L’innovativa tecnica Mecc comporta minori rischi per il paziente rispetto alle procedure convenzionali. Al momento è utilizzata solo in cinque centri italiani e necessita di una sinergia tra chirurghi, tecnici della circolazione extracorporea e anestesisti
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Un passo avanti nell’ambito dell’evoluzione tecnologica è stato compiuto dalla Uoc di Cardiochirurgia, diretta dal professor Pasquale Mastroroberto, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro, dove da qualche mese viene utilizzata anche la mini circolazione extracorporea (Mecc) durante un intervento cardiochirurgico. Si tratta di una tecnologia d’avanguardia che apre nuove prospettive per la sicurezza e la qualità della cura nei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca.
La circolazione extracorporea (Cec) grazie alla macchina “cuore-polmoni” consente di garantire la circolazione del sangue nell’organismo quando il muscolo cardiaco viene fermato per eseguire un intervento cardiochirurgico. Il suo utilizzo non comporta rischi per il cuore, ma può portare a una risposta infiammatoria generalizzata a causa dello stress meccanico subito dal sangue e dal suo contatto con il materiale non biologico all’interno del circuito.
La mini circolazione extracorporea (Mecc) è un’evoluzione della tradizionale macchina cuore-polmoni, da decenni utilizzata negli interventi cardiochirurgici em a differenza dei sistemi convenzionali, si caratterizza per un circuito più compatto, chiuso e biocompatibile, progettato per ridurre al minimo l’impatto sul corpo del paziente.
Questa tecnologia rappresenta un’innovazione importante perchè comporta minori rischi per il paziente rispetto alla Cec convenzionale riducendo l’infiammazione, la diluizione eccessiva del sangue con uso di liquidi sostitutivi e il consumo di emoderivati quindi con vantaggi in termini di risparmio di sangue nel paziente cardiochirurgico.
La tecnica Mecc è particolarmente indicata soprattutto nei pazienti sottoposti ad intervento di rivascolarizzazione miocardica (bypass aorto-coronarico), tipologia di intervento per il quale la Cardiochirurgia della A.o.u. “R. Dulbecco” di Catanzaro è stata indicata dalla Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.na.s.) tra le prime dieci in Italia per volumi ed esiti. Sulla base di tali dati è stato avviato un programma per l’utilizzo frequente di questa tecnica molto utile in pazienti cosiddetti “fragili” con risultati soddisfacenti in termini soprattutto di complicanze post-operatorie.
Questa tecnologia minimamente invasiva al momento viene utilizzata con continuità solo in 5 Centri Cardiochirurgici italiani e necessita di una sinergia tra chirurghi, tecnici della circolazione extracorporea e anestesisti, sinergia che trova piena corrispondenza nelle attività quotidiane presso il Centro Cardiochirurgico del Presidio “Mater Domini” in località Germaneto.
La possibilità di un uso sempre più esteso di tecniche mini-invasive e quindi anche di una Cec minimamente invasiva trova riscontro sempre maggiore in Cardiochirurgia per cui questo avanzamento tecnologico è sicuramente di grande importanza in quanto offre a tutta la popolazione della Regione Calabria la possibilità di potere usufruire delle stesse opportunità terapeutiche avanzate dei maggiori centri nazionali ed internazionali.