Una domenica mattina di protesta a Castrovillari. Ieri decine di cittadini e rappresentanti del mondo associativo si sono ritrovati per un sit-in pacifico organizzato dal Comitato delle associazioni a tutela della salute. L’iniziativa, annunciata nei giorni scorsi, è nata come risposta immediata alla notizia del trasferimento di un’infermiera dell’Emodinamica e di un medico cardiologo clinico: due figure considerate fondamentali per garantire la sicurezza di un reparto già messo a dura prova negli ultimi anni.

A Castrovillari cittadini e associazioni hanno protestato pacificamente davanti all'ospedale contro il trasferimento di un medico e un'infermiera dall'Emodinamica. Un provvedimento che mette a rischio le attività di un reparto fondamentale

Dalle 10 del mattino, davanti all’ingresso principale dell’ospedale, si sono alternati cartelli, testimonianze e appelli. A sostenere la mobilitazione c’erano Avis Castrovillari, S&P Solidarietà e Partecipazione, Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani), Afd (Associazione Famiglie Disabili), Amici del Cuore e Avo (Associazione Volontari Ospedalieri): un fronte compatto di realtà storiche, radicate nel tessuto sociale del territorio, unite dal timore che questo nuovo provvedimento possa rappresentare l’ennesimo colpo a un servizio sanitario essenziale per l’intera area del Pollino e dell’alto Ionio.

Un attacco grave, come sottolinea il consigliere regionale Ferdinando Laghi, tra i protagonisti dell’iniziativa. «Vogliamo e dobbiamo ottenere il ritiro di questo ingiustificato provvedimento. È un atteggiamento incomprensibile, ma anche tecnicamente, lo dico da medico, infondato perché dopo gli ultimi e i prossimi pensionamenti, le due strutture cardiologiche di Castrovillari e Rossano sono numericamente equivalenti, con il piccolo particolare che a Castrovillari c'è l'emodinamica che richiederebbe invece più personale – ha spiegato –. La stessa Asp aveva detto che avrebbe incrementato l'orario di attività da H6 a H12, invece è rimasta H6. La struttura di Emodinamica ha decenni di attività e non si capisce perché debba essere smantellata».

A preoccupare è infatti il destino dell’Emodinamica, già ridotta a funzionare solo sei ore al giorno. Un limite operativo che, sottolineano le associazioni, mette a rischio la tempestività degli interventi salvavita in caso di infarto. «Il diritto alla salute è nelle nostre mani: o lo difendiamo ora o non lamentiamoci poi» è il messaggio che ha accompagnato la protesta.

A sostegno della fondatezza di certe preoccupazioni, Laghi ha richiamato quanto già accaduto in passato, con medici spostati e mai più tornati né sostituiti, come successo al reparto di Ortopedia o alla Chirurgia. E non le ha mandate a dire: «C’è un attacco doloso dell'Asp di Cosenza non solo contro l'ospedale di Castrovillari, ma contro la salute delle persone di quest'ampia zona – Pollino, Sibaritide, Esaro – con l'ottica evidente di arrivare al trasferimento dei pazienti, poi alla chiusura e allo spostamento del reparto in area periferica. Non lo accetteremo mai e chiediamo anche alla politica locale di battere un colpo, di non fare solo parole, ma di chiedere e ottenere giustizia per il diritto alla salute dei cittadini».

A fare da eco alle parole di Laghi quelle di Pino Angelastro, portavoce del Comitato delle associazioni: «È normale che con trasferimenti e pensionamenti in vista non si parli mai di sostituzioni? Io questa cosa la chiamo progetto di chiusura di un reparto. I politici, gli amministratori, coloro che dovrebbero difendere la salute delle popolazioni del Pollino come la chiamano?».

La manifestazione si è svolta in modo ordinato, senza tensioni, ma con un’estrema chiarezza di intenti: richiamare le istituzioni alle proprie responsabilità e chiedere non solo il mantenimento, ma il potenziamento dei reparti vitali dell’ospedale spoke di Castrovillari.

Tra i presenti, molti cittadini hanno raccontato storie personali, esperienze di cura, timori per il futuro. Tutti accomunati dalla percezione che un ulteriore depotenziamento rappresenterebbe un danno irreversibile per la comunità.

Al sit-in anche il sindaco di Morano Calabro, Mario Donadio: «La salute va tutelata e difesa, questo territorio non può restare abbandonato – ha dichiarato –. Io credo che ci siano gli strumenti necessari per fare in modo che tutto ciò venga scongiurato e sono certo che il centrodestra calabrese non rimarrà sordo, perché ha rappresentati istituzionali del territorio con i quali ci interfacceremo per evitare qualsiasi forma di depauperamento del territorio e della sanità locale».

Da Castrovillari è partito un invito a intervenire prima che sia troppo tardi, per difendere un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito: quello di poter accedere a cure tempestive ed efficaci.