della presentazione del palinsesto dice che Forza Italia va rinvigorita e ha bisogno di facce nuove. Un de profundis per l'attuale segretario Antonio Tajani che pure ha tenuto salde le redini del partito dopo la morte del Cavaliere.

Piersilvio però dice di non aver nessuna intenzione di scendere in politica come il papà. Allora ne approfitta Occhiuto che il 17 dicembre partecipa a Palazzo Grazioli ad una convention dal titolo “In libertà” di cui è ospite d'onore.

L'operazione però parte da molto lontano. In particolare da quando la Corte costituzionale dà ragione alla Regione Calabria sul rilascio di 200 licenze di Ncc. Legge impugnata dal ministro alleato Matteo Salvini. La decisione occupa grande spazio sui giornali nazionali e Occhiuto rilascia interviste sui principali media d'aerea in cui elogia la Meloni ma la invita ad osare di più sul fronte dei diritti civili, del mercato e tante altre articolazioni del pensiero liberale. Concetti questi che aveva ripetuto in alcune interviste anche Marina Berlusconi. Allora non costituisce una sorpresa quando nel discorso di insediamento del consiglio regionale Occhiuto parla di realizzare dei centri per l'impiego in Tunisia per formare quella manodopera che le imprese italiane e calabresi non riescono più a trovare. Ovviamente il Governatore della Calabria nega di voler creare una corrente o di voler fare le scarpe a Tajani ma non gli crede davvero nessuno. Se riuscirà o meno si vedrà anche perché i problemi non mancano.

Due spine: Ponte sullo Stretto e commissariamento

Ad esempio la questione del Ponte sullo Stretto, battaglia politica madre della Lega che Occhiuto ha fatto sua, che subisce un brusco stop dalla Corte dei Conti. I lavori costantemente annunciati vengono rinviati di anni mentre i soldi saccheggiati dai fondi restano congelati.

Altra spina è quella della fine del commissariamento della sanità calabrese. Occhiuto ne parla da marzo scorso ed in effetti alcuni dati sembrano incoraggianti. La stessa premier Giorgia Meloni, a Lamezia per le regionali, dice che la Calabria merita di uscire dal commissariamento. Ma quando il ministro della Salute, Orazio Schillaci, scende in Calabria per parlare di sanità digitale, ad esplicita domanda dei cronisti dice di non saper dare una risposta sostenendo che questo sia un argomento tecnico ovvero di quasi competenza esclusiva del MeF che controlla rigidamente i nostri conti. Il centrodestra dice che sono migliorati, che finalmente grandi Asp come quelle di Cosenza e Reggio Calabria hanno approvato bilanci datati nel tempo grazie a un emendamento alla Finanziaria presentato dal senatore forzista Claudio Lotito che consente ai manager di approvare i bilanci anche in assenza di quelli precedenti. Un'operazione che però non convincerà la Corte dei conti che parla di documenti contabili poco attendibili.

Due lutti nella Politica

In ultimo segnaliamo la scomparsa nel corso del 2025 di due autorevoli esponenti del centrodestra. Il primo è Michele Traversa, grande presidente della Provincia di Catanzaro e assessore regionale, una vita spesa sempre dalla stessa parte politica e figura che è riuscita a mettere d'accordo amici e nemici politici. Il secondo è l'ex Governatore Giuseppe Chiaravalloti, magistrato ironico e dalla battuta pronta che ha caratterizzato un periodo della storia politica calabrese.