Dopo le accuse dell’assistente di Pizzo contro il designatore Gianluca Rocchi per presunta interferenza in Udinese–Parma, il presidente degli arbitri Antonio Zappi annuncia provvedimenti e difende l’Associazione
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Domenico Rocca e Antonio Zappi
L’Associazione italiana arbitri rompe il silenzio e prende posizione ufficialmente dopo le gravi accuse mosse dall’assistente arbitrale calabrese Domenico Rocca nei confronti del designatore Gianluca Rocchi. La vicenda, scaturita da una lunga lettera inviata da Rocca alla Commissione Arbitrale Nazionale, ha sollevato un polverone mediatico e istituzionale che ora approda davanti alla Procura Federale della Figc.
A confermare la linea dura dell’Aia è stato il presidente Antonio Zappi, che all'agenzia Ansa ha dichiarato: «Dopo aver ricevuto la lettera inviata dall’associato Rocca, ho contattato immediatamente Rocchi, che mi ha confermato di aver già informato la Procura Figc. Anche io, una volta sentito il mio Comitato Nazionale, ho provveduto a segnalare l’episodio alla Procura federale, organo competente a verificare i fatti descritti».
Il caso è scoppiato dopo la denuncia dell’assistente della Sezione di Catanzaro, originario di Pizzo, relativa alla partita Udinese–Parma dello scorso marzo, in cui Rocchi, presente come supervisore Var a Lissone, avrebbe “bussato” alla sala Var per segnalare un presunto fallo di mano. Il fatto, se confermato, rappresenterebbe un’irregolarità potenzialmente molto grave, in grado di compromettere la regolarità della gara e la neutralità del sistema Var.
Secondo quanto rivelato da "Il Fatto Quotidiano” un audio originale della sala Var — mai trasmesso durante l’episodio “OpenVAR” di Dazn — conterrebbe due colpi sospetti (tra il secondo 40 e 45) che, secondo Rocca, sarebbero il segnale d'interferenza da parte del designatore. Sebbene l’audio non costituisca una prova definitiva, neppure smentisce quanto denunciato. Gli operatori Var (Paterna e Sozza), inizialmente orientati a non sanzionare l'intervento, mutano infatti opinione e concedono un rigore decisivo.
Ben diverso, secondo Rocca, l’atteggiamento in Inter–Roma, dove a San Siro – nonostante la presenza del supervisore Gervasoni – un fallo evidente su Bisseck in area giallorossa non viene sanzionato. «La Commissione ha poi ammesso pubblicaente, davanti ad arbitri e assistenti, che è stato un rigore netto non assegnato», scrive Rocca, sottolineando come quell’errore «molto probabilmente determinerà la perdita del campionato dell’Inter a favore del Napoli».
«Sono, e sarò sempre, il presidente di tutti gli arbitri – ha ribadito Zappi – ma chi mette in discussione l’onorabilità dell’Aia e dei suoi dirigenti ne risponderà nelle sedi opportune, sportive, civili e penali. Le parole hanno un peso, e insinuazioni prive di prove possono compromettere la sicurezza di chi scende in campo ogni settimana, soprattutto nei contesti più difficili. Questo non lo permetterò mai».
Zappi ha sottolineato l’aprtura al confronto interno e la volontà dell’Aia di ascoltare tutte le voci, anche quelle critiche, ma ha anche annunciato una linea di fermezza contro ogni attacco: «Dal 14 dicembre scorso la mia porta è sempre stata aperta, e continuerà ad esserlo. Ma non tollererò che venga minata la credibilità dell’Associazione».
La vicenda “Rocca-Rocchi” porta anche alla luce una questione normativa: il ruolo del “supervisore Var” non è disciplinato da alcun protocollo ufficiale. Eppure, stando a diverse testimonianze interne raccolte da Il Fatto, questa figura rappresenterebbe una presenza fissa — e talvolta ingombrante — all’interno del centro Var di Lissone. Un vuoto normativo che ora potrebbe portare l’Aia a proporre un intervento regolamentare per chiarire ruoli e limiti.