Il difensore del club africese si espone dopo la pesante squalifica di quattro giornate effettive: «Faremo ricorso»
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Momento non proprio facile per l'Africo che, dopo quattro giornate del campionato di Promozione B, è fermo a quota zero punti. Inoltre, piove sul bagnato in casa della compagine africese che recrimina per i numerosi torti arbitrali, a sua detta subiti, e adesso è decisa a urlare basta soprattutto dopo l'ultima stangata: la squalifica di Pasquale Angiò. Il giocatore, infatti, è stato squalificato per quattro giornate effettive, al termine della agra casalinga contro il Taurianova, che sono figlie delle seguenti motivazioni, riportate nel comunicato ufficiale dell'arbitro: «Angiò Pasquale (Africo), squalifica per 4 gare effettive, per condotta minacciosa nei confronti della terna arbitrale al rientro negli spogliatoi tra il primo ed il secondo tempo di gioco».
La rabbia di Angiò
A tale sentenza, tutta la rabbia dell'esperto difensore: «Non si può essere sempre vittime di orrori arbitrali, non parlo a livello tecnico perché lì tutti possiamo sbagliare, ma non è possibile leggere dal Comunicato Ufficiale N° 50 del 9 Ottobre 2025, una pesante sanzione che mi vede protagonista in negativo, senza aver fatto e/o detto nulla, con una pesante squalifica di quattro giornate a causa della dichiarazione falsa dell’arbitro, o forse di confusione con altra persona».
Il trentatreenne ripercorre l'accaduto: «Ribadendo che non ho assolutamente minacciato e/o parlato con la terna arbitrale, va evidenziato che di errori ne sono stati commessi due: intanto se fosse stato come ha riferito l’arbitro, il sig. Fiore Antonio di Reggio Calabria, io sarei dovuto essere espulso e non avrei dovuto prendere parte al secondo tempo, come da regolamento Figc; inoltre, tanto è stato poco attento che ha anche permesso di far stare in panchina una persona estranea che prima ha ammonito e poi espulso per proteste. Credo abbia dimostrato poca attenzione e sicuramente molta indecisione. Sono amareggiato e deluso, sto valutando attraverso i legali dell’Aic di denunciare intanto per falso la terna arbitrale e poi, qualora vi fossero condotte rilevanti, anche a livello di giustizia penale».
L'appello
Infine, lo stesso Angiò chiede solamente di essere ascoltato, in modo che gli enti competenti valutino in maniera trasparente: «Chi mi conosce sa quanta correttezza e rispetto ho per tutti gli addetti ai lavori nel mondo del calcio. Posso aver avuto qualche battibecco durante la mia carriera, ma è sempre finito tutto nel rettangolo di gioco, non ho mai rincorso o minacciato nessuno dopo il triplice fischio o a fine primo tempo. Mi auguro solo di essere ascoltato dal Giudice Sportivo, visto il ricorso che la Società Africo sta preparando. Aggiungo, solo per mera informazione, che la terna ha avuto la visita, a fine gara, di osservatore ed organo tecnico, che possono eventualmente intervenire».