Il candidato alla presidenza della Regione attacca la gestione della sanità calabrese e propone incentivi per riportare i camici bianchi, ma l’ex consigliera lo smentisce: «Dati inventati»
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«La nostra è una campagna elettorale tra la gente, nelle comunità delle aree interne, nelle città, nelle strutture sanitarie. Oggi abbiamo fatto visita all’ospedale di Cetraro: l’ennesima scatola vuota, senza medici e di conseguenza senza pazienti a causa della carenza di professionisti sanitari. L’idea che noi abbiamo della sanità è quella di mettere al centro il paziente. I medici cubani sono una panacea al male; il 30% di questi è fuggito via anche perché percepisce 1200 euro a fronte di un salario lordo di 4500, a cui bisogna aggiungere il costo del vitto e dell’alloggio. La nostra idea è quella di reinvestire quella cifra, circa 7000 mila euro mensili, per richiamare nella nostra regione i medici necessari, anche calabresi». È quanto dichiara Pasquale Tridico, candidato alla presidenza della Regione per il campo progressista, in visita oggi all’ospedale di Cetraro.
«Dobbiamo convincere i giovani medici a tornare in Calabria, anche grazie agli incentivi economici – prosegue Tridico – perché la sanità pubblica è un diritto costituzionale. Tra i nostri obiettivi vi è anche quello di depoliticizzare la sanità. Le nostre aziende sanitarie soffrono troppo questo fardello che produce solo mala gestione. Ho visionato documenti finiti nei tribunali sulle transazioni milionarie di alcune banche a favore di cliniche private che gli stessi funzionari della Regione si sono rifiutati di firmare. Su questo spreco di risorse pubbliche, sugli accreditamenti di tre o quattro volte superiori alle strutture convenzionate, faremo tanta attenzione. Questo modus operandi finirà – sottolinea ancora il candidato alla presidenza per il fronte progressista – perché attiveremo una serie di due diligence sulla spesa effettuata e sul monte debitorio, circa 350 milioni di euro, che la Calabria paga alle altre regioni, nonostante una aspettativa di vita di tre anni inferiore alla media del Paese. La sanità organizzata da Occhiuto è una disfatta, come lo è la medicina territoriale. Questa mattina – racconta ancora Pasquale Tridico – eravamo ad Amantea. Alla comunità tirrenica è stato promesso, qualche anno fa, un ospedale di comunità che è ancora sulla carta, nonostante un finanziamento in corso. Ciò evidenzia la mancata attenzione della governance sanitaria sulla medicina territoriale che sarebbe dovuta partire entro il 2026».
«Questa montagna di problemi – conclude Pasquale Tridico – ha un nome ed un cognome, Giuseppe Scopelliti. E nel 2011 il compagno di merenda dell’allora governatore che ha chiuso diciotto ospedali era Roberto Occhiuto. Quella data spartiacque ha segnato il declino del servizio sanitario calabrese anche per via del blocco del turn over del personale. Oggi quella stessa gente ha il coraggio di ripresentarsi agli elettori dopo aver sfidato con dimissioni strategiche e assai discutibili le calabresi e i calabresi e la magistratura: chi ha fatto sfaceli sulla sanità – chiosa Tridico – deve andare a casa».
Straface: «Anche su cubani Tridico spara cavolate, solo 3% via da missione»
«Ancora una volta l’economista laureato in Scienze politiche Pasquale Tridico spara numeri a caso. Ma con il corposo staff che l’europarlamentare in vacanza in Calabria ha a Bruxelles, non riesce proprio a farsi scrivere due numeri in fila che abbiano un senso e che siano almeno un minimo verificati? L’ultima del nostro gaffeur nazionale - quello che fa ridere mezza Italia parlando delle tre province calabresi e di Bagnaro Calabro - riguarda i medici cubani. Secondo l’ex disastroso presidente dell’Inps il 30% dei camici bianchi caraibici sarebbe scappato dalla Calabria. Una cavolata colossale, una fake news priva di fondamento. Ripasso con numeretti per chi fino a qualche settimana fa vedeva la nostra Regione solo su Google Maps. I medici cubani arrivati in Calabria fino allo scorso luglio sono circa 350, di questi negli ultimi mesi in 11 hanno deciso liberamente di andare a lavorare in altre strutture, di raggiungere familiari all’estero, di tornare a Cuba dopo quasi tre anni di missione. Solo 11 su 350, caro Tridico. Il 3% e non il 30%, gentile improvvisato contabile della domenica. I numeri professore, i numeri». Così Pasqualina Straface, consigliere regionale della Regione Calabria.