‘O Rey di Catanzaro

Tredici gol da calcio d’angolo, Palanca racconta la magia: «Contavo sul vento e sul compagno posizionato sul primo palo»

L'ex calciatore e bomber che ha indossato la maglia giallorossa per ben undici anni ha spiegato come è nato il suo marchio di fabbrica

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di Gp. C.
6 novembre 2023
19:00

Superare o almeno agguantare un record è sempre una soddisfazione per un atleta. A Catanzaro, chi assisteva alle partite della compagine cittadina negli anni '70-'80, ricorderà con certezza le prodezze di ‘O Rey Massimo Palanca. Lui, quando vestiva la maglia giallorossa, un record lo ha stabilito e pure tra i più particolari, quello dei gol diretti da calcio d’angolo. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, si è raccontato e ha spiegato come è nato questo gesto. Palanca ha segnato in totale tredici gol dalla bandierina.

«All’inizio fu un’intuizione – si legge sul quotidiano rosa -, poi divenne un’abitudine. A Catanzaro confidavo molto nel giro del vento. E poi il mio amico Claudio Ranieri si metteva sul primo palo a cercare di ostruire la visuale del portiere».


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L’ex calciatore ricorda una delle sue migliori performance: il 4 marzo 1979, Roma-Catanzaro 1-3 dove firmò una tripletta e la prima rete, guarda caso, fu con un tiro sul primo palo da corner. «Quella domenica me la ricordo benissimo - dice Palanca sulla Gazzetta -. E ricordo la felicità del nostro allenatore Carlo Mazzone, che da romano aveva battuto la Roma e si era preso gli applausi dello stadio Olimpico».

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Naturalmente non è mancato un riferimento alla sua lunga e prolifica esperienza nel capoluogo di regione calabrese, dove torna spesso e dove poco tempo fa ha ricevuto la cittadinanza onorariaCon la maglia del Catanzaro 367 presenze e 137 gol: «Mi chiamavano 'O Rei di Catanzaro. Quando sentivo il coro “Massimé pare na molla” mi venivano i brividi. Con Di Marzio (storico tecnico delle Aquile de Sud ndr) ci si voleva bene, era un grande allenatore e una splendida persona. Voleva convincermi che ero fortissimo, si chiudeva nello spogliatoio con me e mi diceva: “Massimé, chiudi gli occhi e pensa a cieli azzurri e prati verdi”».

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