Scontro aperto nel Partito democratico di Catanzaro durante la celebrazione dei congressi. Anche tra Catanzaro e Lamezia la resa dei conti tra il vecchio gruppo dirigente e l'area che fa riferimento alla segretaria Elly Schlein, è esplosa in tutte le contraddizioni di un partito che non riesce a fare sintesi al proprio interno.

Accuse, veleni, gossip e le solite chat di partito gravide di invettive reciproche, avevano fatto del resto da cornice al percorso, come sempre frastagliato, che ha portato al congresso. Ma quando è arrivato il momento del confronto e soprattutto del voto si è passati invece alle accuse di irregolarità.

Pd, i dissidenti a Lamezia: «Violate le regole»

Nel mirino dei dissidenti, come anticipato da LaC News24, l'accordo (considerato di vertice) tra i consiglieri regionali Ernesto Alecci e Amalia Bruni, con la regia di Jasmine Cristallo, che prevede il ticket composto da Gregorio Gallello e Lidia Vescio al vertice della segreteria provinciale. E soprattutto le ricadute dell'accordo sulla città di Lamezia per l'elezione del segretario cittadino, dove l'intesa Alecci-Bruni ha portato alla candidatura di Vittorio Paola.

L'area che fa riferimento invece a Doris Lo Moro e a l'ex segretario cittadino Gennarino Masi, dopo aver denunciato gli "accordicchi" e il silenzio di Irto, ha prima presentato la candidatura alternativa del giovane avvocato Antonio Pandolfo per poi salutare tutti e abbandonare i lavori del congresso. «È apparso evidente - scrive in una nota l'ex presidente del Pd di Lamezia Francesco Grandinetti - che si stessero violando le regole che noi stessi, come comunità politica, ci eravamo dati. In particolare, al momento previsto per l’inizio della discussione, invece di avviare un dibattito aperto tra gli iscritti, è stato dato subito inizio alle operazioni di voto». «Il garante nominato dalla Commissione provinciale di garanzia - ha precisato - ha cercato, con senso di responsabilità, di interrompere la procedura per riportare il congresso nei binari della correttezza e del confronto. Ma ogni tentativo è stato respinto: alcuni esponenti di peso, presenti in sala, hanno imposto comunque la prosecuzione della votazione, ignorando le richieste di rispetto delle regole. A quel punto è apparso chiaro a tutti che non vi fosse alcun interesse per il dibattito, né per il confronto democratico tra mozioni, proposte e visioni politiche. L’intero congresso sembrava ridursi a una formalità svuotata di senso, uno strumento per arrivare ad eleggere un segretario cittadino “ad ogni costo”, a prescindere dalle regole e dalla partecipazione reale degli iscritti».

Congresso provinciale, gli strali di Pitaro: «Scendo da una giostra di irregolarità»

Strali anche da parte dell'avvocato Francesco Pitaro, candidato indipendente alla segreteria provinciale. Pitaro ha sbattuto la porta, ritirando la propria candidatura: «Scendiamo subito da questa giostra d’irregolarità – ha spiegato in una nota – Dopo l’abbandono clamoroso di tante amiche e amici del congresso cittadino del Pd nella città di Lamezia Terme con riflessi importanti anche sul congresso provinciale, “Partecipazione Responsabile” ritira la propria mozione dal congresso provinciale. Stop immediato, neanche un minuto di più, alla mia candidatura. Nella provincia catanzarese, con casi di arbitrio inequivocabili, non è più possibile tollerare oltre una condizione di prevaricazione che non garantisce partecipazione, trasparenza e legalità. Qui c’è che pensa di essere il padrone del Pd e se gli altri ci sono o non ci sono è poco importante, pure a costo di persistere nell’irrilevanza politica che connota il partito nel territorio. Altro che rivoluzione dello status quo! Al contrario, siamo in presenza di accordi tra correnti che, per mettere in atto i loro disegni elettorali, non contemplano alcuna democratica condivisione di scelte che considerano indiscutibili».

Pitaro parla di «un complesso di irregolarità, un po’ dappertutto (a parte Catanzaro dove tuttavia in una condizione di quasi serenità “Partecipazione Responsabile” ha ottenuto il 34 per cento dei consensi) che suscita imbarazzo e indignazione nell’opinione pubblica e che ci impone, anche per non legittimare quanto sta accadendo con la nostra militanza fatta di proposte e impegni per ridare slancio al Pd, di scendere subito da questa giostra equivoca e confusionaria». Il sindaco di Gasperina e capogruppo del Pd in Consiglio provinciale Gregorio Gallello si appresta ad assumere le redini di un partito provinciale in uno scenario in cui l'unitarietà appare un miraggio.

La mozione Gallello non ci sta: «Nessuna irregolarità»

«Si cerca di far passare per “irregolare” una procedura che è invece perfettamente conforme al regolamento congressuale» - scrive la mozione Gallello in una nota che riporta i passaggi “incriminati” del regolamento sul tesseramento, rivendicando la correttezza delle procedure seguite dal partito.  “Partecipano con diritto di parola e di voto alle riunioni di Circolo tutti gli iscritti presenti nell’Anagrafe certificata 2024 che abbiano rinnovato la propria iscrizione al PD entro il giorno dello svolgimento della riunione del proprio Circolo e tutti i nuovi iscritti 2025 al PD in modalità online che si iscrivano entro il 16 aprile".

«È dunque assolutamente regolare - si fa rilevare - che gli iscritti 2024 rinnovino la propria tessera anche nel giorno stesso del congresso. Far passare questa prassi – peraltro in atto in tutti i circoli della Calabria – come sospetta o irregolare è un atto irresponsabile, scorretto e, soprattutto, falso».