Alla fine Antonio Tajani e Roberto Occhiuto si sono incontrati per sancire quella che alcuni giornali nazionali hanno presentato come una tregua. Ma il fuoco in Forza Italia cova ancora sotto la cenere, alimentato da mosse parlamentari più o meno esplicite e dall'attesa dell’incontro che sancirà la nascita della corrente In libertà. 

La recente riunione di segreteria di Forza Italia ha offerto uno spaccato significativo delle tensioni interne al partito: segretario e vicesegretario – lo riportava qualche giorno fa il Corriere della Sera – hanno approfittato dell’occasione per un faccia a faccia di venti minuti, cercando di smorzare giorni di sospetti reciproci e zizzanie interne. Un incontro apparentemente breve, ma dal peso politico notevole, simbolo di quanto la leadership azzurra stia vivendo una fase di ridefinizione.

La tensione, infatti, non è esplosa dal nulla. Nei giorni precedenti, Marina Berlusconi aveva ospitato al suo tavolo sia Tajani sia Occhiuto (e il terzo incomodo Alberto Cirio, governatore del Piemonte), alternando cene e aperitivi con chiacchiere sul futuro del partito e sull’evoluzione della coalizione di centrodestra. In queste occasioni, il ministro degli Esteri e vicepremier ha portato in dote i risultati elettorali in crescita, che lo avevano visto sorpassare spesso la Lega nei sondaggi, arrivando al 10%.

Nonostante i buoni risultati complessivi di Forza Italia nell’ultima tornata elettorale, la leadership del partito non ha brillato come previsto. Il termine «unico partito di centro», caro a Tajani, sembra oggi più simbolico che reale, alimentando malumori e voci su una leadership “a due teste”.

Tajani-Occhiuto, la tregua è armata

La presenza di Occhiuto agli incontri a casa Berlusconi, soprattutto dopo il suo trionfo alle Regionali in Calabria e il ritorno alla guida della Regione, ha accentuato il sospetto che il partito potesse scivolare verso una spartizione interna tra vecchie e nuove correnti.

La tregua tra Tajani e Occhiuto è stata ufficialmente siglata, ma gli osservatori politici interni segnalano che la pace è ancora fragile. Alcuni dirigenti sostengono che le diverse anime del partito necessitino di un coordinatore forte, un ruolo che in passato fu di Claudio Scajola, e che potrebbe essere affidato a Paolo Zangrillo, oggi ministro e figura di riferimento vicina al “cuore” della famiglia azzurra.

La nascita della corrente “In Libertà”

Dietro le quinte, però, Occhiuto lavora già a una strategia più ampia, con un obiettivo chiaro: rimodellare i gruppi parlamentari di Forza Italia. Il primo bersaglio, secondo un retroscena offerto da Domani, sarebbe il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, fedele al segretario Tajani, con l’intento di sostituirlo con Debora Bergamini, ex portavoce del partito. Nella lista di Occhiuto figurano anche nomi di peso come Maurizio Gasparri, Fulvio Martusciello e Francesco Battistoni.

La genesi della corrente “In Libertà” risale al 31 luglio 2025, giorno in cui Occhiuto si dimise dalla presidenza della Calabria. Da quel momento ha preso avvio un vero e proprio braccio di ferro interno: il vicepremier, raccontano i rumors, avrebbe voluto logorare lentamente Occhiuto, ma il governatore calabrese ha lanciato la controffensiva strategica, confrontandosi prima con Marina Berlusconi e ottenendone la benedizione.

Moglie e fratello per la corrente a conduzione familiare

La data ufficiale di nascita della corrente è il 17 dicembre, e Occhiuto ha orchestrato la campagna politica con l’aiuto di due volti noti di Mediaset, Nicola Porro e Andrea Ruggieri, tra gli spin doctor dell’operazione. La partita più delicata, però, si gioca a Montecitorio e Palazzo Madama: tra i parlamentari pronti ad aderire alla nuova corrente figurerebbero Giorgio Mulè, la sottosegretaria Matilde Siracusano – compagna di Occhiuto – il senatore Mario Occhiuto, fratello del governatore, e altri nomi di spicco come Alessandro Cattaneo, Cristina Rossello, e i calabresi Francesco Cannizzaro (coordinatore regionale forzista che però è sempre stato vicino a Tajani; il suo appoggio non è scontato) e Maria Tripodi.

Per ora, il gruppo guidato da Tullio Ferrante, Alessandro Sorte e Marco Benigni resta fedele a Tajani, ma la nuova corrente potrebbe modificare gli equilibri interni al partito, determinando una fase di ridefinizione della leadership azzurra e delle alleanze parlamentari.