Il secondo mandato di Roberto Occhiuto rappresenta un evento storico per la Calabria: mai nessuno prima di lui aveva ottenuto un bis alla guida della Regione. Un risultato politico rilevante, seppur conseguito con lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale, un colpo “proibito” come lo definiscono in molti. Ma la riuscita di questa impresa segna Occhiuto come una delle figure più forti e strategiche del panorama calabrese.

Il secondo successo concreto è la firma definitiva per il nuovo ospedale di Cosenza, che sorgerà ad Arcavacata. Un progetto ambizioso che punta a diventare un policlinico universitario integrato con l’Università della Calabria. La decisione di spostare la struttura fuori dal centro urbano ha provocato polemiche e accuse di “abbandono” verso la città, ma Occhiuto ha mantenuto la rotta, convinto che questa sia una svolta strutturale e moderna per la sanità regionale. Probabilmente, ha visto giusto: il futuro sanitario calabrese passa anche da qui.

Il terzo punto cruciale riguarda la fine del commissariamento sanitario, una gestione straordinaria durata oltre un decennio. La restituzione dei poteri alla Regione rappresenterebbe un traguardo storico e politico: la premier Meloni l’ha anticipato, segnalando che la normalità è ormai vicina. Tuttavia, resta da capire se la Regione sia realmente pronta ad assumersi le responsabilità piene della sanità.
Infine, il quarto banco di prova di questa seconda stagione di governo è la composizione della nuova giunta regionale. Le trattative sono intense, le pressioni interne elevate, ma il risultato dovrà essere un esecutivo all’altezza delle esigenze. La Calabria ha bisogno di una squadra competente, solida e autorevole, capace di affrontare le sfide storiche: dalla sanità al dissesto idrogeologico, dallo spopolamento dei borghi all’economia in stagnazione, fino alla drammatica questione del lavoro giovanile.
Se Occhiuto riuscirà a centrare questi obiettivi — la rielezione, il nuovo ospedale, la fine del commissariamento e una giunta efficace — potrà legittimamente rivendicare di aver segnato una delle stagioni politiche più importanti e significative nella recente storia della Calabria.