Le parole del presidente della Aquile amaranto: «Abbiamo allestito una squadra di primo livello, ma sarà un'Eccellenza-bis»
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Per ripartire ci vogliono grinta e determinazione, ma soprattutto un'indole vincente. Ed è proprio ciò che contraddistingue l'Ardore che, subito dopo l'amara retrocessione dall'Eccellenza alla Promozione (fatale la finale play out) dopo solo un anno di permanenza, ha immediatamente spiegato le ali per raggiungere nuovi orizzonti. Le Aquile amaranto, infatti, non hanno perso la loro ambizione e vogliono perseguire l'obiettivo di ritorno immediato nella Serie A regionale.
Ripartenza
A tal proposito, la squadra del presidente Eugenio Minniti sta gestendo un mercato assolutamente di primo livello, lasciando parlare i fatti alle parole e alle voci di trattative che spesso si dissolvono.
A tracciare la linea che parte da questo mercato e dovrà finire a maggio 2026 (periodo di fine del campionato) è lo stesso patron Minniti, in esclusiva ai microfoni di LaC News24: «Subito dopo il 25 maggio, ovvero data della sconfitta contro il Castrovillari, la mattina seguente era già tutto resettato e per me apparteneva al passato. Ci siamo messi celermente in moto e abbiamo individuato innanzitutto in mister Panarello, fresco vincitore del campionato sulla panchina della Virtus Rosarno, l'uomo che poteva farci subito fare una stagione di vertice. La serietà del nostro progetto è chiara ed è quella di tornare nel calcio che conta nel più breve tempo possibile».
Un'Eccellenza bis
Tali ambizioni, come detto, sono in un certo qual modo confermate dal mercato: «Abbiamo acquisito le prestazioni sportive di un giocatore del livello di Jonis Khoris, uno dei migliori giocatori nel panorama regionale, senza dimenticare che farà coppia con Bruzzaniti per un tandem offensivo che non hanno neanche in Eccellenza. Abbiamo inoltre ingaggiato Vinicius, che arriva dalla Serie B brasiliana, senza dimenticare il difensore Emmanuel Novo e l'esperienza di Meduri a centrocampo. Inoltre abbiamo confermato i vari Cimino, Murdaca ed è quasi fatta per Campestrini senza dimenticare il ritorno di Bruno Criaco. Insomma, a mio avviso, noi quest'anno in Eccellenza non avremmo avuto alcun problema. A tal proposito il girone B è per me un'Eccellenza bis, dal momento che ci sono squadre che hanno speso tanto e parlo di compagini come Val Gallico, Gioiosa Ionica, Sporting Polistena, Pro Pellaro, San NicolaChiaravalle-Soverato, Deliese. Insomma tutte avversarie serie. Le squadre però non devono essere costruite con le figurine perché deve crearsi il gruppo, e se si lasciano giocatori importanti in panchina per l'abbondanza, iniziano a crearsi i malumori. Il campionato lo vincerà chi dimostrerà più costanza e più serenità».
Un calcio dilettantistico malato
Un calcio dilettantistico però sempre più malato, come testimoniano le tristi rese di Locri e San Luca o le gravi difficoltà del Cittanova. Una piaga sportiva che si sta allargando a macchia d'olio e, sotto questo aspetto, ecco il pensiero dello stesso Minniti: «Difficile fare calcio dilettantistico, perché in Serie A e in Serie B c'è un ritorno economico, mentre ai nostri livelli c'è solamente un calcio a perdere. In Eccellenza, inoltre, sono entrate in vigore delle nuove normative tributarie che sono mortificanti e che hanno trasformato le squadre dilettantistiche in vere e proprie aziende, basti pensare che adesso serve pure la figura (tra le altre) del commercialista. Per sopravvivere ci vogliono annualmente 300 mila euro e ciò non è sostenibile. A breve secondo me ci sarà una scomparsa di squadre dilettantistiche importanti e di categorie importanti».