Appello di un laureato Dams al prossimo governatore: «La politica e la Film Commission colmino il gap della specializzazione gratuita contro la fuga o l'isolamento forzato dei cervelli»
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Gentile futuro Presidente,
Il Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), oggi confluito in Comunicazione e DAMS (L-3) presso l'Università della Calabria (Unical) ad Arcavacata di Rende, rappresenta un baluardo per gli studi umanistici nel Mezzogiorno. La sua storia è indissolubilmente legata alla drammatica questione dell'emigrazione intellettuale che affligge la Calabria. L'istituzione di corsi specialistici come il DAMS nacque proprio dall'esigenza di offrire una formazione d'eccellenza in loco, cercando di trattenere i giovani talenti costretti a migrare. Una missione che si scontra storicamente con la fragilità del mercato del lavoro regionale e con politiche di sostegno differenziate.
L'anima e l'impulso iniziale di questo polo di studi si devono al prof. Maurizio Grande (Roma, 1944 – 1996), un intellettuale, critico e saggista specializzato in estetica, semiotica, cinema e teatro. Grande è riconosciuto come il principale promotore e ispiratore per l'istituzione del DAMS all'Unical, che nei primi anni Novanta divenne il secondo DAMS in Italia dopo quello di Bologna. Il suo impegno fu un vero e proprio sforzo culturale per dotare la regione di un polo prestigioso. Fu professore di Letterature Comparate e, successivamente, di Storia dello Spettacolo (dal 1980/81) presso l'allora Facoltà di Lettere e Filosofia. La sua visione diede un impronta teorica e critica fondamentale, testimoniata da pubblicazioni come "Introduzione alla semiologia dello spettacolo" (Unical, 1990).
Il lavoro di Maurizio Grande fu cruciale per dimostrare che l'eccellenza formativa poteva e doveva fiorire anche in Calabria, come argine contro l'emigrazione forzata. La collocazione istituzionale degli studi sullo spettacolo ha seguito le riforme che hanno rimodellato l'Ateneo: in origine, le discipline DAMS erano incardinate nella Facoltà di Lettere e Filosofia e, a seguito della Riforma Gelmini (Legge 240/2010), il DAMS oggi fa capo al Dipartimento di Studi Umanistici (DiSU), che gestisce l'offerta didattica in continuità con la tradizione avviata da Grande. L'eredità di Maurizio Grande, celebrata dal Premio Internazionale Maurizio Grande, è la sfida che il DAMS continua a incarnare: dimostrare che l'alta cultura e la professionalizzazione possono radicarsi in Calabria, superando le difficoltà economiche e politiche che da troppo tempo alimentano la "fuga dei cervelli".
Nonostante il prestigio del corso, la sostenibilità e gli sbocchi professionali rimangono il nodo cruciale, un problema che lei, come laureato del vecchio ordinamento, ha vissuto in prima persona: "Oggi l'Unical promuove la formazione, ma ai miei tempi no. La Politica calabrese ha sostenuto alcune facoltà ed altre le ha danneggiate”. La frustrazione è amplificata dai costi della formazione successiva. I corsi di formazione sono fondamentali perché rappresentano il penultimo gradino per l'ingresso nel mondo del lavoro, ma il sistema non li rende accessibili: "Una formazione a pagamento dopo tanti anni in cui si pagano le tasse universitarie non è sostenibile".
Questo meccanismo penalizza chi desidera rimanere, creando un paradosso: la regione investe nella formazione universitaria, ma fallisce nel garantire le infrastrutture lavorative e la formazione professionale a costi accessibili per completare il percorso, spingendo i talenti altrove. È una questione che coinvolge l'intera Politica regionale e il suo supporto differenziato alle diverse filiere economiche. La Regione Calabria potrebbe sopperire a questo problema attraverso la Film Commission.
La Fondazione Calabria Film Commission potrebbe avere un ruolo importante per chi dal Corso di laurea in DAMS sceglie il cinema, ma o è troppo concentrata sulla produzione di film o fiction TV che promuovono il territorio, o in collaborazione con Anica Academy Ets pubblica bandi con un limite d'età fino a 50 anni, dimenticandosi di una fascia d'età (quella giovane) che non è potuta emigrare e che ha bisogno del primo inserimento lavorativo qualificato. Sebbene le Film Commission nascano per fare turismo e promuovere il territorio delle regioni, è fondamentale che, in collaborazione con l'Università, possano dar vita a una sorta di Academy-Lab che, dopo una selezione mirata, assuma direttamente gli studenti laureati di cinema.
Cordiali saluti,
Raffaello Bosco