L’analisi condotta dalla struttura commissariale rileva uno sforamento della spesa. L’avvio di ulteriori reparti e servizi viene sottoposto alla redazione di appositi piani di sviluppo rimandati al 2026
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Il regalo di Natale per le aziende del servizio sanitario regionale si è materializzato sotto forma di tagli al costo del personale. La “buona” novella è giunta nei giorni scorsi tramite dca con cui la Regione ha finalmente licenziato il piano del fabbisogno, documento strategico di programmazione utile alle aziende per la gestione del personale sanitario ma quest’anno approvato con colpevole ritardo, a dicembre e con contenuti potenzialmente dirompenti per l’erogazione dei servizi assistenziali.
La comunicazione ha generato non poco scompiglio nelle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi che hanno appreso, solo a fine anno e dopo mesi di silenzio dal terzo piano della Cittadella, di avere personale in esubero e di non poter attivare nuovi reparti e nuovi servizi sanitari a causa delle ristrettezze economiche imposte dal piano di rientro. Il nuovo piano aggiornato dalla Cittadella è stato trasmesso a Roma a inizio settembre ed è ancora in fase di valutazione da parte dei ministeri affiancanti.
Nessuna fuga in avanti da parte delle aziende che in fase di programmazione per l’annualità in corso, e quindi assunzioni e stabilizzazioni di personale sanitario, altro non hanno fatto che applicare pedissequamente il previsionale di spesa per il 2025 fissato dalla stessa Cittadella nel luglio del 2024 con dca. Salvo poi scoprire a fine anno di dover subire un taglio di oltre 30 milioni sulla spesa e di avere personale in esubero.
Tutti i budget sono stati rivisti al ribasso ma le aziende che hanno subito le “limature” più pesanti sono l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e Crotone, l’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro e il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. La revisione di spesa al ribasso è spiegata a chiare lettere nel decreto firmato dalla struttura commissariale il 5 dicembre scorso.
Secondo la Cittadella «l’analisi dei piani dei fabbisogni trasmessi dalle aziende del servizio sanitario regionale, confrontati con i dati economici, relativi al terzo trimestre 2025, non rientra nei limiti previsti dal programma operativo 2022-2025 oltre che nei limiti economici del piano programmatico del piano di rientro, poiché, complessivamente, si rileva il superamento del limite programmato di spesa a livello regionale».
E ancora aggiunge la struttura commissariale: «Nel corso degli incontri con le aziende è emersa la presenza di unità di personale, per le quali le aziende dovranno motivare l’impossibilità alla riallocazione, nonché l’effettiva perdita di produttività, ulteriore rispetto a quella già prevista e per cui risultano necessarie delle unità integrative per garantire il servizio sempre nei limiti dell’equilibrio economico finanziario». Tradotto vuol dire che, secondo la struttura commissariale, esiste nelle aziende personale in esubero generato dall’uso “improprio” di qualifiche, non ricollocato in ruoli propri o idonei.
In ragione dei vincoli imposti dal piano di rientro, dunque, non potranno essere attivate nuove unità operative e nuovi servizi, la cui piena operatività è chiaramente connessa all’assunzione di nuovo personale. La Regione fa sapere infatti che «le attivazioni/potenziamenti delle ulteriori unità operative, già oggetto di programmazione strategica regionale, risultano rinviate ad appositi piani di sviluppo aziendali con relativo cronoprogramma che le aziende dovranno adottare e presentare, per la successiva valutazione, nei 30 giorni successivi all’adozione del presente provvedimento e che, unitamente ai dati consolidati nelle proiezioni al 31 dicembre 2025, si cristallizzano nell’esercizio 2026 e successivi».
Un caso da manuale è quello rappresentato dell’azienda ospedaliero-universitaria di Catanzaro che, a seguito dell’unificazione dei due ospedali, dovrà portare a 855 il numero di posti letto oltre a prevedere l’attivazione di nuove unità operative già previste nell’atto aziendale. Ma di tutto questo se ne dovrà necessariamente riparlare nei prossimi anni.



